Ecosistema Urbano: Belluno e Venezia tra le migliori 10 città e Rovigo Maglia Nera, ma il Veneto è pigro.
Pubblicato il XXII rapporto di Legambiente sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani realizzato in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Ambiente Italia e Sole 24 Ore
La ventiduesima edizione di Ecosistema Urbano ci presenta, ad un primo sguardo, un miglioramento generale delle città della Regione Veneto. Belluno (3) e Venezia (8) si confermano tra le dieci città d’Italia con una migliore vivibilità ambientale, forti delle decisioni assunte in passato oltre che delle loro caratteristiche geofisiche. Verona (32), Padova (35) migliorano decisamente la loro posizione in classifica, mentre Treviso (42) e Vicenza (46) assestano solo dei piccoli passi in avanti. Rovigo stupisce in negativo (70), retrocedendo in picchiata di trentasette posizioni rispetto al 2014.
Ma scorrendo classifica Veneta ed i diversi parametri è facile accorgersi come i passi in avanti siano brevi e debolmente messi in pratica da Città ingessate, statiche e pigre. Aree urbane che arrancano e faticano a rinnovarsi in chiave sostenibile ed essere culle di una rigenerazione urbana capace di migliorare la qualità dei singoli e della comunità. I passi avanti fatti fino ad ora sono, infatti, troppo pochi: se da una parte nelle città venete si registrano lievi eco-performance soprattutto sul fronte della raccolta differenziata, delle energie rinnovabili e si assiste ad un lieve calo degli sforamenti nelle concentrazioni di NO2, di PM10 e di ozono grazie anche a condizioni metereologiche favorevoli alla dispersione degli inquinanti (rapporto Mal’Aria Veneto 2015); dall’altra parte manca, invece, il coraggio e la voglia di puntare sulla mobilità nuova per uscire dalla morsa di traffico e smog e sugli eco-quartieri per rigenerare le periferie e rilanciare il patrimonio edilizio. È quanto emerge dalla ventiduesima edizione di Ecosistema Urbano, la ricerca di Legambiente realizzata in collaborazione con l’Istituto di ricerche Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani.
Nonostante dunque il trend positivo delle nostre città, ancora molti sono i miglioramenti che si possono raggiungere cercando di gestire al meglio i centri urbani, rivalutando e rinnovando i quartieri degradati fermando il consumo di suolo ed implementando qualità e servizi della mobilità urbana.
“Per sperare che le nostre città migliorino – dichiara Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto – c’è una sola strada. Fare dell’innovazione urbana e del miglioramento della vita in città la vera grande opera pubblica. La trasformazione delle città è una grande sfida che intreccia nuovi bisogni con cambiamenti istituzionali e organizzativi con sviluppo di nuove filiere industriali e passa dalla messa in sicurezza dalle catastrofi naturali, dal rilancio della vita sociale nei quartieri, dalla valorizzazione della cultura, dalla riqualificazione energetica, dall’arresto del consumo di suolo, dagli investimenti nel sistema del trasporto periurbano, dal sostegno alla mobilità nuova. Una scelta politica che andrebbe nella direzione dell’interesse generale: creare lavoro migliorando il benessere e mettendo al sicuro le nostre città”.
In Veneto la città più virtuosa è Belluno, conseguenza del terzo posto a livello nazionale, scesa di un posto rispetto alla scorsa edizione. I risultati restano comunque buoni negli indici legati all’inquinamento atmosferico, ai rifiuti e a parte della mobilità, migliorata anche nel valore delle perdite idriche di rete e nei percorsi ciclabili disponibili. Negativi i valori dell’efficienza di depurazione e dell’aumento dei rifiuti pro-capite. Per il capoluogo alpino si tratta comunque di una conferma, rispetto all’edizione precedente.
