MAL’ARIA 2013
Rovigo, 17 gennaio 2013 Comunicato stampa
Mal’aria di città 2013 di Legambiente
Anno nuovo, problemi vecchi: PM10, PM2,5, ossidi di azoto, ozono e decibel fuori controllo minano salute e sicurezza dei cittadini
Il 2013 è stato denominato “anno europeo dell’aria”,
nel nostro caso sarà “anno europeo dello smog”?
Legambiente: “Interventi immediati per città più vivibili, moderne e sicure”
L’Eurobarometro, lo strumento della Commissione europea di analisi dell’opinione pubblica rileva che in Italia l’81% della popolazione pensa che la qualità dell’aria respirata nell’ultimo decennio sia andata peggiorando: e’ dunque sentimento comune che servano nuove misure per contrastare il fenomeno ma soprattutto che le amministrazioni pubbliche debbano prendere con maggior responsabilità ed impegno gli obiettivi prefissati, a differenza di quanto fatto fin’ora.
A confermare l’inefficacia degli interventi messi in campo fino ad oggi ci sono i dati aggiornati sull’inquinamento nelle città italiane. Come ogni anno anche nel 2012 in tutte le principali città sono stati superati i livelli di polveri fini (PM10). Sono 52 le città, tra le 95 monitorate da Legambiente nell’ambito della classifica “PM10 ti tengo d’occhio”, che hanno superato il bonus di 35 giorni di superamento del valore medio giornaliero di 50 microgrammi/metro cubo stabilito dalla legge.
In generale è l’area della Pianura Padana a confermarsi come la zona più critica con 18 città tra le prime 20 posizioni.
In Veneto i dati registrati nei capoluoghi di Provincia sono i seguenti: a differenza di Belluno che rimane una città e una Provincia con valori di PM10 al di sotto dei valori medi giornalieri, le altre città venete si pongono nei primi venti posti della classifica.
Vicenza (VI Quartiere Italia) si trova al quinto posto con 114 giorni di sforamento, mentre al settimo Verona (Borgo Milano) con 103 giorni, Padova (Mandria) e Rovigo (Centro) al tredicesimo posto con 91 giorni di superamento del limite di 35 giorni, Treviso (Via Lancieri) si colloca al quattordicesimo posto con 88 giorni e al ventesimo posto Venezia (Parco Bissuola) con 76 giorni.
Per il pericoloso PM2.5 (frazione delle polveri, con diametro inferiore ai 2,5 micron), nonostante il monitoraggio sia obbligatorio già dal 2011 e sia fissato il valore obiettivo di 25 microgrammi/metro cubo come media annuale, ancora oggi sono disponibili i dati di poche città. Tra quelle monitorate da Legambiente i valori del PM2.5 sono fuori norma nel 50% delle città. Al primo posto ancora una volta le aree urbane dell’area padana: Torino, Padova e Milano con un valore medio annuo compreso tra 35 e 33 microgrammi/metro cubo.
Le altre città del Veneto che guidano la classifica rispetto al PM2.5 sono: Rovigo (Centro) che si colloca al quinto posto con 31 microgrammi/metro cubo, Venezia (Parco Bissuola) si trova in nona posizione con 30 e Verona (Cason) al tredicesimo posto con 28 microgrammi/metro cubo.
Il 2012 si chiude con una conferma sugli elevati livelli di inquinamento atmosferico che respiriamo nelle città italiane e lo smog è destinato a caratterizzare anche l’anno appena cominciato.
“Il problema dell’inquinamento dell’aria – dichiara Gigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto – è emerso in maniera forte proprio durante i roghi che si accendono in varie località per festeggiare l’Epifania. I dati di Arpav hanno misurato concentrazioni di PM10 almeno tre volte più alto del valore limite giornaliero.
I valori più alti a Venezia con 313 microgrammi/metro cubo e Treviso con 273 microgrammi/metro cubo, seguiti da Rovigo 228, Padova con 172, Verona con 166 e Vicenza con 148.
Pur condividendo le posizioni che prevedono una regolamentazione del panevin, in concertazione con la Regione Veneto, ci troviamo di fronte ad un evento che è solo una piccola parte di un problema ben più vasto che nella nostra Regione vede tra le cause principali il traffico veicolare e il riscaldamento privato.
La lotta allo smog si attua in primo luogo infatti con il governo della mobilità, che deve mettere al bando i mezzi più inquinanti e favorire il ricorso al mezzo pubblico – continua Lazzaro – ma per ottenere e consolidare lo spostamento dei pendolari dalla mobilità privata verso treni ed autobus, occorre che le amministrazioni locali, assieme alla Regione Veneto, concentrino i propri sforzi per coordinarsi in maniera decisa e colmare il drammatico divario che la separa dalle altre metropoli europee, quanto a dotazione di infrastrutture ferroviarie e servizi per la mobilità collettiva”.
Sono i processi industriali e di produzione di energia e in città prevalentemente il traffico veicolare e i riscaldamenti, le principali fonti di emissione di polveri fini, ossidi di azoto, dei precursori dell’ozono o di altri inquinanti come gli idrocarburi policiclici aromatici o il monossido di carbonio e del rumore. Questi sono quindi i settori su cui bisogna intervenire con AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) severe per siti produttivi e centrali elettriche, politiche di efficienza energetica degli edifici, diffusione di fonti rinnovabili e pulite per la produzione di energia e per il riscaldamento delle nostre abitazioni e una nuova mobilità incentrata sul trasporto pubblico locale e su quello ferroviario, dirottando i 400 milioni di euro regalati ogni anno all’autotrasporto, sul ferro e sulla mobilità collettiva.
