Grandi navi a Venezia, Legambiente scrive al governo
Roma, 4 ottobre 2013 Comunicato stampa
Grandi navi a Venezia, Legambiente scrive al governo
“Il futuro della città non viaggia sulle grandi navi.
Scalo a Marghera, pianificazione integrata e rigenerazione urbana sono le chiavi per il nuovo rinascimento della città”
All’indomani del voto di fiducia al governo, Legambiente scrive al presidente del consiglio Enrico Letta e ai ministri competenti Andrea Orlando, Massimo Bray e Maurizio Lupi sul transito delle grandi navi a Venezia, una questione prioritaria per il futuro della città lagunare e del suo patrimonio storico-architettonico, per la quale urgono, secondo Legambiente, risposte concrete e provvedimenti immediati. Un semplice divieto, sebbene indifferibile, al transito delle navi da crociera davanti a San Marco non sarebbe sufficiente.
L’associazione ambientalista ritiene che lo spostamento della stazione marittima per le navi da crociera a Marghera, attraverso il passaggio per il canale dei petroli, possa rappresentare la giusta soluzione, una risposta che coniuga le ragioni dell’occupazione e della crescita economica con quelle della fruizione sostenibile.
“Legambiente invita il governo a definire una politica industriale che assuma il turismo e il futuro di Venezia come asset fondamentale per il Paese – dichiara Sebastiano Venneri, responsabile mare dell’associazione ambientalista – a non adottare soluzioni tampone, ma a pianificare il futuro di Venezia e dell’attività portuale partendo dalla rigenerazione dell’area inquinata e abbandonata di Marghera. Sarebbe una sfida per l’intero sistema Paese e non solo per la città e i suoi amministratori”.
Con lo spostamento dell’home port a Marghera, lontano dal fragile cuore della città, si eviterebbe infatti il passaggio delle grandi navi all’interno del Canale della Giudecca e del bacino di San Marco e allo stesso tempo si consentirebbe una pianificazione integrata di tutta l’area comunale attraverso il recupero e rilancio della zona industriale dopo gli anni di abbandono seguiti alla crisi del ciclo della chimica.
“Come ambientalisti e come cittadini – aggiunge il presidente di Legambiente Veneto Luigi Lazzaro – non possiamo più accettare soluzioni del secolo scorso da parte di una lobby imprenditoriale che di quegli anni sta riproponendo il peggio. Né ci interessano soluzioni parziali che si occupano di risolvere i problemi posti dalle singole attività all’interno della città. Vogliamo piuttosto una pianificazione strategica della città, vogliamo immaginare la Venezia del futuro, vogliamo giocare una sfida importante, non solo sulla vergogna degli inchini al campanile delle grandi navi, ma sul recupero di aree e identità, sulla ridefinizione degli spazi, sull’idea insomma di città che vorremmo realizzare”.
Per questo la soluzione proposta da Legambiente ripensa non solo il traffico delle grandi navi, ma l’assetto complessivo dell’accoglienza dei turisti in città e rappresenterebbe un solido investimento in grado di garantire l’attuale numero di toccate senza i rischi ambientali e l’impatto paesaggistico connessi al volume di traffico odierno.
Venezia oggi sfiora i 20milioni di visitatori all’anno, concentrati nel centro storico. “Siamo certi che lo spostamento del porto delle grandi navi di pochi chilometri dal centro di una delle città più belle del mondo non possa rappresentare un deterrente alla visita e scoraggiare i visitatori che da ogni parte del mondo giungono a Venezia – concludono Venneri e Lazzaro – . Mentre le aree meno interessate dalla pressione turistica, che oggi sentono maggiormente il clima di instabilità economica e che necessitano di interventi di rilancio, potrebbero goderne significativamente entrando a far parte a pieno titolo delle dinamiche cittadine”.
Legambiente boccia drasticamente le proposte di escavo di uno o più nuovi canali all’interno della laguna, avanzate dall’Autorità Portuale e da altri soggetti economici e politici del territorio. Venezia ha già subito uno stravolgimento del suo delicato ecosistema con la scelta scriteriata di insediamento di un polo industriale a qualche centinaio di metri dal centro cittadino e la laguna ha conosciuto uno sfregio incancellabile con la realizzazione del canale dei petroli e l’ulteriore escavo dei fondali alle bocche di porto. Laguna e città di Venezia sono un patrimonio mondiale inestimabile che va tutelato e protetto e non più aggredito e sfruttato.
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