Allarme a Vicenza per i fiumi Bacchiglione e Retrone inquinati da batteri fecali
Vicenza, 29 giugno 2024 – Comunicato Stampa
Operazione Fiumi – Esplorare per custodire 2024
Allarme a Vicenza per i fiumi Bacchiglione e Retrone inquinati da batteri fecali
Legambiente: “Individuare le origini dell’inquinamento e intervenire con urgenza. A rischio l’uso irriguo delle acque”
Sesta tappa oggi a Vicenza sul il fiume Retrone e per il tratto vicentino del Bacchiglione per l’equipaggio di Operazione Fiumi, la campagna di citizen science e ambientalismo scientifico di Legambiente Veneto realizzata grazie al supporto tecnico di ARPAV, con il contributo di COOP Alleanza 3.0, con il patrocinio dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po e dell’Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali e con il partner tecnico Strada Srl.
I parametri osservati in questa quarta edizione, oltre al batterio Escherichia coli – i batteri fecali che permettono di verificare lo stato di depurazione delle acque - sono il Glifosate e, novità per il 2024, i PFAS.
Per la tappa di Vicenza i corsi d’acqua messi sotto la lente di ingrandimento da Legambiente sono il tratto vicentino del Bacchiglione, monitorato in 3 punti, e il fiume Retrone, con due punti monitorati, a Creazzo e Vicenza.
Per il Bacchiglione persistono forti criticità per il prelievo effettuato a Vicenza nelle vicinanze di Ponte Debba, dove quest’anno la presenza di batteri fecali risulta 5 volte superiore al limite di legge consentito allo scarico (5000 MPN/ml).
Per quanto riguarda il fiume Retrone, la situazione è altrettanto preoccupante per entrambi i punti monitorati, che per il quarto anno consecutivo presentano valori fuori scala di batteri fecali: oltre 11 mila unità formanti colonie a Creazzo e quasi 58 mila a Vicenza.
Valori tanto alti da dover prevedere, come indicato da ARPAV, l’attivazione di restrizioni per l’utilizzo irriguo delle acque: tutte le colture destinate al consumo umano crudo non potrebbero essere irrigate ed è raccomandato l’uso di protezione individuali per i lavoratori a contatto con tali acque.
FIUME | LOCALITÀ – COMUNE | PROV. | Escherichia coli MPN/100ml | T (°C) | CONDUCIBILITÀ uS/cm |
BACCHIGLIONE | CALDOGNO | VI | 311 | 15,4 | 596 |
BACCHIGLIONE | VICENZA | VI | 1198 | 15,2 | 636 |
BACCHIGLIONE | VICENZA – PONTE DEBBA | VI | 26130 | 17,1 | 623 |
RETRONE | CREAZZO | VI | 11199 | 16,5 | 717 |
RETRONE | VICENZA | VI | 57940 | 16,7 | 700 |
Nota: Si sottolinea che per gli escherichia coli quando si supera il valore indicato da ARPAV di 1000 (MPN/100ml) si comincia a prendere in considerazione la possibilità di porre delle restrizioni per uso irriguo, con 500 (MPN/100ml) il limite per la balneabilità delle acque, mentre quello consigliato allo scarico deve essere inferiore a 5000 (MPN/100ml). L’acqua potabile non presenta contaminazione da escherichia coli.
Come già segnalato con la tappa dedicata al tratto padovano del Bacchiglione, anche lo stato chimico di tutto il bacino idrografico risulta penalizzato dalla presenza diffusa di valori di PFOS superiori ai limiti previsti dalla normativa (vedi scheda Arpav allegata). Per quanto riguarda il sistema dei fiumi Retrone / Bacchiglione da Vicenza verso valle, i superamenti degli Standard di Qualità di PFOS sono connessi al noto fenomeno di inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) delle acque superficiali e delle falde acquifere interessanti territori delle province di Vicenza, Verona e Padova e derivante dal sito contaminato ex Miteni SpA. Nella zona non connessa con le acque superficiali o sotterranee al sito contaminato ex Miteni SpA, ovvero a Nord e a Est di Vicenza, la contaminazione è presumibilmente derivante da scarichi industriali e/o depuratori (torrenti Rostone Ovest, Timonchio, fosso Longhella ecc.) oppure da cause non note, ma veicolata dalle acque sotterranee (fiumi Bacchiglioncello, Tesina, Astichello, Roggia Moneghina).
“Ci preoccupa l’elevata e persistente concentrazione di escherichia coli – dichiara Giulia Bacchiega portavoce Operazione Fiumi – La scarsa qualità dell’acqua che viene utilizzata per fini irrigui può avere ripercussioni su tutta la filiera produttiva: dalla qualità dei prodotti agroalimentari alla salute degli operatori coinvolti a quella del consumatore finale. Nonostante l’ultimo studio di ARPAV relativo al biennio 2022-2033 sulla qualità delle acque superficiali correnti a supporto degli usi irrigui non riscontri situazioni di rischio elevato per l’uso irriguo, la stessa Arpav sottolinea che il 62% dei tratti d’acqua della regione può però essere utilizzata per scopi irrigui solo con restrizioni. Riteniamo necessaria una maggiore attenzione verso questi aspetti, a tutela delle tante attività agricole di qualità che insistono in questi territori. Chiediamo quindi – conclude Bacchiega – maggiori controlli e indagini sulle cause di queste elevate concentrazioni e sulle misure preventive da adottare per la tutela della salute dei cittadini e della filiera agroalimentare già gravata dall’ancora irrisolto inquinamento da Pfas.”