“Quello che serve, ancor prima dei singoli provvedimenti – ha dichiarato la direttrice generale di Legambiente Rossella Muroni - è una capacità politica di pensare e di immaginare un modo nuovo di usare il territorio, un altro tipo di mobilità a basso tasso di motorizzazione e con alti livelli di efficienza e soddisfazione, spazi pubblici più sicuri, più silenziosi, più salutari, più efficienti, dove si creino le condizioni per favorire le relazioni sociali, il senso del quartiere, della comunità. Provvedimenti immediati, come la riduzione della velocità a 30 chilometri orari in ambito urbano o la creazione di aree car free nei pressi delle scuole, permetterebbero un rapido miglioramento della situazione e predisporrebbero a nuovi e più strutturali interventi, come la progettazione di un piano di rete ciclabile portante, la ridefinizione degli spazi urbani, la diffusione all’interno delle aree urbane del meccanismo del road pricing e del park pricing, fino alla riduzione del parco auto circolante”.
A preoccupare la Comunità europea e i cittadini italiani, non è solo l’inquinamento atmosferico, ma anche gli elevati livelli di rumore a cui siamo quotidianamente esposti nelle città. Uno studio commissionato dal Ministero dell’Ambiente olandese all’istituto di ricerca indipendente TNO mette in risalto che l’inquinamento acustico prodotto dal traffico causa danni al 44% della popolazione UE e costa 326 miliardi alla sanità comunitaria. I danni provocati vanno dall’aumento della pressione fino ai problemi cardiaci, dall’ipertensione all’insonnia. L’inquinamento acustico nelle più grandi città d’Europa è monitorato dall’agenzia europea per l’ambiente (EEA).
In Europa, secondo i dati della piattaforma, le località più rumorose sono l’area industriale della Westfalia (in Germania) e l’area di Manchester (in Gran Bretagna). In Italia invece, le città più rumorose sono Bari, Napoli, Roma, Bologna, Genova e Torino. Anche i controlli effettuati nei mesi di febbraio e marzo 2012 dal Treno verde di Legambiente, confermano gli elevati livelli di rumore nelle città italiane: in ognuna delle otto città (Potenza, Napoli, Roma, Grosseto, Milano, Venezia e Ancona) visitate dal convoglio ambientalista sono stati registrati decibel oltre la norma di legge, sia di giorno che di notte. I decibel più alti sono stati riportati a Roma, Milano, Genova e Napoli.
PM10 ti tengo d’occhio
La classifica di Legambiente dei Capoluoghi di Provincia che hanno superato la soglia limite di polveri sottili in un anno; Il Dlgs 155/2010 prevede un numero massimo di 35 giorni/anno con concentrazioni superiori a 50 µg/m3.
Posizione |
Capoluogo di Provincia (centralina peggiore) |
Giorni di superamento 2012 |
Posizione |
Capoluogo di Provincia (centralina) |
Giorni di superamento 2012 |
1 |
Alessandria (D’Annunzio) |
123 |
21 |
Bologna (Porta S. Felice) |
73 |
2 |
Frosinone (Frosinone scalo) |
120 |
22 |
Piacenza (via Giordani) |
71 |
3 |
Cremona (Via Fatebenefratelli) |
118 |
23 |
Firenze (Mosse) |
68 |
3 |
Torino (Consolata) |
118 |
24 |
Ravenna (via Caorle) |
66 |
4 |
Parma (Via Montebello) |
115 |
25 |
Cagliari (P.zza Sant’Avendrace) |
64 (al 16 dicembre) |
5 |
Vicenza (VI Quartiere Italia) |
114 |
25 |
Lodi (V.le Vignati) |
64 |
6 |
Brescia (Villaggio Sereno) |
106 |
26 |
Pescara (V.le Bovio) |
62 |
6 |
Milano (Pascal Città studi) |
106 |
26 |
Terni (Le Grazie) |
62 |
7 |
Verona (Borgo Milano) |
103 |
27 |
Ancona (via Bocconi) |
61 |
8 |
Bergamo (via Garibaldi) |
99 |
28 |
Como (V.le Cattaneo) |
58 |
9 |
Asti (Baussano) |
97 |
29 |
Roma (C.so Francia) |
57 |
10 |
Monza (via Machiavelli) |
96 |
30 |
Palermo (Di Blasi) |
55 |
11 |
Reggio Emilia (V.le Timavo) |
93 |
31 |
Lucca (Micheletto) |
54 |
12 |
Mantova (S. Agnese) |
90 |
32 |
Forlì (via Roma) |
52 |
13 |
Padova (Mandria) |
91 |
33 |
Biella (Lamarmora) |
50 |
13 |
Benevento (Via Floria) |
91 |
34 |
Varese (via Copelli) |
48 |
13 |
Rovigo (Centro) |
91 |
35 |
Trieste (Via Carpineto) |
45 |
14 |
Rimini (Flaminia) |
88 |
36 |
Lecco (via Amendola) |
44 |
14 |
Treviso (via Lancieri) |
88 |
37 |
Pordenone (centro) |
43 |
15 |
Napoli (Ente Ferrovie) |
85 |
38 |
Prato (Roma) |
42 |
15 |
Modena (Giardini) |
85 |
39 |
Latina (via Romagnoli) |
41 |
16 |
Novara (Roma) |
84 |
40 |
Cuneo (Alpini) |
40 |
17 |
Pavia (P.zza Minerva) |
83 |
41 |
Aosta (via Primo Maggio) |
39 |
18 |
Vercelli ( Gastaldi) |
79 |
42 |
Trento (via Bolzano) |
38 |
19 |
Ferrara (C.so Isonzo) |
77 |
43 |
Sondrio (via Mazzini) |
36 |
20 |
Venezia (Parco Bissuola) |
76 |
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Fonte: elaborazione Legambiente su dati Arpa Regionali
Per informazioni 333 8268258