Ennesimo schiaffo ai pendolari veneti
Rovigo, 17 luglio 2013 Comunicato Stampa
Ennesimo schiaffo ai pendolari veneti
A rischio i treni regionali sulla tratta Bologna-Venezia
Legambiente: “La Regione cancella i treni regionali per favorire le Frecce. Una vergogna che penalizza le classi più deboli”
“Dopo l’appello alla Giunta Regionale per un impegno concreto verso il miglioramento delle condizioni dei pendolari, lanciato durante l’inverno scorso grazie alla nostra campagna Pendolaria, siamo costretti ad assistere oggi all’ennesima umiliazione inflitta dalla Regione ai cittadini veneti”. Con queste parole Gigi Lazzaro, Presidente di Legambiente Veneto, esprime tutto il rammarico dell’Associazione Ambientalista per i consistenti tagli approvati in Veneto.
E continua: “Lo scorso dicembre, in un comunicato stampa, dichiaravo la Giunta Regionale ormai non ha più nulla su cui tagliare per i pendolari veneti. Peggio di così non si potrebbe fare. Ebbene, mi sono sbagliato. La Giunta Veneta ci testimonia che al peggio non c’è mai fine”.
E’ di un paio di giorni fa la notizia della soppressione di ben 8 treni interregionali che collegano ogni giorno Milano e Venezia. La decisione, presa unilateralmente dalla Regione Veneto, è motivata dal fatto che, con l’avvio del orario cadenzato, la Regione Veneto non avrebbe più i soldi per finanziare il trasporto interregionale. Se così fosse si profila però un inquietante scenario: se i fondi per l’orario cadenzato vengono sottratti da fondi usati per i treni pendolari allora è presumibile che la Regione voglia sopprimere anche i treni della tratta Venezia-Bologna.
“Questo tipo di azioni – sostiene Andrea Ragona, responsabile Mobilità per Legambiente Veneto – va a colpire due volte i pendolari: per primo perché, chi si muove per città come Milano o Brescia, è obbligato a prendere le costose Frecce e quindi affidarsi a un servizio commerciale e non di trasporto pubblico, dato che Trenitalia ha eliminato il concetto di coincidenza e sarà quindi difficile trovare un cambio a Verona in tempi umani. Dall’altra obbliga chi prendeva il treno nelle stazioni secondarie a dover scegliere l’automobile. Ci domandiamo il perché di una scelta tanto miope da parte di una Regione che dice di stare vicino ai sui pendolari ma nei fatti non fa altro che penalizzarli ogni giorno di più”.
Legambiente ricorda poi la “ricetta” che poco più di sei mesi fa aveva consigliato all’Assessore Regionale alla mobilità Renato Chisso:
1. INTERMODALITYCARD un biglietto ricaricabile regionale con unico sistema di tariffazione per treno, bus e vaporetto
2. PIU’ TRENI regionali e a intervalli regolari
3. PIU’ VIAGGI MENO PAGHI, per premiare gli affezionati creando fasce di km percorsi, superate le quali, il costo del singolo km diminuisce in maniera progressiva
4. FACILITARE L’ INTERMODALITA’ per migliorare l’accessibilità delle piccole stazioni e il servizio di trasporto bici sui treni dei pendolari
5. MENO STRADE PIU’ FERRO in quanto la Regione Veneto si e’ caratterizzata per un forte squilibrio negli investimenti fra nuove strade e trasporto pubblico.
Una proposta semplice, chiara, in cinque mosse che, a quanto pare, la Regione ha completamente ignorato: “con Pendolaria – conclude Lazzaro – abbiamo manifestato lo scorso dicembre alla stazione di padova ed in tutto il veneto lanciando lo slogan “fateci uscire dalla preistoria” ma a quanto pare la volontà come le competenze della giunta regionale in materia di trasporto pubblico non riescono proprio a superare dall’età della pietra”