Legambiente: “Risalire alla cause dell’inquinamento ed evitare la pesca della specie in estinzione”

“Le cause di questa situazione – spiega Legambiente – sono riconducibili in gran parte alla gestione inefficiente della rete idrografica superficiale e alle distruzioni degli habitat naturali. Dunque i livelli «ballerini» delle acque per i prelievi irrigui, che lasciano in secca le uova deposte vicino a riva; la cementificazione delle sponde che ha fatto sparire i letti di frega su cui i pesci andavano a riprodursi; la riduzione delle praterie sommerse di alghe e piante acquatiche; le dighe e gli sbarramenti in entrata e uscita da fiumi e torrenti. Situazioni favorite da una grande confusione normativa, dalla frammentazione di competenze e risorse e dalla tardiva o mancata applicazione di direttive internazionali, in particolare la Direttiva quadro acque del 2000 e la Direttiva habitat del ’92, per cui l’Italia è stata già più volte richiamata o condannata dall’Unione Europea”.
Ma a preoccupare l’associazione ambientalista non è solo l’enigma “anguille alla diossina” ma anche quello legato all’estinzione del Carpione del Garda.

“Il carpione ha bisogno di tutela – continua Legambiente -, anche dall’Ente che dovrebbe tutelarlo per il bene comune. Ma inspiegabilmente non compare negli elenchi ufficiali delle specie che necessitano di protezione”, pur essendo una specie ittica di “notevole importanza faunistica”. Ed è per questo che risultano urgenti ed indispensabili serie misure per la sua salvaguardia. Per tutelare la specie in estinzione si potrebbe lanciare una campagna per inserire il Carpione tra le specie a rischio estinzione della Direttiva CEE “Habitat” oltre a presentare una richiesta alla Provincia di Brescia e Verona per mettere subito in atto il fermo pesca professionale del pesce di lago a rischio. Del resto, la Regione Veneto, ha già inserito il divieto di pesca nelle Misure di Conservazione della ZPS “Basso Garda”, inserendo il Carpione nelle specie da tutelare anche nel nuovo regolamento regionale sulla pesca nel lago di Garda. Si potrebbe inoltre utilizzare l’incubatorio provinciale di Bardolino, nel Centro Studio dell’Ecosistema e della Biodiversità del Garda, da affidare ad Istituti scientifici e università. Ci appelliamo quindi – conclude Legambiente – all’assessore Venturi affinché revochi immediatamente la pesca in deroga, come atto di responsabilità e buona volontà”.
La Goletta dei Laghi è la campagna nazionale di Legambiente per il monitoraggio delle acque dei maggiori bacini lacustri, realizzata con il contributo del COOU (Consorzio Obbligatorio Oli Usati).
Appuntamento per la stampa domani, domenica 17 luglio alle ore 10.00, al Porto di Pacengo a Lazise (Vr) con l’iniziativa “Scarpe e cervello, pensieri e parole”. L’equipaggio della Goletta dei Laghi percorrerà il lungolago per affrontare il problema degli accessi negati alle spiagge.
I risultati del monitoraggio delle acque del Benaco saranno presentati in conferenza stampa lunedì 18 luglio alle 11.30 a Verona presso la sede di Legambiente Verona e alle 11.30 a Sirmione presso l’ex sala consiliare in Piazza Virgilio 20.

16 Lug, 2011