Ecosistema Urbano, più che concentrarsi sulla qualità ambientale dei capoluoghi di provincia, punta l’attenzione su quegli indicatori che meglio di altri descrivono la qualità delle politiche ambientali delle città, andando a osservare in modo più approfondito quello che l’amministrazione locale fa (o non fa) per migliorare la mobilità, la gestione dei rifiuti e delle acque e – in generale – la qualità del proprio territorio.
18 sono i parametri valutati, il set di indicatori è composto da tre indici sulla qualità dell’aria, tre indici sulla gestione delle acque, due sui rifiuti, due sul trasporto pubblico, cinque sulla mobilità, uno sull’incidentalità stradale e due sull’energia.
Rispetto ai dati dell’anno scorso solamente le percentuali di Raccolta differenziata segnano un leggero miglioramento diffuso: “vuol dire che i cittadini riciclano, e questo è un bene – commenta Lazzaro – ma i rifiuti pro-capite aumentano in tutte le città capoluogo portando la media del veneto a 564 kg/abitante/anno (in aumento rispetto al 2013 e superiore di circa 25kg/ab/anno rispetto alla media nazionale) . Interrotta dunque la progressiva diminuzione del monte rifiuti registrata negli ultimi anni di crisi economica, l’assenza totale di politiche di riduzione ed attività di educazione e sensibilizzazione su questo fronte inizia a venire a galla.
Nel comparto “aria” (tallone d’Achille per il Veneto) il debole risanamento generale va ricollegato essenzialmente alle favorevoli condizioni climatiche che così hanno permesso una depurazione naturale dell’atmosfera dal carico di inquinanti. Uno stato di assoluta stabilità ben si osserva nei tassi di motorizzazione, nell’offerta di trasporto pubblico, nelle superfici destinate all’uso ciclabile ed in quella ad esclusivo del pedone. Circola sempre lo stesso numero di auto ed il trasporto pubblico locale non decolla, le isole pedonali diminuiscono o stentano a partire ed addirittura spariscono metri di piste ciclabili, in una flessione negativa che preoccupa i sostenitori della mobilità dolce. Ad esclusione di Venezia (45%) per le ovvie ragioni di conformazione urbana che comprende isole e terraferma, solo Treviso (47%) riesce a tenere il proprio modal share -la percentuale di spostamenti privati (auto e moto)- al di sotto del 50% in un generale disinteresse che sta continuando ad intasare di traffico veicolare i nostri nuclei urbani.
Ecosistema Urbano registra anche una sostanziale stabilità del parco auto e moto circolante che interessa tutti i comuni veneti capoluogo, mentre le politiche di mobilità mostrano un trasporto pubblico in chiaro scuro, con alcuni comuni che vedono diminuire il numero di passeggeri (tra le grandi città spicca solo Venezia che cresce ancora: 629 viaggi per abitante annui, erano 592 l’anno passato), e una sostanziale stabilità della rete di piste ciclabili e isole pedonali. I viaggi effettuati con il servizio di trasporto pubblico in media fanno registrare complessivamente un lieve calo.
“ Un brutto segnale di pigrizia e di lassismo amministrativo quello lanciato dalle città venete – commenta Lazzaro – che si dimostrano così incapaci di investire in politiche degne delle Smart Cities europee di cui sentiamo da anni parlare ma di cui si vedono per ora solo deboli tracce. Senza pedonalizzazione dei centri storici e graduale trasformazione delle aree congestionate dal traffico urbano in zone a 30 km/h con un contestuale aumento dell’offerta di trasporto pubblico, sarà difficile ottenere quei benefici sociali da cui dipendono molti di qui processi di rigenerazione ed innovazione che ci indica anche l’Europa nei piani di sviluppo e finanziamento delle aree urbane”.
Dati assolutamente stabili, inchiodati dall’assenza di politiche di incentivazione adeguate seppur ancora molto lontani da livelli ottimali, arrivano dal solare termico e fotovoltaico: sono 4 su 7 i capoluoghi che possono contare su dieci o più kiloWatt provenienti da impianti installati su edifici comunali ogni 1.000 abitanti. Padova è la migliore, con 30 kW installati ogni 1.000 abitanti, seguita da Verona con circa 25 kW/1.000 ab. ma sono Treviso, Venezia e Belluno le città che non arrivano nemmeno a 3 kW/1.000 abitanti.
