Pendolaria 2010
VENETO SOLO LO 0,04% DEL PROPRIO BILANCIO PER I 140.000 PENDOLARI CHE OGNI GIORNO PRENDONO IL TRENO
Legambiente Veneto: “Con i tagli del Governo e i mancati investimenti della Regione Veneto si rischia un tracollo del trasporto ferroviario. E’ urgente un cambio di rotta e investimenti capaci di aumentare e migliorare il servizio a beneficio della qualità della vita di tutti i cittadini, dell’ambiente e delle tasche degli italiani”
Il 2011 sarà, con tutta probabilità, l’anno nero del trasporto ferroviario in Italia. Verranno tagliati 154 treni a lunga percorrenza (su 600), mentre, per quanto riguarda il servizio ferroviario pendolare, mancano 800 milioni di Euro rispetto al 2010, ossia il 45 % delle risorse necessarie per garantire un servizio, già in molti casi carente. La conseguenza inevitabile sarà un drastico taglio dei treni in circolazione.
Pendolaria 2010, il dossier di Legambiente che da 5 anni fotografa puntualmente la situazione del trasporto ferroviario regionale e metropolitano in Italia, lancia un forte grido d’allarme per quella che nel 2011 diverrà una vera emergenza: sono moltissimi infatti, i treni e le tratte a rischio soppressione a fronte di forti aumenti dei prezzi per un servizio destinato a peggiorare nonostante la domanda in crescita in tutta la penisola.
“L’area Veneta – dice Michele Bertucco Presidente di Legambiente Veneto – è purtroppo trascurata da un Governo regionale che da troppo tempo sembra avere attenzione solo per le infrastrutture autostradali”.
Nel Veneto il modello di domanda pendolare non è monocentrico, come nelle altre Regioni, e dunque dovrebbe portare a ragionare in termini specifici vista anche la fortissima domanda di mobilità tra i diversi centri. Una soluzione intelligente era quella, oramai di diversi anni fa, che prevedeva la creazione di un forte Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SMFR) con treni ad alta frequentazione tra le città e le stazioni poste lungo il quadrilatero Treviso, Venezia, Padova, Castelfranco Veneto. Le promesse purtroppo sono state presto dimenticate e rispetto a quanto annunciato l’unica linea su cui vi sono stati investimenti concreti è quella che collega Venezia a Mira (VE), una vecchia linea recentemente elettrificata, mentre gli unici lavori completati sono quelli relativi ad alcune stazioni quali Trebaseleghe e Spinea (sulla linea Mestre-Castelfranco), Mestre Ospedale e San Trovaso (sulla linea Mestre-Treviso), Mestre Porta Est (sulla linea Mestre-Portogruaro), Mestre Porta Ovest. Eppure il progetto del SMFR rimane particolarmente lungimirante perché rafforza la possibilità di spostamenti su ferro all’interno dell’area più abitata della “città diffusa” veneta. Il concetto alla base del Sistema Ferroviario Metropolitano è quello di arrivare ad un cadenzamento regolare e frequente dei passaggi dei treni lungo questi assi prioritari, e di trovare nei nodi coincidenze regolari con le altre direttrici regionali. In pratica un modello simile a quello che funziona molto bene nella Regione della Rhein-Ruhr in Germania, con il sistema delle S-Bahn che collega più di 10 città coinvolgendo un totale di 10 milioni di abitanti. Per capire i ritardi della situazione veneta basti dire che tra Treviso e Padova, un percorso di circa 50 km, esistono solamente due treni diretti tra le 7 e le 10 ed il tempo di percorrenza è di oltre un’ora.
Il progetto del SMFR Veneto, (Fonte Wikipedia)
Le oltre 140 mila persone che ogni giorno viaggiano in Veneto sui treni lamentano diversi disagi che hanno portato alla nascita di una decina di comitati pendolari. I principali problemi riguardano il sovraffollamento delle carrozze, i pochi treni presenti nelle ore di punta, la difficoltà di trovare coincidenze nelle stazioni, e in generale la disattenzione nei confronti dei pendolari testimoniata anche dagli scarsi investimenti nel potenziamento del servizio e per l’acquisto di materiale rotabile.
