Il monitoraggio della Goletta dei Laghi di Legambiente sul Lago di Garda
Bardolino (VR) 27 Luglio 2020
Il monitoraggio della Goletta dei Laghi di Legambiente sul Lago di Garda
Dei sei punti monitorati solo uno risulta ‘inquinato’
I dati sulle microplastiche
Legambiente: “buoni i dati ma non abbassare la guardia, continuare a monitorare le acque per mappare gli scarichi abusivi”
Qui la mappa interattiva del monitoraggio, con i punti di campionamento e i risultati delle analisi
Sono stati sei i punti monitorati dalla Goletta dei Laghi nelle acque del Lago di Garda e sottoposti ad analisi microbiologiche. Uno è stato giudicato come “inquinato”.
Nel mirino ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva nei laghi.
È questa, in sintesi, la fotografia scattata nella seconda tappa Veneta lungo le sponde del Lago di Garda da un team di tecnici e volontari di Goletta dei Laghi, la campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute dei bacini lacustri italiani.
A parlarne, nel corso di una conferenza stampa tenuta stamane a Bardolino (VR) Luigi Lazzaro, Presidente Legambiente Veneto, Chiara Martinelli - Presidente Legambiente Verona, Giorgio Franzini, Ufficio attività Lago di Garda di Arpav, Raffaello Boni - Presidente Legambiente Baldo-Garda, Davide Fumaneri - Direttore protocollo Garda Green, Paola Fagioli - Legambiente Turismo
“La missione di Goletta dei Laghi resta sempre quella di non abbassare la guardia sulla qualità delle acque e rilevare le principali fonti di criticità per gli ecosistemi lacustri” dichiara Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto.
Nel rispetto delle restrizioni per il distanziamento fisico imposte dalla pandemia, la 15esima edizione di Goletta dei Laghi quest’anno sta vivendo di una formula inedita all’insegna della partecipazione attiva dei cittadini, con più spazio a citizen science e territorialità.
La missione di Goletta dei Laghi resta però sempre quella di rilevare le principali fonti di criticità per gli ecosistemi lacustri: gli scarichi non depurati e inquinanti, la cementificazione delle coste, la captazione delle acque, l’incuria e l’emergenza rifiuti, in particolare l’invasione della plastica, che non riguarda soltanto mari e oceani, ma anche fiumi e laghi.
Partner di Goletta dei Laghi 2020 sono CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, e Novamont, azienda leader a livello internazionale nel settore delle bioplastiche e dei biochemicals. Media partner della campagna è invece La Nuova ecologia
I DETTAGLI DELLE ANALISI MICROBIOLOGICHE SUI LAGO DI GARDA
È bene ricordare che il monitoraggio di Legambiente non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei nostri laghi, prendendo prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo lungo le sponde dei nostri laghi, rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano nei bacini lacustri. Il monitoraggio delle acque in questi due laghi lombardi è stato eseguito lo scorso 7 luglio dai volontari dell’associazione.
I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.
Sul Lago di Garda torna ad essere giudicato “inquinato” il punto presso la foce del Torrente Gusa, nel Comune di Garda, l’anno scorso nei limiti di legge.
Negli ultimi due anni i punti monitorati di Legambiente sulle sponde venete del Garda avevano dato tutti dei buoni risultati a fronte di una criticità diffusa negli anni precedenti al 2018
“ Torna ad essere sorvegliato speciale il Torrente Gusa, che lo scorso anno a sorpresa era risultato essere entro i limiti di legge dopo 10 anni in cui le acque si presentavano inquinate o fortemente inquinate. Bene gli altri punti, anche se in alcuni casi i limiti di legge per le unità formanti colonia di Escherichia Coli presenti, sono al limite.” Afferma Chiara Martinelli, presidente di Legambiente Verona. “Chiediamo alle amministrazioni di continuare a vigilare affinchè vengano scovati gli scarichi abusivi che confluiscono nei rii e nei torrenti e che vanno a compromettere la qualità delle acque del lago”
I prelievi e le analisi di Goletta dei Laghi vengono eseguiti da tecnici e volontari di Legambiente. L’ufficio scientifico dell’associazione si è occupato della loro formazione e del loro coordinamento, individuando laboratori certificati sul territorio. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero fino al momento dell’analisi, che avviene lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli).
LEGENDA
Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:
INQUINATO: Enterococchi Intestinali maggiore di 500 UFC/100ml e/o Escherichia Coli maggiore di 1000 UFC/100ml
FORTEMENTE INQUINATO: Enterococchi Intestinali maggiore di 1000 UFC/100ml e/o Escherichia Coli maggiore di 2000 UFC/100ml
Anche per l’edizione 2020 il CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, affianca, in qualità di partner principale, le campagne estive di Legambiente, Goletta dei Laghi e Goletta Verde. L’olio minerale usato è un rifiuto pericoloso che, se smaltito impropriamente, può determinare gravi effetti inquinanti. Se gestito e rigenerato correttamente, può divenire una risorsa preziosa che torna a nuova vita sotto forma di basi lubrificanti.
«Preservare l’integrità degli ecosistemi acquatici è un obiettivo centrale per il CONOU, impegnato da 36 anni ad evitare che un rifiuto pericoloso come l’olio lubrificante usato possa danneggiare i nostri mari e laghi. Basti pensare che, dall’inizio della sua attività, il Consorzio ha salvato dall’inquinamento una superficie grande due volte il mar Mediterraneo” dichiara Paolo Tomasi, Presidente del CONOU.
