editoriale #4
MOBILITIAMOCI PER CAMBIARE IL VENETO
verso la manifestazione regionale di sabato 30 novembre, in difesa dell’ambiente
La nostra fame di bellezza contro l’abbuffata di cemento e asfalto.
Il prossimo sabato 30 novembre, dalle ore 14 fino al tramonto, la città di Venezia accoglierà una moltitudine di associazioni, comitati, forze sindacali e cittadini veneti, che uniti in un corteo, che siamo sicuri sarà colorato, allegro e partecipato da migliaia di cittadini, sfileranno per le calli della città, per chiedere con forza uno stop al consumo di suolo sfrenato, per bloccare la pioggia di asfalto e di grandi opere previste nella nostra regione, per difendere l’ambiente, la salute, la democrazia e l’assalto ai beni comuni.
Legambiente, tra i promotori della manifestazione, ha aderito e rilanciato con forza grazie all’impegno dei suoi 39 circoli sparsi per il Veneto, e lo ha fatto per i tanti motivi che nel volantino di questa manifestazione e nel suo manifesto (che trovate pubblicati sul sito di Legambiente Veneto), sono chiari ed efficacemente condensati.
Non possiamo fare a meno di rivolgere un particolare ringraziamento per Don Albino Bizzotto, fondatore dei Beati i Costruttori di Pace, che durante lo scorso mese di agosto ha denunciato, con il suo digiuno per l’ambiente, la forma di lotta più pacifica ma anche più vibrante, la follia dei 1000 km di nuove autostrade che rischiano di abbattersi sulla pianura più fertile d’Europa. Dopo i capannoni vuoti che riempiono la pianura Padano-Veneta, è partita infatti la stagione delle autostrade, a sferrare un nuovo attacco a quel che resta del suolo agricolo da cui dipende la gran parte della produzione agroalimentare made in Italy. Eppure basta gettare uno sguardo a una carta delle autostrade d’Italia per capire che la Pianura Padana non ha bisogno di 1000 km di nuove autostrade! E basta confrontare i dati della mobilità di persone e merci con quelli del resto d’Europa per rendersi immediatamente conto che lo sbilanciamento del nord Italia non è sul versante della dotazione stradale, ma su quello dell’eccessivo livello di motorizzazione individuale (superiore del 20% alla media europea) e dell’inadeguatezza dell’integrazione logistica per le merci, con le ferrovie italiane che ormai sulla rete interna trasportano meno del 3% delle merci: un vero record europeo di inefficienza.
A questo stimolo abbiamo risposto attivandoci tra agosto ed ottobre con la #staffettadeldigiuno – contro il consumo di suolo e le grandi opere inutili, che ha visto i nostri Circoli, moltissimi soci e tanti singoli cittadini attivarsi per dire basta al consumo di suolo. E’ urgente un cambiamento, un nuovo modo di concepire e tutelare il territorio e gli spazi urbani in chiave sostenibile. Queste opere non rappresentano solo un nuovo forte impulso al consumo di suolo, ma sono un’insostenibile ipoteca sugli investimenti necessari ad uscire dalla crisi ed un insulto ai drammatici bisogni di una società piegata dalla crisi economica, in una fase in cui il Veneto viaggia a livelli di inquinamento e di dissesto da record, dimostrandosi territorio estremamente fragile, in cui semplici temporali provocano continui allagamenti e disagi per la popolazione (il 56% del territorio veneto è a rischio idrogeologico!). Il tutto, condito da politiche criminogene che causano un indebitamento a carico del sistema Paese (e quindi nostro!), tra finanziamenti pubblici e project financing farlocchi coperti “a perdere” dalla Cassa Depositi e Prestiti, per opere che nella maggior parte dei casi non intercettano nemmeno una reale domanda di utilizzo.
Le cause vanno quindi ricercate soprattutto nella pesante urbanizzazione e nella speculazione edilizia. C’è la forte necessità di un efficace monitoraggio del consumo di suolo, di limiti e controlli nei confronti dell’occupazione di suoli agricoli, di riuso del patrimonio non utilizzato e degradato, di cambiamento del modello di mobilità per uscire dalla schiavitù della gomma e dell’asfalto recuperando e dando valore al trasporto collettivo e ferroviario. Dobbiamo puntare ad una diffusa riqualificazione con obiettivi ambientali, energetici e antisismici e chiudere così il ciclo dell’espansione edilizia e infrastrutturale che sta soffocando questa regione.
L’appuntamento di sabato 30 novembre quindi è un momento importante per portare le nostre ragioni, oltre che occasione di contatto con tante realtà e comitati del territorio regionale che lottano per la tutela dell’ambiente e della loro salute. I conflitti in Veneto, prevalentemente ambientali, stanno aumentando e facendo emergere, da diverso tempo ormai, situazioni di insostenibilità localizzate quasi indistintamente su tutto il territorio. Non solo consumo di suolo quindi, perché il malessere del territorio e dei cittadini cresce sotto ogni punto di vista, e Legambiente - che da più di 30 anni lotta e agisce per la tutela del territorio e contro la cementificazione selvaggia, si batte per fermare l’inquinamento atmosferico e per mettere fine all’era delle fonti fossili, promuove azioni volte a migliorare la gestione dei rifiuti, si batte contro le ecomafie, si impegna per la diffusione di stili di vita sostenibili e con tenacia, fantasia e creatività si impegnano per tenere alta l’attenzione sulle emergenze ambientali del Paese – non può che rispondere presente, e sfilare a Venezia sabato 30 novembre in nome del popolo inquinato!
Troviamoci quindi sabato 30 novembre alla Stazione ferroviaria di Venezia-S.Lucia tra le ore 13.00 e le ore 13.30 (uscita della stazione lato destro sotto la scalinata) per organizzare la nostra presenza nel corteo.
È in gioco il destino del territorio, ma anche il futuro di ciascuno di noi.
Aderisci e partecipa, uniti faremo sentire la nostra voce!
Luigi Lazzaro, presidente Legambiente Veneto