Appello di Legambiente ai Sindaci del Veneto: la qualità dell’aria non è un algoritmo
Appello di Legambiente ai Sindaci del Veneto
La qualità dell’aria non è un algoritmo: oltre alle ordinanze servono azioni di innovazione omogenee e coraggiose su tutte le fonti dello smog. Innovare le tradizioni è possibile anche per roghi dei “pan e vin”
Gli effetti dei cambiamenti climatici si fanno ogni giorno più evidenti e pressanti sulla quotidianità dei cittadini. Il 2022 è stato l’anno più caldo con una siccità che ha spinto diversi territori sull’orlo della crisi idrica. L’autunno, l’inverno i giorni attuali confermano questa tendenza con temperature anomale, caldo, e una pressione atmosferica che non accenna a diminuire.
Queste combinazioni sono “letali” nel catino della Pianura Padana e aggravano sensibilmente la già drammatica situazione della qualità dell’aria.
L’accordo del bacino Padano ha già previsto l’attuazione di alcune misure di contenimento di fronte all’aggravarsi della situazione che, giornalmente, Arpav sta ripetutamente certificando. Sono già vaste le zone con livello di “allerta rosso”, mentre quello “allerta arancione” comprenderà nei prossimi giorni praticamente tutta la pianura veneta. In questo contesto e nel quadro dell’aggiornamento delle linee guida da parte dell’OMS che da tempo invoca la riduzione il più presto possibile del livello di inquinamento atmosferico, responsabile ogni anno di oltre 50.000 morti premature solo in Italia, sarà determinante da subito e per i prossimi anni agire per l’aria pulita in pianura padana attraverso un sempre più incisivo coordinamento e coinvolgimento di tutti gli attori pubblici e privati del territorio. Per questo è auspicabile che si intervenga anche oltre gli accordi, le norme o le ordinanze, coinvolgendo i cittadini attraverso scelte coraggiose della politica, a partire da quelle degli Amministratori Locali.
“Per raggiungere il traguardo “aria pulita” – commenta il presidente di Legambiente Veneto Luigi Lazzaro – servono certamente soluzioni multilivello stato-regioni-comuni, ma i Sindaci giocano indiscutibilmente un ruolo decisivo, per questo chiediamo loro di superare la logica dei controlli e delle deroghe senza fare retromarce nell’applicazione delle ordinanze sindacali per la qualità̀ dell’aria, invitandoli a mettere a sistema le ordinanze con le politiche anti-inquinamento partendo da piano comunale per la qualità dell’aria che raccolga misure e buone pratiche per tutte settori emissivi presenti e che si aggiunga alle norme regionali, nazionali ed europee”.
Legambiente ritiene dunque che sia indispensabile dotarsi degli strumenti di pianificazione quali Paesc e Pums, per delineare concretamente le strade scolastiche le Low Emission Zone e le zone 30 km/h, per avviare decisi investimenti come il potenziamento del trasporto tramviario, la sicurezza delle reti ciclabili, l’aumento dei servizi di mobilità elettrica, sostenibile e condivisa con modalità free-floating ed utili ad impostare le politiche di incentivo al trasporto pubblico locale e di implementazione delle infrastrutture per la mobilità elettrica.
Per quanto riguarda il settore agricolo – che ha una responsabilità̀ di primo piano nell’emergenza smog invernale – occorre innanzitutto che i Comuni si dotino di un regolamento di polizia rurale, utile a rafforzare ed organizzare il sistema dei controlli e necessario per incentivare l’applicazione delle soluzioni tecnologiche più̀ avanzate per ridurre le emissioni in agricoltura, a partire dall’obbligo di immediato interramento dei liquami depositati in campo agricolo. Per quanto riguarda gli impianti di riscaldamento, in particolare stufe non efficienti e caminetti aperti, è importante che i regolamenti edilizi comunali ne impediscano la realizzazione su nuove costruzioni.
“Resta però di fondamentale importanza anche agire in risposta all’emergenza – conclude Lazzaro – per questo chiediamo nei periodi di allerta arancione e rossa di sospendere ogni deroga prevista dalle ordinanze, prevedendo incentivi per interventi innovativi come la gratuità del trasporto pubblico urbano per tutti i cittadini, l’applicazione dello smart-working per i dipendenti dell’Ente e la transizione ecologica degli eventi ricreativi di comunità e delle tradizioni rurali come i “pan e vin”, a cui non vogliamo certo rinunciare ma che, come auspicato anche dal Presidente Mattarella nel suo discorso di fine anno, devono saper accogliere il cambiamento e “la modernità”. Uno sforzo di interpretazione su cui gli Amministratori Locali del Veneto, siamo certi, sapranno declinare con innovazione e fantasia i loro interventi a tutela della salute delle persone, oltre il mero rispetto delle regole che ci siamo dati”.
Ufficio stampa Legambiente Veneto
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