IL MONITORAGGIO RELATIVO ALLE MICROPLASTICHE
La tappa sul Lago di Garda di Goletta dei Laghi è l’occasione anche per presentare i dati relativi al monitoraggio della presenza di microplastiche nelle acque dei laghi realizzato anche nell’edizione 2019 grazie alla collaborazione con ENEA e IRSA/CNR.
Nel 2019 nel lago di Garda sono stati prelevati 8 campioni in 6 aree del lago (2 punti con replica). La media rilevata è pari a 131.619 particelle per chilometro quadrato di superficie. In colonna d’acqua è stato rilevato un dato medio di 0,49 particelle per metro cubo di acqua filtrata.
Queste piccolissime particelle inferiori a 5 mm finiscono nelle acque interne anche a causa dei comportamenti quotidiani: tessuti sintetici che rilasciano microfibre (fino ad un milione e mezzo per un normale lavaggio in lavatrice), cosmetici, rifiuti plastici abbandonati o non smaltiti correttamente costituiscono assieme alle microplastiche derivanti dall’attrito tra pneumatici ed asfalto, le principali fonti del problema. E allora, come sempre, con qualche attenzione in più ogni singolo cittadino può fare la sua parte per limitare i danni.
Gli impatti sull’ambiente sono rilevanti: Le microplastiche raggiungono l’ambiente attraverso le acque di scarico domestiche e industriali, il dilavamento, il deflusso superficiale, le deposizioni atmosferiche e la frammentazione di rifiuti più grandi. Si tratta di un inquinante complesso, fatto di materiali che possono variare in composizione chimica, forma, struttura e dimensione, e che non fanno bene all’ambiente.
Il Lago di Garda, insieme a quelli di Trasimeno e Bracciano – sono al centro del progetto Blue Lakes che ha l’obiettivo di prevenire e ridurre l’inquinamento da microplastiche nei laghi, coinvolgendo partner scientifici, associazioni, autorità competenti e istituzioni. Il partenariato è coordinato da Legambiente e completato da Arpa Umbria, Autorità di Bacino dell’Appennino Centrale, Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), Università Politecnica delle Marche, Global Nature Fund e Fondazione Internazionale del Lago di Costanza in Germania.
IL TURISMO SUL GARDA
Anche da questi monitoraggi sulle microplastiche, iniziati nel 2016, nasce la collaborazione tra Legambiente Turismo e Garda Green, protocollo per la sostenibilità delle strutture ricettive del lago, per portare maggiore sensibilità alle PMI, affinchè dedichino più attenzione alle soluzioni disponibili per ridurre l’utilizzo della plastica e affinchè verifichino il corretto smaltimento agli scarichi. “Il nostro invito alle strutture ricettive è quello di utilizzare il tempo lasciato libero in una stagione mai entrata nel vivo a causa del COVID19, per dedicare attenzione al miglioramento del proprio impatto sull’ambiente” dichiara Davide Fumaneri, direttore di Garda Green. “ Investire sulle risorse ambientali del lago, per salvaguardarlo, è la migliore strategia sul lungo termine che si possa attuare, per assicurare un’economia che possa continuare ad esistere”
“Questa pandemia ha messo in evidenza come il turismo sia un risorsa fondamentale per il Paese e per alcune destinazioni in particolare e allo stesso tempo quanto sia volubile, soggetta molto più di altre a cambiamenti repentini. Per questo occorre una pianificazione attenta che guardi oltre l’immediato futuro, che tenga conto di tutto il tessuto territoriale, degli impatti ambientali e sociali e che abbia gli strumenti per rimodularsi rapidamente.” Aggiunge Paola Fagioli di Legambiente Turismo
In questi mesi Legambiente ha lavorato per dare da un lato strumenti e spunti agli imprenditori e per favorire il turismo nazionale attraverso il portale Vacanze Italiane, costruito in collaborazione con il Touring Club Italiano. lo scopo è fare in modo che gli italiani non scelgano le vacanze nel proprio paese solo quest’anno, come ripiego, ma continuino a sceglierlo anche nel futuro, perchè l’Italia ha moltissimo da offrire.
IL NUOVO DEPURATORE DEL GARDA
Durante la tappa di Goletta dei Laghi Legambiente Veneto ha lanciato un comunicato congiunto con Legambiente Lombardia, per chiedere insieme che sul nuovo depuratore del Garda ci sia un progetto unitario che metta al centro la tutela del Lago.
“Se il Lago è uno infatti, perché Lombardia e Veneto continuano a procedere in ordine sparso?” si interroga Raffaello Boni del circolo Baldo Garda.
Tra i progetti oggi centrali per il bacino del Garda, c’è sicuramente quello del rifacimento del collettore fognario, un’opera che dovrà sostituire l’impianto esistente, e che fin dall’inizio ha dimostrato i propri limiti sia per la scelta di raccolta di acque miste (bianche e nere), sia per l’infelice collocazione prevalentemente sulle rive. Ma il progetto di rifacimento è purtroppo ancora denso di criticità: a tutt’oggi solo sulla sponda veneta è stato elaborato e approvato il progetto definitivo, mentre sulla sponda bresciana è ancora nella fase di studio del progetto di fattibilità preliminare. Ma le due sponde sono inscindibilmente legate tra loro, dato che anche la raccolta e la depurazione delle acque miste bresciane sono convogliate nell’impianto di depurazione di Peschiera, realizzato unitariamente dai Consorzi veronese e bresciano. Questo vuol dire che l’attuazione del progetto veronese, da poco approvato, continuerà a mantenere in vita anche quegli aspetti – collettori sublacuali e raccolta dei reflui misti – che in teoria erano i principali e irrinunciabili elementi critici richiamati per motivare la necessità del nuovo impianto di collettamento. Francamente non se ne comprende la logica e il senso.