Un’ area particolarmente interessata alla risistemazione del sistema ferroviario regionale è quella del Polesine e del capoluogo Rovigo. I problemi principali riguardano la costante riduzione degli Eurostar che effettuano fermata a Rovigo (e che non vengono sostituiti con alternative di collegamento per le stazioni dove fa fermata) ed i collegamenti Est-Ovest, da Verona in direzione di Adria e viceversa. Quest’ultimo collegamento rappresenta un problema particolarmente rilevante in virtù della grande quantità di pendolari che frequentano queste tratte ferroviarie e vista l’inefficiente organizzazione degli orari. Basti dire che non esiste un treno Legnago-Adria diretto, e il cambio obbligato a Rovigo costringe a lunghe attese e porta a far salire i tempi di percorrenza in alcuni casi ad oltre 3 ore, per una distanza di appena 65 km. Stessa situazione si riscontra tra Sant’Elena ed Adria, dove il treno delle 8.05 obbliga a 2 cambi ed arriva a destinazione alle 10.44, ben oltre qualsiasi orario di entrata a lavoro o a scuola, mentre il treno successivo parte da Sant’Elena addirittura alle 13.38.
I Governi che si sono succeduti in questi anni hanno premiato per il 70% gli investimenti in strade e autostrade, a scapito delle reti metropolitane (16% del totale), e soprattutto delle linee ferroviarie, con il solo 13,7% degli investimenti totali. L’Italia è l’unico Paese in Europa che finanzia strade e autostrade con risorse pubbliche che sono doppie rispetto a quelle per previste per le ferrovie nazionali e regionali. Ed è questa la ragione per cui il servizio ferroviario pendolare in Italia ha standard così distanti dal resto dei Paesi europei. Analizzando le risorse da reperire (quindi ancora indisponibili), il discorso non cambia: manca il 61% dei fondi per le ferrovie a fronte del 30% che mancano per le strade.
Ma anche le Regioni (cui la Riforma Bassanini ha trasferito i poteri in materia di servizio ferroviario locale) continuano a privilegiare la strada a danno della ferrovia, sia in termini di spesa per le infrastrutture che per le risorse assegnate al servizio ferroviario pendolare.
Nell’ultimo anno soltanto la Provincia Autonoma di Bolzano è riuscita ad investire più dell’1% per i pendolari. In negativo va segnalato il Veneto, che come lo scorso anno stanzia lo 0,04% del proprio bilancio e continua a ignorare oltre 140mila persone che ogni giorno prendono il treno. Per capire l’attenzione ai pendolari rispetto al bilancio regionale (di oltre 17 miliardi di Euro), quanto stanziato per i veneti che ogni giorno prendono il treno è uguale a quanto previsto alla voce “Veneti nel Mondo”, ossia iniziative culturali e di informazione, inclusa la celebrazione della “giornata dei veneti nel mondo” (in totale 2 milioni di Euro).
Queste le priorità secondo Legambiente per rilanciare il trasporto pendolare.
Bisogna chiamare il Governo e le Regioni alle proprie responsabilità. Occorre istituire un fondo nazionale per il trasporto locale, finanziato con i proventi di parte dell’accisa sui carburanti. Perché il trasporto pendolare è una componente fondamentale delle politiche nazionali dei trasporti e dunque si deve individuare un meccanismo di finanziamento certo per far crescere l’offerta di treni progressivamente nel tempo. E in quest’ambito si potrà affrontare il tema del costo di biglietti e abbonamenti, oggi adeguato a un servizio mediocre ma assai distante da quanto si paga oltre confine dove la qualità è molto migliore ma il costo degli abbonamenti è ovunque 3-4 volte superiore. Servono nuovi treni per i pendolari. L’affollamento dei convogli è sempre più spesso causa dei ritardi (per la difficoltà di accesso alle carrozze e di chiusura delle porte); occorre spostare nei nodi urbani la voce maggioritaria della spesa per infrastrutture. il 