Legambiente Veneto in merito a inaugurazione opera PNRR, canale LEB
Legambiente Veneto in merito a inaugurazione opera PNRR, canale LEB
BENE LA MANUTENZIONE, MA ORA BARRA DRITTA VERSO TUTELA, ZERO SPRECHI E RIUSO DELLE ACQUE REFLUE
SOTTRATTO AL LEB L’EQUIVALENTE DEL CONSUMO DI UN MILIONE E TRECENTOMILA FAMIGLIE A CAUSA DELL’INQUINAMENTO
La grave e prolungata siccità che stiamo vivendo ha infatti riportato al centro del dibattito il tema della gestione della risorsa idrica e della vetustà sistemi di approvvigionamento, storicamente carenti, che ogni anno causano ingenti perdite d’acqua. Non è un caso che per cercare di risolvere questo annoso problema, siano state previste delle apposite misure nel piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), per supportare interventi mirati a migliorare l’efficienza dell’infrastruttura idrica ed a ridurre le perdite. Legambiente accoglie dunque con favore l’inaugurazione di oggi a Belfiore (Vr) della prima opera PNRR realizzata sul Canale LEB, la più grande opera irrigua del Veneto. Un Intervento necessario visto che le perdite rilevate sfioravano il 30% della portata totale del canale (che si attesta sui 24 mc/s) e che secondo l’associazione ambientalista potrà diventare ancor più determinante se sarà affiancato da ulteriori interventi di promozione di pratiche di risparmio idrico e di incentivo alla riduzione degli sprechi e da un cambio di passo nella governance, fino ad oggi responsabile di scelte e di mancati interventi di manutenzione che nel tempo hanno portato alle criticità attuali.
Tra le scelte di governance sbagliate e da correggere con urgenza, Legambiente individua quelle che continuano ad autorizzare derivazioni dedicate alla “vivificazione” delle acque del Fratta Gorzone, afflitto come noto da un notevole carico di inquinanti e tra cui spiccano i famigerati PFAS. Il prelievo autorizzato dal canale LEB per aggirare le conseguenze dell’inquinamento e della depurazione insufficiente delle acque che escono dallo scarico ARICA, si aggira intorno gli 8000 litri al secondo complessivi. 6000 litri dedicati alla diluizione dei reflui in uscita dal collettore, che evidentemente immette acque non correttamente depurate, i quali però, non sono ancora sufficienti per garantire un adeguato grado di salubrità delle acque del Fratta, per cui è necessario un ulteriore prelievo di 2000 litri secondo derivati dal cosiddetto “tubino” per sostituire le prese ad uso irriguo più a valle. Una quantità sottratta senza soluzione di continuità che viene dedicata di fatto alla diluizione degli inquinanti recapitati nel Fratta Gorzone e che rappresenta un notevole spreco della risorsa.
“L’acqua derivata dal LEB, per le negligenze passate e presenti delle attività produttive e per la mancanza di un’adeguata depurazione – commenta Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto – equivale al fabbisogno di oltre un milione e trecentomila famiglie venete. Uno spreco allarmante dovuto alla mancata implementazione dei sistemi depurativi avanzati, sistemi che consentirebbero di trattare le acque reflue e restituirle, depurate, per usi agricoli ed industriali.”
Se da un lato quindi Legambiente ritiene apprezzabile vedere realizzati interventi di sistemazione come quello del canale LEB, dall’altro sottolinea quanto sia necessario investire anche in tecnologie e soluzioni che consentano l’efficientamento e vadano oltre la dovuta manutenzione.
Il riuso delle acque reflue depurate rappresenta una soluzione molto efficace per ridurre lo spreco di acqua e sostenere la gestione sostenibile delle risorse idriche. Possono infatti essere utilizzate in molti settori, come l’agricoltura e l’industria. Secondo l’indagine “Il riutilizzo delle acque reflue in Italia”, realizzata da Utilitalia (la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche), le acque reflue depurate in agricoltura hanno un potenziale di 9 miliardi di metri cubi all’anno, ma di in Italia ne viene sfruttato solo il 5%, a causa di limiti normativi, pregiudizi degli agricoltori e una gestione non ancora ben definita. Per Legambiente è importante che le autorità competenti prendano in considerazione questa problematica e si attivino immediatamente affinché soluzioni come queste non rimangano solo in un piano teorico.
“Tutela, zero sprechi, e riuso sono le parole chiave da affiancare alla manutenzione della rete – conclude Lazzaro – e su cui Legambiente chiede di lavorare per prevenire “l’emergenza idrica” ormai strutturale per la crisi climatica. Oggi c’è un potenziale enorme non utilizzato a causa di una normativa nazionale inadeguata e superata anche dal regolamento europeo del 2020 dedicato proprio al riuso, che va applicato subito anche in Italia. Ben vengano quindi interventi di manutenzione e di riduzione di sprechi e perdite, ma le risorse del PNRR devono essere usate anche per l’adeguamento del sistema depurativo, concetto completamente assente nelle dichiarazioni di oggi del Ministro Salvini, che si è candidato a gestire l’emergenza”.
Ufficio stampa Legambiente Veneto