Olimpiadi a Cortina, Legambiente: necessario mettere al centro le persone, l’ambiente, il paesaggio e il rispetto della natura
24.10.2021 Comunicato stampa
Olimpiadi a Cortina
Legambiente: necessario rimettere al centro le persone, l’ambiente, il paesaggio e il rispetto della natura
Anche l’associazione ambientalista oggi a Cortina per dimostrare vicinanza e solidarietà ai cittadini preoccupati dall’assalto infrastrutturale alla montagna veneta
Guai in vista per i meravigliosi panorami imbiancati di Cortina. Un ecosistema delicato che, nel nome dei futuri giochi olimpici invernali che si svolgeranno nel 2026, rischia di essere aggredito da una miriade di opere infrastrutturali che nulla hanno a che vedere con lo svolgimento delle Olimpiadi stesse. Opere estranee ed avulse dal contesto olimpico figlie di progetti datati è davvero poco innovativi quali ad esempio gli sbancamenti superflui di materiali rocciosi dalle Tofane, il carosello sciistico cosiddetto “No Car” che dovrebbe abbracciare tutte le Dolomiti con enormi criticità ambientali, idrogeologiche e paesaggistiche o la nuova pista da bob, opera decisamente fuori tempo massimo per gli alti costi e per l’incombente crisi climatica che non ne giustificano in alcun modo la spesa.
Per questo oggi anche Legambiente ha voluto essere presente alla manifestazione indetta a Cortina, per esprimere vicinanza e solidarietà ai tanti cittadini ed alle tante attività economiche minacciate da un assalto indiscriminato di opere inutili che potrebbero sfruttare e sottrarre risorse locali anziché favorire lo sviluppo locale e la rigenerazione dei territori montani.
“Cortina, il Veneto è L’Italia avranno i riflettori del mondo intero puntati addosso – dichiara il presidente di Legambiente Veneto Luigi Lazzaro – e proprio le Olimpiadi, che dovrebbero rappresentare un’occasione di promozione di sostenibilità garantendo insieme la buona riuscita dei Giochi e il rispetto dell’ambiente circostante, rischiano di lasciarci una pesante eredità fatta di ecomostri infrastrutturali, come purtroppo già accaduto a Torino nel 2006”.
“Non sono necessarie ulteriori grandi opere – prosegue Lazzaro – impattanti, costose ed eccessive per le zone in cui sono inserite, con il rischio che a prescindere dai Giochi restino cattedrali nel deserto, lasciandosi alle spalle uno sfregio dell’ambiente un consumo di suolo dal quale non si potrà tornare indietro. Servono piuttosto cura dei territori e manutenzione delle strutture esistenti unite a politiche di gestione che rimettano al centro le persone in modo partecipato e condiviso, per favorire lo sviluppo locale e la rigenerazione dei territori, invece che sfruttarne le risorse.”.
Legambiente è inoltre preoccupata dal fatto che la Giunta regionale abbia inserito tra i progetti sui cui ottenere i primi anticipi dei fondi per lo sviluppo e la coesione, proprio degli intervento per nuovi impianti di risalita a fune per un costo di 35 milioni di euro di cui 12 richiesti allo Stato. Una pretesa urgente per un collegamento ambientalmente insostenibile e sciisticamente inappetibile, sospinto da appetiti esterni al territorio ed i cui costi continuano ad oscillare, a cui guarda con sospetto anche la Fondazione Dolomiti Unesco supportata dall’opposizione di un’ampia fetta di popolazione e di Amministratori Locali. Il tutto a discapito di altre priorità a cui destinare risorse e che avrebbero meritato maggiore attenzione in questa fase di ripresa dalla pandemia. Per queste ragioni Legambiente continuerà ad essere vicina e solidale con le popolazioni locali nell’impegno comune per per il superamento delle disuguaglianze territoriali tra città e aree interne e per stimolare un riequilibrio dei flussi e delle economie locali basato sul rispetto e sulla valorizzazione delle peculiarità umane, storiche ed ambientali dell’ambiente montano.
Ufficio stampa Legambiente Veneto
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