INCENERITORE DI FUSINA: LEGAMBIENTE INCONTRA ASSESSORE BOTTACIN
SOSPENDERE L’ITER AUTORIZZATIVO E STRALCIARE DAL PROGETTO LA LINEA DI INCENERIMENTO PER I FANGHI DI DEPURAZIONE, PRIMO PASSO PER COSTRUIRE UN FUTURO RIFIUTI FREE
Il confronto richiesto da Legambiente Veneto con la lettera aperta a Zaia e Bottacin ha visto un ulteriore passo in avanti. Cogliendo l’apertura al confronto dimostrata dall’assessore regionale all’ambiente, ha potuto ribadire la necessità di attivarsi immediatamente e concretamente per la sospensione dell’iter autorizzativo e l’avvio di un tavolo di confronto sulla visione della Regione del Veneto sul sistema di gestione dei rifiuti, per compiere l’auspicata rivoluzione circolare nell’ottimizzazione dell’uso di risorse naturali e nella gestione dei rifiuti, rottamando l’utilizzo della discarica e della combustione dei rifiuti a fini energetici.
Inoltre in un’ottica di programmazione Legambiente sottolinea come sia ancora incerte programmazione e strategia da adottare per la gestione dei fanghi da depurazione sia civili che industriali. “Per questo – dichiara Luigi Lazzaro presidente di Legambiente Veneto – a prescindere dal rilascio del provvedimento di VIA e dei titoli abilitativi richiesti dal proponente, riteniamo indispensabile la rimodulazione del progetto e lo stralcio della linea 3 riferita all’essiccamento dei fanghi di depurazione urbana ed al trattamento dei percolati.”
Sono queste le principali richieste che Legambiente ha posto all’assessore regionale Gianpaolo Bottacin riguardo al progetto di “Polo impiantistico di Fusina per la gestione rifiuti progetto di aggiornamento tecnologico” presentato dalla società Ecoprogetto Venezia srl nel marzo 2019 e attualmente in fase di valutazione VIA/AIA presso la Regione del Veneto.
“Abbiamo trovato l’assessore attento e ricettivo riguardo le nostre istanze e perplessità, motivo in più per noi, per ribadire – prosegue Lazzaro – che per delineare un futuro rifiuti free è indispensabile che la Regione interpreti senza indugi il ruolo di ‘direttore d’orchestra’: i veneti non possono rischiare che lo sviluppo delle politiche sui rifiuti venga indebolito da assoli, magari stonati come in questo caso, da parte di eccentrici musicisti.”.
In questo contesto sarà anche fondamentale capire in quale ruolo il Ministero vorrà giocare questa delicata partita. Per Legambiente serve un segnale concreto che vada oltre alle dichiarazioni rituali, uno “stop&go” necessario, soprattutto per fare chiarezza sulla situazione impiantistica regionale per la gestione dei fanghi di depurazione civili ed industriali: troppe ipotesi progettuali aleggiano sulla nostra regione da Marghera a Verona passando per la Valle del Chiampo. Tutte ipotesi basate su tecnologie datate e che oggi dovrebbero essere comparate con le migliori e più innovative tecnologie presenti sul mercato.
L’eventuale capacità impiantistica non può in ogni caso prescindere dalla condizione sine qua non che vede la riduzione della produzione di rifiuti e la drastica riduzione della frazione del secco non riciclabile. Un impegno che Legambiente pretende da ogni gestore che deve almeno garantire il raggiungimento degli obiettivi degli obiettivi dell’attuale piano regionale sui rifiuti. Obiettivi senz’altro ambiziosi ma alla portata del Veneto come dimostrano le straordinarie performance di alcuni distretti come quelli del Trevigiano e della Bassa Veronese.
È da questi esempi virtuosi che deve partire la rimodulazione dell’impianto di Ecoprogetto, così come l’impegno dei gestori del veneziano, che hanno l’obbligo di disegnare strategie e sviluppare modelli capaci di ottenere risultati apprezzabili. Obiettivi già in parte indicati dalle norme regionali che ad oggi sono invece disattesi: infatti nel 2019, secondo i dati ARPAV, la produzione procapite di rifiuti dei comuni del bacino di Venezia si attesta a 510 kg/abitante (contro i 420 previsti dalla norma), la raccolta differenziata si ferma al 68,8% (contro il 76% prevista dal piano) ed il secco residuo è addirittura di 159 kg/ab (quasi 6o kg oltre gli obiettivi regionali e ben oltre il doppio dei 75kg che per Legambiente definiscono i comuni rifiuti free).
In conclusione Legambiente ha ribadito la necessità di pianificare e promuovere l’economia circolare che rappresenta una straordinaria occasione di ripartenza ed innovazione per l’economia veneta e per la lotta ai cambiamenti climatici – necessario per costruire un futuro rifiuti free e non vanificare gli sforzi fatti fino ad oggi in questa direzione nella nostra regione.