Brutte notizie quest’anno per quanto riguarda la gestione della risorsa idrica. Se i consumi in generale diminuiscono anche se non significativamente, le perdite della rete idrica aumentano. Nessuno capoluogo veneto riesce ad ottenere performance di perdita pari o inferiori al 15% dell’acqua immessa (Vicenza la migliore con il 19%). Per utte le altre invece le città nelle quali le perdite sono superiori al 30% (Belluno 31,4%, Rovigo 31,7%,Verona 33,2%, Padova 33,5%, Venezia 37,4%, Treviso 41,1%).
Il risultato peggiore in Veneto lo ottiene Rovigo (maglia nera regionale), che chiude alla settantesima piazza nazionale(scende di 37 posti). Subito sopra, Vicenza al 46° posto (migliorata rispetto al 53° posto della scorsa edizione) e Treviso al 42°posto, che rispetto all’anno scorso sale di tre posizioni. Noto il miglioramento per Padova che scala la classifica nazionale di 19 posizioni passando dal 54° posto al 35°.
Verona arretra nei consumi idrici e nella produzione di rifiuti pro capite. Il resto dei dati rimane invariato rispetto all’anno scorso.
Vicenza peggiora nella raccolta differenziata e aumenta il valore dell’incidentalità stradale.
Ciò che emerge con più forza da Padova è il fattore “immobilismo” rimasto invariato rispetto alla precedente edizione. I dati raccolti mettono in luce il miglioramento dei consumi idrici e della depurazione, mentre aumenta il numero di vittime sulle strade.
Per i valori di Treviso, resta stabile la situazione rispetto all’anno scorso, migliora sui consumi idrici e dimezza il valore delle vittime sulle strade, ma presenta valori negativi per ciò che concerne le perdite di rete dell’acqua. Oltre a questo, il capoluogo della Marca segna trend negativi nel valore della depurazione.
Per Venezia peggiorano i valori dei consumi idrici e delle perdite di rete, cala anche se di pcoo il numero di passeggeri nei trasporti pubblici, resta invariato il valore di offerta, presentando comunque un quadro generalmente soddisfacente.
Più lacunosa si presenta la situazione a Rovigo con sensibili passi all’indietro nei consumi elettrici, nella raccolta differenziata, nelle piste ciclabili e in ambito di risorse idriche.
Il dossier “Ecosistema Urbano; XXII edizione su:
http://www.legambiente.it/contenuti/dossier/ecosistema-urbano-XXII-edizione
Segue la tabella completa con i valori ottenuti da sette capoluoghi veneti.
ECOSISTEMA URBANO – XXI edizione – DI LEGAMBIENTE VENETO
*Solo i due indicatori del trasposto pubblico (viaggi e offerta) sono elaborati in tre classifiche diverse, in base alla popolazione residente:
Grandi città; Medie città; Piccole città.
