Approvato dal Consiglio Regionale del Veneto il Progetto di Legge n.97 per la disciplina degli impianti fotovoltaici
Comunicato stampa Venezia, martedì 12 luglio 2022
Approvato dal Consiglio Regionale del Veneto il Progetto di Legge n.97 per la disciplina degli impianti fotovoltaici
LEGAMBIENTE: LA MONTAGNA HA PARTORITO IL TOPOLINO
Lazzaro: “Evitato il funerale alle rinnovabili ma è una legge discriminante, con troppi vincoli ed enormi margini di discrezionalità. Un freno alle energie pulite e un problema da risolvere per il nuovo piano energetico regionale”
Legambiente accoglie con disappunto l’approvazione del Pdl 97 che disciplina gli impianti fotovoltaici. Una legge avviata sull’errato assioma della contrapposizione tra produzione energetica e produzione agricola e che seppur notevolmente rivisitata e migliorata per alcuni aspetti nel corso della sua lunga discussione, è arrivata all’approvazione mantenendo l’impostazione barricadera nei confronti dei pannelli solari voluta dai promotori della norma. Un errore di fondo che per Legambiente provocherà ripercussioni negative sulla strada verso il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione ammiccando a insensate correlazioni negative tra la produzione di energia dal sole, produzione agricole e consumo di suolo.
Secondo Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto “è un pessimo segnale quello che arriva dal Consiglio Regionale del Veneto, anche se, quantomeno, numerosi emendamenti in commissione e in aula hanno evitato danni peggiori e reso la legge per lo più innocua. Per ora abbiamo evitato il funerale alle rinnovabili ma resta una legge discriminante, con troppi vincoli ed enormi margini di discrezionalità. Un freno alle energie pulite e un problema in più da risolvere per il nuovo piano energetico regionale”.
La norma introduce infatti numerosi vincoli, alcuni incomprensibili come la non idoneità per gli impianti fotovoltaici a seconda della tipologia di produzione agricole o il divieto di realizzare impianti fotovoltaici galleggianti su specchi d’acqua laddove esistano concessioni di pesca. Un inasprimento delle indicazioni della normativa nazionale che per Legambiente hanno un perverso sapore nimby. Inoltre pur riconoscendo le differenze tra impianti a terra e impianti agrivoltaici la norma pone gli stessi vincoli ad entrambi. Errori e divieti che anticipando la normativa nazionale relativa alle fonti rinnovabili – che è in fase di completamento e consolidamento – rimettono in ballo ad esempio un limite percentuale al fotovoltaico, anche in forma di agrivoltaico, sulle superfici agricole (ndr 5%) quando a livello nazionale ogni limite di questo genere è stato cassato e considerato inadeguato perché irrazionale. Una legge che secondo gli ambientalisti non favorisce e non premia le scelte energetiche coraggiose e rallenta la lotta ai cambiamenti climatici senza allo stesso tempo risolvere l’incongruo uso del suolo nella nostra regione che, come ben noto, è al contrario creato e causato da politiche infrastrutturali, edilizie e produttive insostenibili, che si continua a voler conservare senza discutere.
Legiferare in sede regionale, anticipando e distanziandosi in maniera significativa da quanto già approvato a livello nazionale ovvero in corso di definizione da un ente legislativo superiore, rischia per Legambiente di ingenerare incertezza negli operatori del settore e confusione negli uffici pubblici.
“Mentre facciamo i conti con le imprevedibili conseguenze del cambiamento climatico e restiamo in attesa che la politica metta in campo la transizione energetica, il Consiglio regionale del Veneto fa oggi un passo indietro e avalla una legge che va nella direzione della conservazione delle politiche fossili degli ultimi decenni” commenta il presidente di Legambiente Veneto Luigi Lazzaro. “È inoltre inaccettabile aver visto la politica spendere oltre un anno in aspri confronti, diatribe e campagne mediatiche contro il fotovoltaico, per produrre una legge forse utile ai fini elettorali di qualche consigliere ma che creerà diversi grattacapi da risolvere attraverso il nuovo piano energetico regionale. È proprio il caso di dire che la montagna ha partorito il topolino” – dice Lazzaro in conclusione.
ufficio stampa Legambiente Veneto
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