Il fiume Adige osservato speciale dalle analisi risulta senza particolare problemi e nel complesso riesce a mantenere una certa naturalità
Comunicato stampa 19 giugno 2021
Operazione Fiumi – Esplorare per Custodire
Il fiume Adige osservato speciale dalle analisi risulta senza particolare problemi e nel complesso riesce a mantenere una certa naturalità
La terza tappa della nuova campagna itinerante di Legambiente Veneto “Operazione Fiumi – Esplorare per Custodire” oggi, sabato 19 giugno, ha interessato l’Adige a San Giovanni Lupatoto. La campagna è pensata e organizzata per conoscere, curare e valorizzare i corsi d’acqua e le comunità fluviali a partire da una fotografia puntuale di un tratto di fiume in quel momento preciso.
“Grazie al coinvolgimento e all’impegno di oltre 50 giovani volontari formati abbiamo potuto campionare e monitorare decine di punti sui nostri corsi d’acqua, abbiamo effettuato sopralluoghi e osservazioni morfologiche e monitorato le tipologie di rifiuti presenti lungo le sponde dei nostri fiumi – sottolinea Giulia Bachiega portavoce della campagna Operazione Fiumi – La scarsa presenza di rifiuti abbandonati che abbiamo riscontrato in questo tratto di fiume, in particolare qui al Parco Pontoncello, testimonia l’impegno di decine di volontari della zona di San Giovanni Lupatoto e Zevio, che da ormai tre anni si stanno prendendo cura di questo tratto di fiume con attività periodica di pulizia e raccolta rifiuti. Azioni e impegno che vogliamo supportare e valorizzare con l’approccio scientifico che da sempre contraddistingue la nostra associazione. Ecco perché abbiamo effettuato anche il monitoraggio river litter, un nuovo protocollo sperimentale di monitoraggio elaborato da Legambiente e messo a disposizione della comunità scientifica con l’obiettivo principale di contribuire alla conoscenza, in termini di quantità e tipologie, dei rifiuti che si trovano nei corsi d’acqua e sulle sponde, per individuare azioni concrete da mettere in campo”.
Per l’Adige sono stati scelti 7 punti di campionamento su cui sono stati realizzati rilevamenti morfologici, chimici e microbiologici: partendo da Bussolengo, passando per due punti tra Verona a Rovigo fino alla sua foce nei pressi di Rosolina.
Carlotta Dentico, del team scientifico di Legambiente Veneto spiega: “L’Adige come confermato dai rilevamenti della campagna Operazione Fiumi, è un fiume nel complesso senza particolare problemi che riesce a mantenere una certa naturalità, Forse andrebbe indagata la presenza di un elevato numero di escherichia coli nei due punti da noi campionati, così come un controllo più puntuale dei rifiuti sulle sponde in luoghi altamente frequentati e facilmente accessibili alla cittadinanza”.
Nei punti campionati non è emerso nulla di particolare dal punto di vista chimico (ad esempio valori di temperatura, pH). Per quanto riguarda la concentrazione di escherichia coli, tutti i punti sono al di sotto del limite consentito allo scarico di un depuratore (5000 UFC/100mL) ma superano invece il limite massimo consentito per le acque balneabili (500 UFC/100mL), con valori particolarmente alti nei pressi di Zevio (più di 4000 unità batteriche in 100mL) e Legnago (più di 2000 unità batteriche in 100mL).
“Per l’Adige, un campanello d’allarme sotto il profilo della depurazione che preoccupa – commenta Chiara Martinelli, presidente di Legambiente Verona – le cui cause sono probabilmente da ricercarsi negli scarichi degli impianti di depurazione delle acque reflue, non sempre ben funzionanti o in qualche scarico abusivo ancora da scovare. Infine nel punto vicino Masi e Rosolina abbiamo riscontrato un valore superiore alle 1000 unità, il doppio rispetto al limite consentito alla balneazione (500 UFC/100mL). Un dato da tenere sotto osservazione”.
Dal punto di vista geomorfologico e biologico Legambiente ha riscontrato una naturalità sufficiente del corso d’acqua tranne nel primo punto nei pressi di Pescantina. La funzionalità ecologica è tra il sufficiente e l’insufficiente: nel complesso su tutti i punti si è riscontrata la presenza di vegetazione ma con scarsa continuità della fascia ripariale ed elevata anche la presenza di specie invasive rispetto a quelle locali (autoctone). Infine, il carico antropico è generalmente basso eccetto in 3 punti: Legnago e vicino la foce ad Anguillara Veneta e Rosolina, dove i volontari del progetto hanno riscontrato opere di attraversamento e opere che influenzano la portata liquida e la portata solida come: opere di presa e cave. Pochi i rifiuti sulle sponde e nel letto del fiume, eccetto nel punto vicino Masi, molto frequentato e facilmente accessibile, che ha riportato una presenza consistente di rifiuti. A settembre saranno disponibili anche i dati di monitoraggio del Glifosate, che saranno restituiti assieme ai risultati complessivi della campagna Operazione Fiumi, prima della conclusione del progetto.
Dalle analisi di ARPAV risulta: “Per la valutazione dello stato ecologico e dello stato chimico del bacino del fiume Adige, nel 2019 son state monitorate: 31 stazioni per il monitoraggio della qualità chimica; 4 stazioni per il monitoraggio della qualità biologica; 40 corpi idrici per la valutazione dello stato morfologico dei corsi d’acqua con i seguenti risultati. Lo stato chimico è risultato Buono in tutti i corpi idrici monitorati (non sono stati rilevati superamenti degli standard di qualità per le sostanze prioritarie e prioritarie pericolose). Tra gli inquinanti specifici sono stati rilevati due superamenti dei valori medi annui previsti dalla normativa per l’AMPA, prodotto di degradazione del Glifosate. Nel 71% dei corsi d’acqua monitorati il livello dei nutrienti è risultato Buono o Elevato (stato trofico). La valutazione degli elementi di qualità biologica, diatomee, macrofite e macroinvertebrati, è risultata variabile tra Sufficiente e Buona. Il monitoraggio morfologico ha evidenziato condizioni mediamente in stato scadente o moderato”.
Il prossimo appuntamento di “Operazione Fiumi” sarà sabato 26 giugno a Limena (Padova).