“Operazione Fiumi – Esplorare per Custodire” arriva nel trevigiano
“Operazione Fiumi – Esplorare per Custodire” arriva nel trevigiano
Problemi di depurazione per il Sile. Scarsa anche la naturalità. Legambiente: il fiume è fortemente antropizzato
La settima tappa della nuova campagna itinerante di Legambiente Veneto “Operazione Fiumi – Esplorare per Custodire” oggi, sabato 17 luglio, ha interessato il Sile a Treviso. Una campagna per conoscere, curare e valorizzare i corsi d’acqua e le comunità fluviali a partire da una fotografia puntuale di un tratto di fiume e dall’analisi dei dati ufficiali di Arpav. Operazione Fiumi si articola in 8 tappe nei mesi di giugno e luglio ed interessa le principali aste fluviali venete: Adige, Po, Bacchiglione, Brenta, Sile, Piave, Livenza e Fratta Gorzone, dove, in collaborazione con partner quali Comuni, Enti profit e no profit – si organizzano campi di volontariato di prossimità per esplorare i fiumi e scoprire il loro stato di salute.
Secondo i dati raccolti nei 5 punti monitorati, lo stato chimico del Sile è risultato tra sufficiente ed insufficiente. Da sottolineare gli elevati valori di ammoniaca in tutti i punti campionati. «Il giudizio è scarso, avendo rilevato un picco di questi composti nella giornata di campionamenti, realizzati nella prima settimana di giugno. In generale un eccessivo apporto di questi composti può derivare dall’agricoltura o da reflui zootecnici, un settore che meriterebbe maggiori controlli, soprattutto nei periodi di intensa attività» – dichiara Anna Carozzani, del Team scientifico di Operazione Fiumi.
Per l’analisi microbiologica, con il supporto dei laboratori di Arpav, è stata valutata la quantità di Escherichia Coli, batterio indicatore di contaminazione fecale nelle acque, In tutti i punti di campionamento il giudizio è scarso con valori al di sopra dei 1000 MPN/100 ml ma comunque al di sotto del limite allo scarico di 5000 MPN/100 ml di acqua.
Anche l’aspetto geomorfologico risulta insufficiente, vista la forte pressione esercitata dall’uomo sulla morfologia e un utilizzo del suolo nelle immediate vicinanze esclusivamente di tipo urbano o agricolo. Scarso è risultato lo stato ecologico, con presenza di specie invasive a minacciare la biodiversità del fiume, da monitorare con maggiore attenzione.
Il carico antropico, rappresentato dalle opere che incidono particolarmente sulla naturalità del fiume influenzando la portata liquida e solida, è infine risultato tra medio e modesto.
Le analisi condotte da Arpav, che si sono concentrate sull’intero bacino idrografico dicono: «Per la valutazione dello stato ecologico e dello stato chimico del bacino idrografico del fiume Sile, nel 2019 sono state monitorate: 21 stazioni per il monitoraggio della qualità chimica; 3 stazioni per il monitoraggio della qualità biologica; 9 corpi idrici per la valutazione dello stato morfologico dei corsi d’acqua con i seguenti risultati. Lo stato chimico è risultato Buono in tutti i corpi idrici monitorati (non sono stati rilevati superamenti degli standard di qualità per le sostanze prioritarie e prioritarie pericolose previste dalla legge).
Tra gli inquinanti specifici sono stati rilevati due superamenti dei valori medi annui previsti dalla normativa per l’AMPA, prodotto di degradazione del Glifosate.
Nel 38% dei corsi d’acqua monitorati il livello dei nutrienti è risultato Buono o Elevato, mentre la valutazione degli elementi di qualità biologica, diatomee e macroinvertebrati, è risultata Sufficiente in un caso e Buona nei restanti corpi idrici monitorati. Il monitoraggio morfologico ha evidenziato condizioni prevalentemente in stato moderato».
«I risultati dei campionamenti condotti dai volontari di Legambiente ci restituiscono una fotografia preoccupante del Sile, in particolare sul fronte delle depurazione delle acque, evidentemente carente: tutti i punti campionati hanno valori al di sopra del limite stabilito da Arpav per le acque di balneazione interne – dichiara Francesco Tosato, Portavoce di Operazione Fiumi – e seppure la balneazione nei fiumi del Veneto non sia consentita per legge, questi parametri sono più che un campanello d’allarme per il Sile, anche considerando che il lento scorrere che caratterizza questo fiume di risorgiva non ne agevola la capacità autodepurativa. Individuare le cause e risolverle al più presto dev’essere prioritario per le autorità competenti, che invitiamo ad intervenire con urgenza sulla carente rete fognaria e di depurazione ed a monitorare con maggiore attenzione l’impatto delle attività agricole sul territorio».
Il fiume presenta anche criticità relative alla naturalità, dovute al carico antropico sul suo corso, che per funzionalità ecologica e geomorfologica risulta mediamente insufficiente «questi sono sempre aspetti da non sottovalutare nell’ottica di una corretta gestione del corso d’acqua, visto che il Sile presenta criticità importanti dovute in parte al suo essere un fiume fortemente antropizzato» conclude Tosato.
Le analisi effettuate nel corso della campagna di Operazione Fiumi restituiscono una fotografia che sottolinea criticità già note e certificate dalle analisi di Arpav, su tutte la depurazione delle acque. A tal proposito gli ultimi dati ISTAT relativi alla percentuale di popolazione servita da rete fognaria delle acque reflue urbane (relativi al 2016) e diffusi da Legambiente tramite l’annuale rapporto Ecosistema Urbano, rilevano che a Treviso la percentuale di cittadini non serviti da impianti di depurazione è superiore al 65%.
A rimarcare l’insufficiente attenzione alla gestione del ciclo delle acque sono anche le dispersioni della rete idrica, che continuano ad essere importanti e trascurate dall’Amministrazione trevigiana: la differenza tra acqua immessa e consumata per usi civili, industriali e agricoli raggiunge infatti il 29,7%. «Una mancanza di attenzione su di un tema cruciale come quello della depurazione per il quale al contrario chiediamo di alzare la guardia ed intervenire con rapidità. Un’incongruenza che ci auguriamo si voglia risolvere al più presto, visto anche l’impegno di Treviso sul fronte ambientale con la scelta di candidarsi a capitale verde europea», sottolineano in conclusione i circoli di Legambiente del territorio.
Nel mese di settembre Legambiente renderà noti anche i risultati dei campionamenti effettuati per il glifosate, erbicida utilizzato in maniera massiccia in agricoltura da oltre 40 anni e del quale sono state già rilevate alte concentrazioni nelle acque superficiali.
Il prossimo appuntamento di “Operazione Fiumi” sarà sabato 24 giugno a Gaiba (Rovigo).
Ufficio stampa Legambiente Veneto – ufficiostampa@legambienteveneto.it