Riciclo delle calze usate per l’allevamento delle cozze e sperimentazione di quelle biodegradabili e compostabili.
Riciclo delle calze usate per l’allevamento delle cozze e sperimentazione di quelle biodegradabili e compostabili.
Al seminario di Life MUSCLES, innovazione circolare che protegge il mare e l’economia del settore: un impianto di riciclo che può trattare fino a 300 kg di calze al giorno per mitilicoltori e pescatori del Veneto e un risparmio sull’acquisto delle reti che può raggiungere il 40% rispetto ai costi attuali.
QUI il video ufficiale di progetto | QUI le foto
Economia circolare per il mare e la mitilicoltura in Veneto, grazie a un impianto di riciclo che riduce la plastica dando nuova vita alle calze usate per l’allevamento delle cozze. È montato su un container, quindi a disposizione dei mitilicoltori che potranno sperimentarlo vicino ai loro allevamenti e portare a riciclo fino a 300 kg di calze (o reti) al giorno. Questa azione del progetto europeo Life Muscles coordinato da Legambiente Nazionale, è stata al centro del terzo seminario per mitilicoltori e pescatori che si è tenuto venerdì pomeriggio al Mercato Ittico di Chioggia. Un’occasione per informare gli addetti ai lavori (e alla tutela) del mare, organizzata in collaborazione con Rom Plastica Srl, partner del progetto che a Chioggia ha la sua sede operativa e che oltre ad aver progettato l’impianto mobile di riciclo, produce le calze per l’allevamento dei mitili, sia di polipropilene riciclato che in biopolimero biodegradabile e compostabile.
La sostituzione delle calze tradizionali in polipropilene con nuove calze biodegradabili prodotte grazie alla materia prima fornita da Novamont è, infatti, un’altra azione fondamentale di progetto che ha l’obiettivo di ridurre l’impatto sull’ecosistema marino in caso di dispersione di questi strumenti necessari per allevare i mitili.
Il comparto della mitilicoltura in Veneto contribuisce con circa 10.300 tonnellate, il 16,7% della produzione nazionale di mitili commerciali, che ammonta a circa 62.000 tonnellate in totale. I dati Eurostat – riferiti unicamente al prodotto allevato in Italia senza tener conto delle importazioni – fanno emergere che la regione Veneto è seconda solo all’Emilia-Romagna.
Per produrre 10 kg di cozze si utilizza mediamente 1 metro di rete tubolare, il che vuol dire che in un anno in Veneto si consumano più di 1.000 km di tali reti, che in pratica potrebbero coprire tutta la lunghezza dell’Italia da Nord a Sud.
Il polipropilene, così come gli altri materiali polimerici usati nel quotidiano e anche per l’acquacoltura, se disperso nell’ambiente necessita di centinaia di anni per mineralizzarsi. E sono ormai note le conseguenze delle microplastiche sugli organismi acquatici, delle macroplastiche ingerite dai pesci o delle reti fantasma. Una raccolta più efficace, il riciclaggio e l’introduzione di materiali biodegradabili e compostabili, possono essere una soluzione.
“L’economia circolare in questo caso si pone a servizio della tutela del mare, dei mitilicoltori e dei pescatori – dichiara Piero Decandia, direttore regionale di Legambiente – l’impegno delle aziende del Veneto nel campo del riciclo e dell’innovazione industriale è l’esempio di come la transizione ecologica sia già una realtà. Anche in questo campo, impianti di riciclaggio avanzati vanno incentivati – continua Decandia – ed i prodotti di questi promossi sostenendo i lavoratori del mare che decidono di innovare avendo a cuore l’ambiente”.
Durante il ciclo di vita della cozza, dal seme fino al raggiungimento della taglia commerciale, le reti vengono sostituite due volte in un anno e, poiché l’operazione si compie in mare, una parte di queste può sfuggire al recupero o disperdersi accidentalmente, anche a causa di eventi atmosferici estremi che sono sempre più frequenti.
Per far fronte a questo problema, Rom Plastica Srl ha realizzato l’impianto mobile di riciclaggio che sta per essere posizionato proprio in questi giorni presso l’area pilota del Nord del Gargano, a Cagnano Varano, in provincia di Foggia, ma poi sarà a disposizione degli allevamenti di tutta Italia che vorranno ridurre in modo sensibile l’immissione nell’ambiente di nuovo polipropilene, ma anche godere di un notevole risparmio sui costi di acquisto.
Il costo delle retine, infatti, oggi è pari a circa 6 centesimi al metro, equivalente a circa 3.9 €/kg, ma come sottolinea Daniele Calore, referente del progetto per l’azienda Rom Plastica di Chioggia, “abbiamo calcolato per i mitilicoltori un risparmio nel range 33 – 40% inclusivo dei costi di riciclo della plastica come personale ed energia elettrica”.
Un ulteriore abbattimento dei costi è dovuto alla cancellazione di quelli per lo smaltimento che sono pari a circa 30 -35 centesimi al chilo, dove però rimane il costo del trasporto dalla barca al sito di riciclo, che deve sempre essere eseguito da un trasportatore autorizzato per rifiuto speciale. Spesso è difficile ottenere la sostenibilità economica insieme a quelle ambientale e sociale, ma in questo caso – conclude Calore – crediamo che sia possibile, costruendo una necessaria consapevolezza per cambiare il modo di agire. L’abbattimento di CO2 per la non necessità di immettere nell’ambiente nuova plastica, è almeno un ordine di grandezza superiore rispetto a quella messa in gioco con il riciclo della plastica usata, ed il vantaggio economico è immediato”.
Ridurre la diffusione delle plastiche in mare, risparmiare sui costi di acquisto delle reti per l’allevamento dei mitili, collaborare con altri produttori, autorità portuali, amministratori e associazioni per creare un sistema virtuoso e rendere più sostenibile il lavoro dei mitilicoltori: queste sono alcune delle opportunità condivise con i partecipanti al seminario di Chioggia e hanno già suscitato interesse e richieste di sperimentazione.
Il progetto, finanziato dal programma LIFE della Commissione Europea, completa le due azioni principali con monitoraggi, attività di sensibilizzazione della comunità e attività concrete di coinvolgimento, fondamentali per accrescere la consapevolezza su questa particolare emergenza ambientale.
I prossimi seminari informativi dedicati ai mitilicoltori si terranno il 20 giugno in Puglia, il 28 giugno in Liguria, a luglio in Lazio e Campania, per poi continuare dall’autunno in poi con Emilia-Romagna, Sardegna e le altre realtà regionali che ne faranno richiesta.
Le tappe dell’impianto mobile di riciclo dopo Cagnano Varano saranno La Spezia (per il trattamento delle calze in biopolimero), Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Croazia e Slovenia.
Life MUSCLES (Life MUssel Sustainable production (re)cyCLES) è coordinato da Legambiente e conta tra i partner: Università di Bologna; Università La Sapienza di Roma (Dipartimento di Chimica); Università di Siena; Associazione Mediterranea Acquacoltori (AMA); Novamont; Rom Plastica; Società Agricola Ittica Del Giudice (Gargano); Cooperativa Mitilicoltori Associati (La Spezia). www.lifemuscles.eu
L’Ufficio Stampa