Presentato oggi il bilancio della campagna informativa itinerante di Legambiente per i referendum su Nucleare e Acqua bene comune
Lazzaro: “Obiettivo pienamente raggiunto: il successo della campagna ci rende fiduciosi per il raggiungimento del quorum”.
Trentadue giorni di attività, oltre seimila kilometri percorsi, ottanta paesi visitati, trenta Amministrazioni Comunali incontrate; e ancora cinquanta associazioni e comitati locali coinvolti, centoquarantamila volantini informativi distribuiti, duecentocinquanta ore di megafonia effettuare, oltre quattrocento cittadini saliti “a bordo per la Democrazia”. Questi, in sintesi, i numeri che dipingono il successo di AutoSTOPnucleare, la campagna informativa ideata e realizzata da Legambiente Veneto in collaborazione con i Comitati Regionali “Vota SI per Fermare il Nucleare” e “2 SI per l’Acqua Bene Comune”.
“AutoSTOPnucleare ha senza dubbio raggiunto l’obiettivo – afferma Luigi Lazzaro, responsabile della campagna per Legambiente Veneto -: informare e sensibilizzare il maggior numero possibile di cittadini veneti riguardo i quesiti referendari del 12 e 13 giugno, spiegando loro le motivazioni che ci spingono a sostenere con decisione il SI per fermare il nucleare in Italia ed impedire la privatizzazione di un bene fondamentale come l’acqua”.
Il tour informativo veneto rientra a pieno titolo nella tradizione di Legambiente, erede dei primi nuclei ecologisti e del movimento antinucleare che si sviluppo in tutto il mondo occidentale nella seconda metà degli anni ’70. L’ Associazione Ambientalista, infatti, sostiene l’importanza del contatto diretto con i cittadini, del dialogo quale strumento fondamentale di informazione e sensibilizzazione.
“Queste 5 settimane di attività – continua Lazzaro – hanno confermato quanto la censura mediatica, la disinformazione e la falsa informazione possano influenzare la società anche nell’epoca dei “nuovi media”. Se a questo aggiungiamo il vero e proprio tentativo di boicottaggio della consultazione popolare attuato dal Governo risulta evidente come l’azione diretta di associazioni e comitati sia fondamentale per combattere la negazione del diritto dei cittadini alla corretta informazione”.
Mancato accorpamento della consultazione referendaria alle elezioni amministrative con conseguente sperpero di 400 milioni di euro, moratoria di un anno e, successivamente, cancellazione delle norme riguardanti l’energia nucleare con il decreto “Omnibus”, mancato riconoscimento del voto espresso dagli Italiani all’estero: queste le azioni del
Governo denunciate da Legambiente, “tentativi – secondo Lazzaro – di tappare la bocca al popolo, passi pericolosi sul sentiero verso l’antidemocrazia.”
Da queste considerazioni nasce la soddisfazione di Legambiente per il lavoro svolto fino ad ora: “riteniamo una grande vittoria della società civile l’imponente movimento creatosi attorno alle tematiche referendarie, movimento che ha saputo far fronte alle difficoltà con volontà e determinazione cementate dalla convinzione di operare per il futuro dell’Italia intera”.
Ma perché Legambiente ha scelto proprio Rovigo per concludere il proprio tour informativo?
“Il Polesine – spiega Lazzaro – è una delle zone più probabili per la localizzazione di un impianto nucleare, viste le sue caratteristiche morfologiche, idrologiche, sismiche, demografiche. È superfluo sottolineare che l’istallazione di una centrale nucleare decreterebbe definitivamente la morte di settori economici vitali per la provincia di Rovigo e per il suo delta: pesca, agricoltura e turismo. Abbiamo deciso di chiudere qui la nostra campagna per ricordare ai cittadini polesani il rischio che corrono se il referendum non dovesse raggiungere il quorum”.