TRASPORTO PUBBLICO, RIPARTE PENDOLARIA
Venezia, 11 dicembre 2012 Comunicato stampa
Legambiente lancia una giornata di mobilitazione contro “i soliti vecchi treni”
La linea Padova-Venezia nella mappa delle 10 linee ferroviarie peggiori d’Italia
Legambiente:
“Pendolari abbandonati da governo e regioni”
La Padova-Venezia, la Circumvesuviana, la Roma Viterbo, la Palermo-Messina: tra riduzioni delle corse, lentezza, disservizi e sovraffollamento, sono solo alcune delle tratte ferroviarie peggiori d’Italia. Una triste classifica presentata da Legambiente, che annuncia una giornata di mobilitazione il 18 dicembre per chiedere più treni per i pendolari, nuove carrozze e servizi migliori.
Riparte così Pendolaria, la campagna dell’associazione dedicata alla mobilità sostenibile e ai diritti di chi ogni giorno si sposta in treno. Perché la vita dei pendolari, purtroppo, non migliora, ma si fa sempre più incerta.
“Quella dei treni per i pendolari è una vera e propria emergenza nazionale – dichiara il presidente di Legambiente Veneto Gigi Lazzaro – di cui nessuno sembra intenzionato a occuparsi. Negli ultimi anni il servizio è andato peggiorando per la riduzione e l’incertezza delle risorse, che ha portato ad avere treni sempre più affollati, in ritardo e con le solite vecchie carrozze. Per chi si muove in treno ogni giorno la situazione è spesso disperata, con autentici drammi giornalieri che si vivono sulle linee venete. La Padova – Venezia, infatti, rientra tra le dieci peggiori linee a livello nazionale, ma non dobbiamo dimenticarci della vergognosa situazione in cui sono costretti a viaggiare i pendolari sulle tratte Verona-Rovigo, o Venezia-Portogruaro. La nostra mobilitazione a fianco dei pendolari punta a cambiare questo stato di cose, Governo e Regione devono impegnarsi concretamente per migliorare il trasposto pubblico su ferro”.
Legambiente Veneto anticipa una parte dei dati contenuti nel rapporto Pendolaria che sarà presentato il 18 dicembre. Nel triennio 2010-2012 la media delle risorse stanziate è diminuita del 22% rispetto al 2007-2009. Il 2009 è stato, infatti, l’ultimo anno in cui sono state destinati fondi sufficienti a garantire un servizio decoroso. Anche il Governo Monti non ha fornito certezze per il futuro del trasporto pendolare in Italia. Per il prossimo anno i fondi per il trasporto pendolare sono destinati ancora a ridursi. La diretta conseguenza di questa situazione sono tagli ai servizi, aumento del prezzo dei biglietti, stop agli investimenti per l’acquisto dei treni.
Nel 2011 i tagli ai servizi in Veneto sono stati del 3,5 % mentre il prezzo del biglietto è cresciuto in media del 15%. Nel 2012, invece, non ci sono stati né aumenti, né tagli: “Certo, – sostiene Lazzaro – la Giunta Regionale ormai non ha più nulla su cui tagliare per i pendolari veneti. Peggio di così non si potrebbe fare. A ciò si aggiunge il fatto – continua – che il tanto declamato Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale, dato per pronto ad entrare in funzione dall’Assessore Regionale alle Politiche della Mobilità Renato Chisso, dopo 12 anni dalla posa della prima pietra, non è stato contemplato nell’ultimo orario ferroviario regionale. È una chimera sventolata in faccia ai pendolari da vent’anni – afferma. Ciò significa che, per l’ennesimo inverno, i pendolari che si muovono sulle tratte del Veneto centrale non potranno godere di questo nuovo servizio e saranno costretti a viaggiare ancora su vecchie carrozze affollate e con continui disservizi”.
L’Assessore Chisso, infatti, in un comunicato stampa del 29 marzo scorso, annunciava “Per dicembre 2012 o al massimo entro i primi mesi del 2013 i treni dell’SFMR entreranno in funzione”, dichiarando la fase uno di realizzazione completata al 90%. Ma il nuovo servizio non compare nell’ultimo orario ferroviario regionale. “Dovremo attendere giugno 2013 per vedere se, finalmente, i nuovi treni entreranno in funzione – spiega Lazzaro. E solo allora capiremo se, effettivamente, l’SMFR fornirà corse aggiuntive e aiuterà a liberare le vecchie carrozze congestionate o se i nuovi treni andranno solamente a sostituire i vecchi convogli, che costringono oggi i pendolari veneti a viaggiare in condizioni pietose. Se l’SMFR entrasse davvero in funzione, l’Assessore non potrà certo aspettarsi applausi, piuttosto, un sospiro dei sollievo, dopo vent’anni di attesa e di continui tagli, ritardi, disservizi e investimenti esclusivamente a favore del trasporto privato su gomma, con realizzazione di strade e autostrade inutili e dannose per il territorio, una impermeabilizzazione del suolo veneto con effetti devastanti sull’equilibrio idrogeologico sotto gli occhi di tutti.”
Infine, Legambiente pone un quesito anche all’Assessore Conte, alla guida dell’assessorato regionale all’ambiente: “perché il nostro assessore all’ambiente non ha mai speso una sola parola a favore dell’SMFR? Eppure potrebbe essere uno strumento di azione concreta su scala regionale, di cui l’Assessore avrebbe dovuto reclamare con forza l’attivazione quale arma nella lotta contro la tragica situazione della qualità dell’aria nella pianura veneta, lotta lasciata oggi alla singola iniziativa dei Comuni, unici soggetti pubblici rimasti a cercare di arginare il problema”.
Legambiente rinnova l’invito ai pendolari veneti ad aderire alla giornata di mobilitazione nazionale che si svolgerà al prossimo 18 dicembre per chiedere più treni per i pendolari, nuove carrozze e servizi migliori.