Nasce il Patto di Comunità per la bonifica del sito Ex-Miteni di Trissino (VI)

14 Nov, 2025


Ecogiustizia subito, in nome del popolo inquinato

Nasce il Patto di Comunità per la Bonifica del sito Ex-Miteni di Trissino (VI)

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A dodici anni dalla scoperta dell’inquinamento da PFAS nelle acque del Veneto e dopo la storica sentenza che ha condannato 11 ex dirigenti della Miteni per disastro ambientale e avvelenamento delle acque, oggi da Lonigo numerose associazioni della società civile lanciando il “Patto di Comunità per la bonifica del sito ex-Miteni di Trissino”, nell’ambito della campagna nazionale “Ecogiustizia Subito – in nome del popolo inquinato”, a conclusione dell’incontro di confronto e approfondimento sullo stato di avanzamento della bonifica del sito inquinato dai famigerati Forever Chemicals.

L’obiettivo è chiaro: pretendere l’immediata bonifica del sito contaminato, la tutela della salute pubblica e la riconversione sostenibile del territorio più colpito dal disastro PFAS in Italia, che coinvolge 380 km² tra le province di Vicenza, Verona e Padova e almeno 300.000 persone esposte.

Dopo dodici anni di ritardi e rimpalli di responsabilità – dichiarano i promotori e gli aderenti al Patto – non è più accettabile che il sito ex-Miteni resti una ferita aperta. È il momento di agire insieme: lo dobbiamo alle comunità, ai lavoratori, al futuro di questo territorio. Per questo abbiamo voluto lanciare oggi questo Patto di Comunità: un impegno condiviso e collettivo per la bonifica e la giustizia ambientale”.

Il Patto di Comunità nasce per tenere alta l’attenzione e sollecitare tutte le istituzioni competenti – Governo, Regione Veneto, ARPAV, Comuni, Aziende succedutesi nella gestione del sito produttivo e proprietà attuale del sito dismesso – ad avviare senza ulteriori rinvii le opere di messa in sicurezza e di bonifica integrale dei terreni e delle falde contaminati.

Tra le richieste principali del Patto vi sono: avvio immediato delle operazioni di bonifica e finalizzazione della barriera idraulica; finanziamenti certi e continui per il monitoraggio e la messa in sicurezza; ampliamento dei controlli su aria, acqua, suolo e catena alimentare; nuova indagine epidemiologica e sorveglianza sanitaria per tutta la popolazione esposta; completamento delle infrastrutture idriche per garantire acqua pulita e sicura.

I sottoscrittori del Patto si sono impegnati a monitorare civicamente l’attuazione degli impegni assunti dalle istituzioni, la corretta gestione delle risorse e il rispetto dei tempi e delle procedure di bonifica.

Il Patto prevede inoltre di sollecitare e promuovere percorsi partecipativi per coinvolgere cittadine, cittadini, imprese e amministrazioni nella rigenerazione ambientale e sociale del territorio, promuovendo progetti di fitodepurazione, rinaturalizzazione, agricoltura sana e riconversione ecologica delle aree colpite e avvelenate dall’inquinamento da Pfas.

Il caso Miteni rappresenta un banco di prova per l’intero Paese e un appello alla responsabilità politica. Come ricorda Legambiente, solo il 6% delle aree contaminate in Italia è stato bonificato: “Non vogliamo che Trissino diventi l’ennesima occasione perduta. Bonificare significa restituire salute, dignità e futuro a una comunità che non si arrende.

Con questo Patto, cittadini, lavoratori e associazioni dicono basta ai rinvii e all’oblio: chiedono ecogiustizia subito, nel nome del popolo inquinato.

Con questo patto condiviso rinnoviamo il nostro impegno a sollecitaremonitorare e promuovere la piena realizzazione delle opere di risanamento ambientale, per una bonifica reale, rapida e risolutiva, fondata sulla partecipazione attiva, la tutela della salute, la rigenerazione del territorio e la creazione di lavoro sostenibile – hanno dichiarato le associazioni promotrici e aderenti ad Ecogiustizia – ACLI, Azione Cattolica Italia, AGESCI, ARCI, Legambiente, Libera, Mamme No Pfas, Acqua Bene Comune Vicenza, CGIL Veneto, ISDE, Italia Nostra Sezione Medio Basso Vicentino, Medicina Democratica e Rete Zero Pfas Veneto.