Il Lupo Espiatorio
19/02/2016
Comunicato Stampa
Legambiente contro l’autorizzazione all’abbattimento dei lupi
Colpisce la notizia che il nuovo Piano nazionale per la Conservazione del lupo contenga norme che derogano al divieto di abbattimento del lupo e in sostanza ne autorizzino l’abbattimento. Certo, non in modo indiscriminato, ma seguendo regole precise che erano già citate nel precedente Piano d’Azione del 2002, peraltro mai applicato, e già presenti nelle leggi di recepimento della Direttiva Habitat.
E’ inconfutabile che l’espansione del lupo in questi decenni ha determinato un incremento di predazioni e di danni agli allevamenti zootecnici, ma siamo certi che il contenimento delle popolazioni possa essere regolato degli abbattimenti?
Singolare, ma poi nemmeno tanto, è il caso dei cinghiali in Veneto sui Colli Euganei. Proprio un anno fa, il 15 febbraio 2015 il presidente del Parco dei Colli Euganei affermava trionfante: “Uccisi 899 cinghiali, mai così tanti”. Ci si sarebbe aspettato un calo del numero di cinghiali, visto che gli abbattimenti sono iniziati nel 2001 (con una impennata dal 2008), invece la popolazione non è scesa. Il risultato ottenuto? sperpero di 300 mila euro annui di denaro pubblico, rapida diffusione di appositi corsi organizzati dalle province (Padova, Vicenza, etc.) per autorizzare centinaia di cacciatori-operatori alla caccia al cinghiale anche nelle aree di divieto di caccia, danni crescenti all’imprenditoria agricola ed esasperazione degli agricoltori.
Alla base di questo insuccesso decisioni che non hanno tenuto in conto elementari regole della biologia, dell’ecologia, della dinamica delle popolazioni.
E’ il risultato che rischiamo di avere con gli abbattimenti del lupo, con grande soddisfazione degli allevatori (comprensibile) e dei decisori politici e tecnici (meno comprensibile). Studi recenti su abbattimenti autorizzati di alcuni individui di Lupo per fini di “pace sociale”, rivelano che, come diretta conseguenza, le predazioni sui domestici aumentano. La causa sembra essere la destrutturazione del branco, con piu’ femmine in calore, maggior numero di giovani in dispersione, mancanza di regolazione del branco e in definitiva maggior predazione sui domestici piuttosto che sui selvatici.
Fondamenti della biologia contro il senso comune. Quel senso comune che sosteneva essere la Terra al centro del l’universo, mentre invece…
In aggiunta va detto che una norma che legittimi gli abbattimenti non farà deporre le armi ai bracconieri, anzi li legittimerà nell’opera di “bonifica”. Un’opera, la loro, che già oggi uccide il 10-20% dei lupi in Italia, incaricandosi criminalmente di contenere la popolazione.
Eppure per calcoli di scarsa prospettiva tanti plaudono a questa malaugurata ipotesi, che ha il sapore dell’identificazione del colpevole di tutti i mali della zootecnia ma che ha la capacità di far dimenticare che l’allevamento paga il conto di una partita impari fra produttori e grande produzione e grande distribuzione alimentare.
Lactalis e altre imprese di trasformazione stanno inviando agli allevatori italiani lettere di disdetta dei contratti di fornitura del latte, la cui scadenza è fissata convenzionalmente al 31 marzo di ogni anno. E’ una malignità pensare che questa sia una manovra per accelerare la fase di contrattazione e fissare un nuovo prezzo di riferimento per le consegne di latte crudo alla stalla, probabilmente a un livello più basso di quello attuale?
Nessuna azienda agricola è fallita mai ad opera del lupo (che ha fatto solo danni, e tanti in molti casi), migliaia invece hanno chiuso dagli anni ’80 a seguito del ricatto delle grandi aziende nazionali e multinazionali.