PENDOLARIA 2014 / LA PORTOGRUARO-VENEZIA FRA LE 10 PEGGIORI LINEE D’ITALIA
Legambiente presenta
“Le 10 linee peggiori d’Italia per i pendolari nel 2014″
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Meno treni, in ritardo, soppressi, carrozze vecchie e sovraffollate. Tra le linee infernali c’è la Portogruaro-Venezia
Dal 2010 a oggi in Italia ci sono stati complessivamente tagli pari al 6,5% nel servizio ferroviario regionale con punte di 1 treno ogni 5.
Legambiente Veneto: “è l’eredità di Chisso, si cambi musica:più investimenti per i treni”.
La prossima settimana un dossier con le peggiori linee del Veneto.
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Treni affollati, lenti, spesso in ritardo. Ed ancora treni soppressi, guasti improvvisi, carrozze sovraffollate senza contare i problemi di circolazione legati spesso al binario unico che causano ulteriori ritardi. È ciò che accade nel nostro Paese e in particolare nelle 10 linee ferroviarie peggiori: Roma Termini-Ciampino-Castelli Romani, la Circumflegrea, la Bergamo-Milano, la Siracusa-Ragusa-Gela la Catanzaro-Lido-Lamezia Terme, la Salerno-Potenza, la Campobasso-Isernia-Roma ed appunto la Portogruaro-Venezia. Questa è la fotografia del Paese fatta da Legambiente in occasione della campagna “Pendolaria”: iniziativa che censisce le peggiori linee ferroviarie d’Italia, selezionate sulla base di situazioni oggettive e proteste da parte dei pendolari.
La tratta veneta, con un tracciato di 62 km, è stata segnalata da tantissimi pendolari poiché ha visto nel corso degli anni un continuo e notevole calo dell’offerta del servizio per gli utenti. In particolare negli orari serali, con l’ultimo treno da Venezia verso il Veneto orientale piazzato alle 22.41. Anche nelle ore mattutine dei giorni festivi non si può giungere nel capoluogo lagunare prima delle 7.20 e persistono ampie fasce orarie sprovviste di treni. Inutile poi ricordare come in più occasioni i pendolari siano stati costretti a fare viaggi infernali per arrivare a destinazione a causa di problemi infrastrutturali o legati al sovraffollamento dei vagoni.
“Occorre urgentemente rilanciare una nuova stagione per il trasporto pubblico e per i treni dei lavoratori – dichiara Andrea Ragona, responsabile mobilità di Legambiente Veneto -, ve ne è assoluto bisogno dopo quattordici anni di dominio di Renato Chisso. Abbiamo sempre denunciato come il lavoro di Chisso sia stato a favore delle strade e del cemento e non del trasporto pubblico: ora la neo assessore Elena Donazzan ha il compito di recuperare i danni perpetrati e ritardi accumulati. Si può fare solo investendo sul trasporto pubblico: la scusa che i soldi non ci sono non vale più. I soldi ci sono, se si c’è la volontà politica, lo hanno dimostrato Regioni come la Lombardia. Fino ad oggi è stato uno scandalo che il Veneto non abbia messo quasi nulla in più rispetto a Fondo Nazionale Trasporti che arriva da Roma. Speriamo che la Donazzan si dia da fare e cambi qualcosa”.
A rendere evidente la situazione sempre più complicata che vivono i pendolari sono i tagli realizzati nelle diverse parti del Paese.
“Altro che Sblocca Italia – dichiara il vice presidente di Legambiente, Edoardo Zanchini – per i pendolari il servizio, in larga parte delle Regioni, è andato peggiorando e continuerà a vedere tagli per la riduzione e l’incertezza delle risorse. Per quei tre milioni di cittadini che ogni giorno prendono il treno per andare a lavorare o per gli studenti per raggiungere scuole e università, la situazione diventa sempre più difficile a causa di treni troppo spesso vecchi, lenti e in ritardo. Autentici drammi giornalieri si vivono sulle linee della Campania, del Veneto, del Piemonte o del Lazio. Di fronte a questa vera e propria emergenza nazionale, occorre un cambio di rotta della politica. È vergognoso – aggiunge Zanchini – che il Governo non intervenga e che gli stanziamenti erogati dalle Regioni per questo servizio siano talmente risibili da non arrivare in media nemmeno allo 0,35% dei bilanci”.
La situazione del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale rispecchia quanto poco abbiano fatto in sede di pianificazione su scala nazionale in questi anni i vari Governi che si sono succeduti: riduzione del numero di treni lungo le linee, a cui si è accompagnato un aumento delle tariffe. In Veneto, nonostante le forti critiche provenienti dai diversi comitati di pendolari, riunitisi anche in un Tavolo permanente di cui anche Legambiente e Studenti medi ed universitari fanno parte, il taglio del servizio ferroviario è stato inesorabile ed cominciato ben prima dell’entrata in vigore dell’orario cadenzato. Dal 2010 ad oggi, infatti, la riduzione della prestazione dei collegamenti veneti è stimabile al 3,35%, a fronte di un’impennata dalle tariffe di circa il 15%.
Infatti, come evidenzierà in dettaglio il Rapporto Pendolaria che Legambiente presenterà il 18 dicembre, rispetto al 2009 le risorse da parte dello Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma sono diminuite del 25% e le Regioni, a cui sono state trasferite nel 2001 le competenze sui treni pendolari, in larga parte dei casi non hanno investito né in termini di risorse né di attenzioni per recuperare la situazione.
“La Portogruaro-Venezia – conclude Ragona -non è che un simbolo: se la classifica fosse più estesa ci accorgeremo di come il disservizio sia in verità molto più diffuso. Per questo la prossima settimana in occasione della presentazione del rapporto Pendolaria, studio sullo stato delle ferrovie che pubblica ogni anno l’associazione, verrà presentato un dossier in cui sarà stabilita una classifica con le peggiori linee del Veneto. La nostra mobilitazione a fianco dei pendolari punta a cambiare questo stato di cose, Governo e Regioni devono impegnarsi concretamente per migliorare il trasposto pubblico su ferro”
Regioni | 2010-2014 | |
Totale dei tagli ai servizi | Totale aumenti tariffe | |
Abruzzo | -21% | +25,4% |
Basilicata | -11% | - |
Pr. Bolzano | -2,2% | - |
Calabria | -16,3% | +20% |
Campania | -19% | +23,75% |
Emilia-Romagna | -5,4% | +16,1% |
Friuli Venezia Giulia | - | +14,9% |
Lazio | -3,7% | +15% |
Liguria | -9,8% | +41,24% |
Lombardia | - | +24,1% |
Marche | -5% | - |
Molise | - | +9% |
Piemonte | -7,5% | +47,3% |
Puglia | -15% | +11,3% |
Sicilia | -19% | - |
Toscana | -2,9% | +21,8% |
Pr. Trento | -3,3% | - |
Umbria | -5,7% | +25% |
Veneto | -3,35% | +15% |
*Le Regioni non menzionate (Valle d’Aosta e Sardegna) al momento non hanno effettuato tagli al servizio né aumenti tariffari sui treni regionali.