Processo PFAS Miteni: le dichiarazioni di Legambiente
Vicenza, 7 febbraio 2025 Comunicato stampa
“Si sta avviando a conclusione uno tra i più grandi processi di inquinamento ambientale che la storia d’Italia ricordi. Come Legambiente ci siamo mossi sin dagli albori di questa vicenda, anche sul piano giudiziario, chiedendo che venissero accertate le responsabilità di chi aveva ed ha, a nostro parere, piena consapevolezza di questo inquinamento, uno dei più estesi che la storia di questo Paese ricordi, che ha visto lo sversamento nella nostre acque acquifere di composti chimici pericolosi tra cui alcuni altemente nocivi e cancerogeni, causando conseguenze negative per l’ecosistema, per i prodotti del territorio e soprattutto per la salute idei cittadini che quei luoghi abitano e che oggi riscontrano la presenza dei pfas nel loro sangue. Come associazione ambientalista contiueremo a batterci con tutti i nostri livelli associativi, costituiti parte civile nel processo in nome del popolo inquinato per il quale esigiamo ecogiustizia e il rispetto del principio “chi inquina paghi”, e proseguiremo il nostro impegno presso tutti i livelli di governo perchè situazioni come questa non si ripetano e non restino impunite, a partire dall’istituzione di livelli di controllo estesi ed adeguati, dall’avvio della bonifica del sito inquinato (ancora ferma al palo), passando per la messa al bando definitiva delle sostanze perfluoroalchiliche e dall’accelerazione dei processi normativi del phasing out dall’utlizzo di queste sostanze da parte delle attività produttive”.
Dichiarano Piergiorgio Boscagin, presidente di Legambiente “Perla Blu” di Cologna Veneta e Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto
ufficiostampa@legambienteveneto.it
Di seguito il comunicato congiunto:
“Ci ritroviamo qui in presidio, alla vigilia della conclusione del processo Pfas Miteni, per chiedere con forza giustizia per fatti incontestabili e diritti negati: innanzitutto il diritto ad una vita e ad un futuro in salute per noi e per i nostri figli, il diritto all’acqua pulita e al cibo sano, il diritto al lavoro in ambienti che ci permettano di guadagnarci da vivere senza doverci ammalare o morire e il diritto ad un ambiente sano e sicuro. La conclusione di questo processo deve tener conto che la nostra falda è stata irrimediabilmente avvelenata, a nostro parere consapevolmente, dai responsabili di questo disastro. A tal proposito, denunciamo che pochissimo è stato fatto affinché la contaminazione proveniente dal sito Miteni finisca di inquinare la falda sottostante e di conseguenza i territori che da questa falda vengono attraversati. Confidiamo che le conclusioni a cui si arriverà in questa corte d’Assise servano a riconoscere quanto ci è stato tolto in tutti questi anni di tragica contaminazione. Tutti i poteri pubblici, politici, amministrativi e giurisdizionali, sono chiamati a garantire il rispetto dell’art. 41 della Costituzione per cui l’iniziativa economica non può svolgersi in danno della salute e dell’ambiente”.