Soddisfazione di Legambiente e dell’Osservatorio ambiente e legalità per l’operazione del corpo forestale contro il traffico illecito dei rifiuti in Veneto.
Bene la decisione della magistratura di nominare subito un commissario per la Ecolando per salvare il lavoro degli operai.
Con quali criteri la Regione Veneto ha autorizzato la Ecolando dopo il susseguirsi di episodi di illegalità che hanno visto coinvolta la ditta padovana?
L’operazione ha preso il via da una segnalazione, dell’ottobre 2012, dei vigili urbani di Treviso che hanno rilevato la truffa operata da Ecolando: fatture gonfiate per la raccolta degli ingombranti a cui veniva imputato un peso maggiore di quello reale. La segnalazione era stata rilanciata dall’Osservatorio ambiente e legalità.
Preoccupa il coinvolgimento di una grossa impresa, la Akron del gruppo Hera, colosso emiliano veneto dei servizi, di cui è stata perquisita la sede in quanto ritenuta nella disponibilità delle attività di Ecolando.
Particolare soddisfazione per la decisione della magistratura di nominare contestualmente al’arresto dei responsabili un amministratore che porterà avanti il lavoro della Ecolando sventando così una crisi aziendale e la perdita del lavoro per i dipendenti. «E’ un esempio da seguire – commenta Luigi Lazzaro presidente di Legambiente Veneto – per superare drammatici conflitti tra lavoro e a legalità». «Ci auguriamo che le indagini possano poi chiarire se c’è stata una complicità, o meno, da parte dei responsabili degli impianti di smaltimento finale» ha proseguito Lazzaro.
L’Ecolando aveva da poco ottenuto l’autorizzazione integrata ambientale (Aia) da parte della regione Veneto dopo lo stabilimento era stato sequestrato per una precedente indagine. «Saranno da riesaminare i criteri con cui la Regione Veneto ha rilasciato l’autorizzazione alla gestione e trattamento dei rifiuti» ha sottolineato Lazzaro
Questa ennesima indagine del corpo forestale in Veneto sembra confermare il dato allarmante diffuso da Transcrime nel 2013, secondo cui il mercato illegale dei rifiuti speciali vede il Veneto al primo posto in Italia con un fatturato di 149 milioni di euro.
Ricordiamo che solo nel luglio di quest’anno era stato arrestato per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti Sandro Rossato titolare della “Rossato Fortunato” di Pianiga, provincia di Padova. L’ordinanza di arresto proveniva dalla procura antimafia di Reggio Calabria nel quadro di un operazione contro la famiglia ndranghetista degli Alampi. Rossato era stato arrestato, sempre per i collegamenti con la famiglia Alampi, nel 2007.