50% della spesa nazionale per le opere pubbliche deve andare alla realizzazione di nuove linee di metropolitane e del servizio ferroviario pendolare, di tram. Sulla restante parte la priorità deve andare, come in tutti gli altri Paesi europei alla ferrovia. Curare maggiormente la qualità del servizio utilizzando lo stesso tipo di attenzioni che si è messo in questi mesi sull’offerta di nuovi treni ad Alta Velocità e rafforzando l’attenzione per la pulizia delle carrozze e delle stazioni. Legare le politiche dei trasporti e urbanistiche nelle aree urbane. Alla base delle esperienze di maggiore successo di integrazione tra linee di trasporto ferroviario regionale e metropolitano con il trasporto pubblico locale nelle città europee è la forte condivisione di obiettivi e strategie tra i diversi Enti Locali e una attenta integrazione delle politiche urbanistiche e dei trasporti. Almeno
La spesa delle Regioni per il servizio ferroviario pendolare nel 2010
Regione a statuto ordinario |
Stanziamenti per il servizio1 (mln Euro) |
Stanziamenti per il materiale rotabile (mln Euro) |
Stanziamenti sul bilancio regionale (%) |
Abruzzo |
4,66 |
0 |
0,09 |
Basilicata |
1,8 |
2 |
0,10 |
Calabria |
0 |
16,3 |
0,17 |
Campania |
21,4 |
77 |
0,64 |
E. Romagna |
30,82 |
9 |
0,28 |
Lazio |
33,86 |
0 |
0,15 |
Liguria |
7,2 |
2,4 |
0,12 |
Lombardia |
59,6 |
41 |
0,43 |
Marche |
2,78 |
2,1 |
0,08 |
Molise |
0 |
2,26 |
0,20 |
Piemonte |
16,34 |
0 |
0,12 |
Puglia |
0 |
60 |
0,61 |
Toscana |
41,4 |
8,6 |
0,56 |
Umbria |
0 |
0 |
0 |
Veneto |
4,98 |
2,5 |
0,04 |
Legambiente, 2010
Regione o Provincia a statuto speciale |
Stanziamenti per il servizio (mln Euro) |
Stanziamenti per il materiale rotabile (mln Euro) |
Stanziamenti sul bilancio regionale (%) |
Friuli V. G. |
38,1 |
20 |
0,91 |
Pr. Bolzano |
58 |
0 |
1,21 |
Pr. Trento |
27,33 |
0 |
0,61 |
Sardegna |
0 |
4,9 |
0,05 |
Sicilia |
0 |
0 |
0 |
Valle d’Aosta |
0,38 |
0 |
0,02 |
Stima dei tagli nel servizio ferroviario pendolare per il 2011
Regione |
2010 importo Cds con Trenitalia, (Mln €) |
2011 stima per le risorse statali (Mln €) |
2010-2011 Stima riduzione importo Cds per i tagli del Governo2 |
|
Da risorse statali |
Da risorse regionali |
|||
Abruzzo |
12,8 |
3,16 |
7,2 |
-34,8 |
Basilicata |
6,5 |
0 |
3,6 |
-44,6 |
Calabria |
21,2 |
0 |
11,8 |
-44,3 |
Campania |
156,5 |
6,06 |
87,1 |
-42,7 |
E. Romagna |
69,31 |
30,82 |
38,7 |
-32,6 |
Lazio |
163,0 |
1,99 |
91,4 |
-43,9 |
Liguria |
87,2 |
7,2 |
48,9 |
-43,9 |
Lombardia |
257,96 |
59,6 |
144,6 |
-35,2 |
Marche |
37,53 |
2,78 |
21,3 |
-40,2 |
Molise |
20,6 |
0 |
11,6 |
-43,7 |
Piemonte |
161,03 |
11,2 |
93,4 |
-42,0 |
Puglia |
60,0 |
0 |
33,7 |
-43,8 |
Toscana |
197,31 |
40,4 |
110,4 |
-36,5 |
Umbria |
35,95 |
0 |
20,1 |
-44,1 |
Veneto |
118,27 |
3,82 |
66,2 |
-42,6 |
Legambiente, 2010
legge obiettivo: finanziamenti statali per infrastrutture 2002-2010
Tipo di infrastruttura |
Finanziato Legge Obiettivo (mln Euro) |
Finanziato con altri fondi (mln Euro) |
Totale finanziamenti (mln Euro) |
Finanziamenti per modalità |
Strade e Autostrade |
8.060,3 |
27.498,5 |
35.558,8 |
70,1% |
Linee ferroviarie nazionali e regionali |
587,8 |
6.369,4 |
6.957,2 |
13,7% |
Metropolitane |
1.723,8 |
6.491,9 |
8.215,7 |
16,2% |
Totale |
10.371,9 |
40.359,8 |
50.731,7 |
100% |
Legambiente, 2010. Elaborazione su dati Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, Allegato G DPEF 2010.
Rovigo, 14 dicembre 2010
LEGAMBIENTE VENETO
Per informazioni: Legambiente Veneto Corso del Popolo, 276 45100 Rovigo tel. 04252750 fax 042528072 e-mail ufficiostampa@legambienteveneto.it
1 Negli stanziamenti per il servizio sono considerati tutti i gestori, Trenitalia inclusa.
2 Per la stima si è considerato un contributo da parte delle Regioni per il 2011 invariato rispetto al 2010.