UN ALTRO ANNO ALL’INSEGNA DELL’INQUINAMENTO
Le città venete si confermano soffocate dal particolato atmosferico
Ennesima bocciatura. Anche per l’anno appena trascorso, il Veneto è risuscito a contraddistinguersi per la nocività della propria aria. I dati prodotti dai campionamenti Arpav nel corso del 2014 mostrano come ben 6 capoluoghi di provincia su 7 abbiano sforato il numero annuo di superamenti giornalieri consentiti, fissato a 35 per il PM10 dal D.lgs. 155/2010. Nonostante l’effetto risanatore delle piogge, particolarmente frequenti ed abbondanti, la salute di bambini, anziani e di tutti coloro che soffrono di patologie pneumologiche e cardiologiche è stata ripetutamente messa a repentaglio.
“L’aria veneta rimane sempre pessima, a prescindere dalle condizioni meteorologiche” osserva Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto. “Il problema delle nostre città è ormai cronico: riduzione dei servizi nel trasporto pubblico e sprawl urbano dilagante. Purtroppo le ricadute di questo sistema scellerato si fanno sentire tutte a livello sanitario, con costi, non solo monetari, che conseguono a tali fenomeni. Gli stessi piani di risanamento atmosferico, in dotazione su scala regionale e metropolitana, si stanno dimostrando inefficaci ogni giorno di più.”
“Proprio l’effetto benefico delle precipitazioni – prosegue Lazzaro – ha contenuto gli sforamenti di PM10. Negli anni scorsi infatti le città risultavano fuori legge già in primavera, mentre quest’anno si è dovuto attendere il mese di settembre, tutt’al più inizio ottobre, per oltrepassare quota 35 giorni, limite normativo inderogabile. Per questo, pur essendo un’altra annata negativa, il 2014 si può dire leggermente meno disastroso dei precedenti. Tale confronto regge ugualmente per altri agenti inquinanti (come NO2 e ozono troposferico), ma per questo vi rimando alla pubblicazione del nostro dossier regionale che programmiamo per fine gennaio 2015”.
L’unica città a rispettare, ed ampiamente, i vincoli del D.lgs. 155/2010 è stata Belluno con appena 2 superamenti, mentre i capoluoghi di pianura, dal conto loro, sono risultati tutti fuori legge. La peggiore in assoluto è stata Vicenza: la centralina di Quartiere Italia ha registrato valori oltre i 50 µg/m3 per ben 74 volte. Venezia, con i 66 sforamenti della stazione di monitoraggio di Via Beccaria, ha concluso l’anno in seconda piazza. Completa il podio Treviso con 58 superamenti.
Lo sviluppo urbanistico, industriale e dei trasporti nel Veneto, tuttavia, ha facilitato la diffusione sul territorio degli episodi di inquinamento atmosferico. Alcune località di provincia, infatti, hanno presentato nel 2014 concentrazioni di PM10 decisamente simili a quelle delle città maggiori. Fra tutte emerge Spinea, nel veneziano, che ha toccato i 65 superamenti. Un risultato che la colloca al terzo posto nella graduatoria complessiva regionale, tenendosi alle spalle città del calibro di Padova e Treviso. Sempre da bollino rosso sono risultate Legnago, Este e Mansuè. Il centro veronese ha concluso l’anno con 47 giorni negativi, la località euganea con 42, immediamente a seguire la città della Marca con 40.
Legambiente Veneto nella seconda metà di gennaio 2015 pubblicherà un dossier regionale di analisi dell’inquinamento atmosferico.