Legambiente con i porduttori di fotovoltaico in regione per appoggiare l’economia veneta
È avvenuto oggi presso palazzo Ferro-Fini l’incontro tra Legambiente Veneto, i rappresentanti delle aziende del comparto fotovoltaico veneto, i sindacati e l’Assessore Regionale all’Ambiente Conte.
All’Assessore e ai rappresentanti del Consiglio Regionale le parti hanno espresso la loro fortissima preoccupazione per l’attuale bozza del nuovo “Conto Energia”, che dietro ambiziosi obiettivi nasconde pastoie burocratiche tali da affossare potenzialmente il comparto fotovoltaico in Italia e, con esso, migliaia di posti di lavoro nella nostra regione.
Legambiente è scesa in piazza a Roma, assieme alle aziende e ai sindacati, per una manifestazione davanti a Montecitorio in cui si chiede la revisione del provvedimento e in particolar modo la reintroduzione dell’incentivo per lo smaltimento delle coperture in amianto.
In Veneto Legambiente ha promosso nell’ultimo anno e mezzo la campagna Eternit Free che ha coinvolto 4 delle 7 provincie venete (Rovigo, Padova, Venezia, Treviso), ottenendo il patrocinio degli enti provinciali e di molte associazioni di categoria, coinvolgendo più di 100.000 mq di eternit.
“Nel nostro paese – spiega Davide Sabbadin, responsabile Politiche Energetiche per Legambiente Veneto – solo durante lo scorso anno, si è installata una capacità di 1,3 GW di energia elettrica su tetti bonificati dall’eternit: quindi il 10% della potenza fotovoltaica italiana (uno dei paesi più solari del mondo) è fatto su superfici rubate all’amianto e quindi bonificate per la salute e per l’ambiente; un risultato entusiasmante che non va buttato alle ortiche eliminando quell’incentivo che ha provato la sua notevole efficacia nella lotta a questo infido inquinante che tanti morti ha provocato anche in Veneto”.
Ma, durante l’incontro con i rappresentanti della Regione, non si è discussa solo la reintroduzione dell’incentivo allo smaltimento dell’amianto attraverso il fotovoltaico: si è chiesta con forza l’eliminazione dei possibili intoppi burocratici (certificazione energetica obbligatoria e iscrizione onerosa a registri nazionali) per i piccoli impianti, quelli familiari e delle piccole aziende, che vedono nel Veneto un’eccellenza assoluta: “il Veneto – puntualizza infatti Sabbadin – è, dopo la Lombardia, la regione con il più alto numero di impianti installati, segno che per l’economia diffusa del territorio il fotovoltaico ha rappresentato un motore vero e che l’investimento in questo settore, come in quello dell’efficienza energetica degli edifici, produce economia stabile e diffusa, con benefici per i cittadini e per le imprese, a differenza di investimenti nel settore fossile come il carbone che producono posti di lavoro temporanei, localizzati e i cui proventi vanno soprattutto alle grandi multinazionali dell’energia”.
Secondo Legambiente, dunque, il settore terziario e secondario Veneto e in particolare le PMI più innovative devono essere aiutate: “il Veneto faccia la sua parte nella conferenza Stato-Regioni per modificare il provvedimento”.