CITTA’INDICATORI | BELLUNO(3°) | VENEZIA(8°) | ROVIGO(70°) | TREVISO(42°) | VICENZA(46°) | PADOVA(35°) | VERONA(32°) |
NO2 – Media | 19ug/m3 | 32,5ug/m3 | 33ug/m3 | 32ug/m3 | 34,5ug/m3 | 36ug/m3 | 29ug/m3 |
PM10 – Media | 16ug/m3 | 29ug/m3 | 33,5ug/m3 | 30ug/m3 | 31,75ug/m3 | 31,56ug/m3 | 27ug/m3 |
Ozono (O3) | 12ug/m3 | 27ug/m3 | 36ug/m3 | 36ug/m3 | 26ug/m3 | 22ug/m3 | 21ug/m3 |
Consumi idrici | 142l/ab/day | 166l/ab/day | 141l/ab/day | 149l/ab/day | 161l/ab/day | 132 l/ab/day | 175l/ab/day |
% Perdite di rete | 31,4% | 37,4% | 31,7% | 41,1% | 19,1% | 33,5% | 33,2% |
Depurazione | 49% | 74% | 93% | 29% | 91% | 95% | 91% |
R.S.U. | 396kg/ab | 620kg/ab | 610kg/ab | nd | 604kg/ab | 615kg/ab | 521kg/ab |
Raccolta Differenziata | 79% | 50% | 54% | nd | 62% | 51% | 50% |
Trasp.1- Viaggi/ab./anno* | 64 | 629 | 11 | 103 | 43 | 130 | 132 |
Trasp.2 – Offerta* | 25 | 62 | 18 | 35 | 22 | 29 | 27 |
Indice Modal Share | nd | 45% | nd | 11% | 76% | 59% | 64% |
Auto circolanti | 64,14 | 42,08 | 65,11 | 59,41 | 59,24 | 58,46 | 61,11 |
Motocicli circolanti | 8,30 | 6,75 | 8,86 | 9,20 | 8,92 | 13,02 | 13,65 |
Incidentalità stradale | 0,28 | 0,15 | 0,77 | 0,48 | 0,7 | 0,62 | 0,35 |
Isole pedonali | 0,33m2/ab | 5,01m2/ab | 0,02 m2/ab | 0,22m2/ab | 0,20m2/ab | 0,85 m2/ab | 0,16m2/ab |
Piste ciclabili(metri eq./100 ab) | 4,45 | 12,58 | 8,78 | 13,47 | 12,39 | 12,03 | 11,97 |
Consumi elettrici (KWh/ab.) | 1054 | 1180 | 1130 | 1258 | 1000 | 1277 | 1057 |
Energie Rinnovabili(Solare termico e Fotovoltaico – kW/1.000ab.) | 1,80 | 1,23 | 10,96 | 2,87 | 10,04 | 30 | 25,86 |
Legenda:
Tra parentesi è riportata sotto il nome della città la posizione nella classifica generale;
sotto il valore di ogni singolo parametro la posizione nella classifica di quel singolo indicatore
NO2: Media annuale (medie giornaliere) di tutte le stazioni (µg/mc); PM10: Media dei valori medi annuali registrati (µg/mc); Ozono (O3): Media del numero di giorni con almeno un superamento della media mobile sulle 8 ore di 120 µg/mc, registrato da tutte le centraline; Consumi idrici: consumo giornaliero procapite sull’erogato (l/ab/gg); %Perdite di Rete: % di acqua non consumata/totale acqua immessa in rete; Depurazione: % di abbattimento del carico civile (% abitanti allacciati (per gg. funzionamento) * efficienza depurazione (CODusc/CODingr)); R.S.U.: Produzione procapite di rifiuti urbani (kg/ab/anno); Racc. diff.: %Rd (frazioni recuperabili) sul totale dei rifiuti prodotti; Trasp. pubblico – 1: viaggi/ab./anno effettuati su mezzi pubblici; Trasp. pubblico – 2: Km/vettura/abitanti/anno, percorrenza annua per abitante dei mezzi pubblici; Modal Share: Percentuale di spostamenti privati motorizzati (auto e moto) sul totale (%); Auto circolanti: auto/100 ab. nel comune – Aci/Istat 2013; Motocicli circolanti: num. Motoveicoli ogni 100ab. – Aci/Istat 2013; Incidentalità stradale: numero vittime in incidenti stradali ogni 10.000ab. – Istat/Aci 2012; Isole pedonali: mq/abitante; Piste ciclabili: metri equivalenti ogni 100 abitanti; KWh domestico: consumo elettrico domestico procapite (kWh/abitante), su base provinciale – Istat 2012; Energie Rinnovabili: Solare (Termico e Fotovoltaico) installato su edifici comunali ogni 1.000 abitanti (kW/1.000 Ab.).