“Di per sé – afferma Valentina Dovigo presidente del circolo di Vicenza – la presenza elevata di batteri fecali può essere un fenomeno episodico che segnala la presenza di picchi inquinanti, dovuto a scarichi non autorizzati o sversamenti illegali. Un dato puntuale che non influisce necessariamente sulla qualità complessiva delle acque, vista l’elevata capacità autodepurativa dell’ecosistema fluviale. Ma, se per quattro anni consecutivi, come sta accadendo con Bacchiglione e Retrone, facendo campionamenti spot abbiamo trovato sempre valori molto elevati nei medesimi punti di prelievo, non si può più parlare di fenomeno estemporaneo ma di presenza certa di una o più fonti di inquinamento. Cattiva o insufficiente depurazione, presenza di scarichi o sversamenti illegali anche da parte delle attività agricole o il mancato allacciamento alla rete fognaria di alcuni edifici, sono alcune delle possibili cause: gli enti preposti approfondiscono con urgenza questi aspetti perché la situazione è grave, dura da tempo e non possiamo più permettere che continui.”
Legambiente Vicenza, nei mesi scorsi, ha contribuito con altre associazioni a porre all’attenzione dell’opinione pubblica e degli enti competenti la questione della vivibilità dei fiumi, proponendo sia un ritorno alla navigabilità dei corsi d’acqua sia una riqualificazione delle rive con percorsi ciclopedonali. Ma questa prospettiva, che valorizzerebbe enormemente la città, ha senso solo se come impegno prioritario ci prendiamo tutti quello della qualità delle acque dei fiumi Bacchiglione e Retrone.
Nella collaborazione tra Coop e Legambiente, giocano un ruolo fondamentale i produttori e fornitori della Gdo. È infatti doveroso sottolineare quanto le buone pratiche agricole, indirizzate verso una produzione genuina, locale, che preserva la sostanza organica e la fertilità del suolo, siano un elemento da valorizzare.
“Sui temi ambientali sempre più soci ci spingono ad avere attenzione e ad impegnarci nelle attività dei territori in cui siamo presenti a fianco di chi, come Legambiente, dedica le sue energie nella lotta contro l’inquinamento e per la salvaguardia degli habitat in cui viviamo – dichiara Luigi Girotto, Presidente di zona Soci Vicenza Coop Alleanza 3.0 - il nostro essere un’importante azienda della grande distribuzione, che si trova pertanto al vertice di una filiera ci spinge a impegnarci nella promozione e stipula di contratti con fornitori che oltre ad essere rispettosi delle condizioni di lavoro e di qualità di prodotto, sempre più devono promuovere comportamenti rispettosi dell’ambiente utilizzando meno acqua e meno agenti chimici. Salvaguardare le acque significa tutelare le generazioni future, e la Cooperativa sceglie di farlo lungo tutta la sua filiera, dal produttore fino alla sensibilizzazione dei cittadini a questi temi e alla scelta dei prodotti sugli scaffali dei negozi della Cooperativa, che hanno in sé questi valori.
LA CAMPAGNA OPERAZIONE FIUMI
I parametri osservati in questa quarta edizione, oltre al famigerato batterio Escherichia coli – i batteri fecali che permettono di verificare lo stato di depurazione delle acque - sono il Glifosate e, novità per il 2024, i PFAS. Il glifosate è un erbicida di sintesi utilizzato da circa 40 anni in maniera massiccia in agricoltura e del quale Ispra ha già rilevato la presenza di concentrazioni importanti nelle acque superficiali del nostro Paese. Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) sono composti chimici utilizzati in campo industriale per la loro capacità di rendere i prodotti impermeabili all’acqua e ai grassi e impiegati su vasta scala ad esempio in tessuti, tappeti, pelli, schiume antincendio, contenitori per alimenti e detersivi.
Oggi queste sostanze sono conosciute specialmente in Veneto per la contaminazione ambientale che hanno prodotto negli anni e per la loro tendenza ad accumularsi nell’ambiente ed persistere anche negli organismi viventi, compreso l’uomo, dove, come anche di recente confermato da autorevoli approfondimenti scientifici, risultano essere tossici ad alte concentrazioni provocando patologie e decessi prematuri.
Le indagini microbiologiche delle acque si sono svolte nel mese di maggio: in totale sono 114 i campioni raccolti lungo i principali corsi d’acqua della regione e consegnati ai laboratori di Arpav. Con la ricerca di questi inquinanti Legambiente intende monitorare la presenza di eventuali criticità. I risultati dell’indagine chimica saranno presentati a fine anno con il report conclusivo della Campagna. La fotografia scattata da Legambiente non sostituisce i monitoraggi ufficiali ma si affianca alle indagini dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione dell’Ambiente che monitora con continuità i corsi d’acqua restituendo ogni anno un quadro completo dello stato di salute dei bacini idrografici della regione
La prossima tappa della campagna Operazione Fiumi sarà sabato 6 luglio ad Adria in provincia di Rovigo, dove verranno presentati i risultati del fiume Po e del Canalbianco.
Per informazioni:ufficiostampa@legambienteveneto.it