Stato di emergenza regionale: la crisi climatica accelera il passo
Stato di emergenza regionale: la crisi climatica accelera il passo
In Veneto registrati oltre 100 eventi climatici estremi dal 2010 al 30 giugno 2023. Sono 85 quelli degli ultimi 6 anni. SOS clima per ondate di calore e alte temperature in tutta il territorio regionale.
Il riscaldamento globale è realtà e siamo sempre più vulnerabili agli impatti della crisi climatica
Lazzaro: “Buona la Cabina di regia contro i cambiamenti climatici ma serve correre e semplificare i processi della transizione ecologica”
Gli eventi temporaleschi estremi che hanno travolto il Veneto nei giorni scorsi, con forte vento, pioggia e grandine registrati in buona parte del territorio, sono secondo l’associazione ambientalista l’ennesimo segnale che la crisi climatica accelera il passo mentre la transizione ecologica procede troppo a rilento.
Aumentano i pericoli ed i rischi a cui è esposta la popolazione e si accentuano le conseguenze con estesi danni materiali di proprietà e produzioni, ma è soprattutto la progressione del numero di eventi estremi che registriamo ogni anno a spingere la denuncia di Legambiente. Tra il 2010 ed il 2016, analizzando solo i primi sei mesi dell’anno si sono registrati 28 eventi estremi mentre tra il 2017 ed il 2023 i casi sono notevolmente aumentati arrivando ad un totale di 85 eventi climatici estremi abbattutisi sul Veneto.
Un’analisi che Legambiente Veneto diffonde grazie ai dati raccolti dall’osservatorio nazionale Città Clima di Legambiente restituiscono una allarmante crescita del numero di eventi climatici subiti negli ultimi anni: dal 2010 e fino a tutto giugno 2023 sono 113 gli eventi estremi registrati nei primi sei mesi dell’anno in Veneto su 1.732 totali in Italia, con 14 vittime in Veneto su 331 totali in tutto il Paese. Sono stati 31 gli allagamenti da piogge intense, 21 quelli con danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 16 con danni da grandine, 11 da mareggiate, 10 con danni alle infrastrutture, 9 i casi di esondazioni fluviali, 6 le frane da piogge intense, 6 gli eventi danni da siccità prolungata, 2 eventi con danni al patrimonio storico dovuto a piogge intense. Un solo evento con danni dovuti a temperatura record. Tra le province le più colpite ci sono Venezia con 29 casi e Treviso con 20. Tra i Comuni a subire più conseguenze troviamo Jesolo (7), Venezia, Verona, Cortina d’Ampezzo e Chioggia (6), Vicenza e Padova (5).
Tutti dati destinati ad aumentare non appena saranno aggiornati con la quantificazione degli eventi accaduti in questo mese che hanno interessato tutto il veneto dalle montagne alla pianura.
Una situazione preoccupante a cui Legambiente chiede di reagire con interventi concreti non più rimandabili. Per questo l’associazione ambientalista, accoglie con favore la delibera della Giunta regionale del Veneto con cui istituisce una cabina di regia, per la predisposizione della strategia regionale di adattamento ai cambiamenti climatici, guidata dal presidente Zaia in persona, vista l’urgenza sottolineata da questi dati. La crisi climatica sta accelerando il passo ed il rischio più grosso che si prospetta è quello di rallentare il processo di mitigazione e adattamento a causa di metodi obsoleti e processi poco trasversali nelle Istituzioni che la politica deve risolvere.
La recente pubblicazione del decreto di Giunta dello scorso 27 giugno prevede l’istituzione di una Cabina di Regia e di un Gruppo di coordinamento regionale per lo svolgimento delle attività di predisposizione della Strategia Regionale di adattamento al cambiamento climatico già avviate nel giugno ‘22. Tra i compiti individuati, oltre a ricognizioni ed approfondimenti sulla validità degli strumenti e delle normative regionali in vigore, quello di orientare l’aggiornamento dei piani regionali di settore e far in modo che questi diano risposta alle criticità legate ai cambiamenti climatici.
“Non c’è più tempo da perdere. Zaia - dichiara Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto – renda operativa al più presto la Cabina di regia, strumento che da tempo chiedevamo alla Regione. La cabina di regia dovrà essere in grado di coordinare e orientare le azioni dei vari settori della Regione del Veneto e dei Piani urbani di adattamento, vincolando risorse all’approvazione ed alla realizzazione di questi. Il tutto ascoltando la società civile per un confronto franco e produttivo che garantisca l’avvio rapido di interventi coerenti con le indicazioni condivise”.
In questo modo secondo Legambiente diventa possibile superare una programmazione a macchia di leopardo e dare ai Sindaci strumenti certi per gli articolati strumenti oggi necessari: dalle allerte della Protezione Civile alla messa in sicurezza dei tombini, dall’adattamento al clima dei quartieri a quello dei fiumi, fino alla delocalizzazione degli edifici a rischio.
“Le pietre angolari – prosegue Lazzaro – con cui chiediamo a Zaia di sostenere la realizzazione della strategia di adattamento sono quattro: aree urbane più resilienti e sostenibili; riforestazione urbana e aumento delle aree protette; risparmio e riciclo idrico e rinaturazione dei corsi d’acqua; sviluppo delle energie rinnovabili. Sono queste le fondamenta del piano di adattamento che chiediamo di considerare e per le quali esistono soluzioni facilmente applicabili, spesso già in atto grazie alle tante esperienze virtuose presenti nel nostro Paese. Occorre però che ad accelerare il passo siano anche le Istituzioni e non solo la crisi climatica, trovando le risorse economiche adeguate per avviare i processi di rinaturalizzazione dei bacini idrografici e dei versanti, per ridare spazio ai fiumi fino alla de-impermeabilizzazione delle nostre città, per spostare consumi e produzione di energia dal fossile alle rinnovabili. Per convivere con l’emergenza climatica, non possiamo che iniziare a mitigare in modo efficace le cause”.