2 ALLUVIONI IN 3 ANNI, LEGAMBIENTE VICENZA FA IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
Ad un anno dalla drammatica alluvione che ha messo in ginocchio la città, il circolo di Legambiente Vicenza si è proposto per fare il punto della situazione sullo stato delle opere e delle politiche messe in atto per affrontare piogge e dissesti futuri. Devo subito dire che se da un lato la cittadinanza ha dimostrato di comprendere l’importanza dei nostri temi e della nostra visione, partecipando numerosa sia alla giornata di pulizia lungo il fiume Bacchiglione che al convegno sul dissesto idrogeologico, a livello di scelte politiche poco è successo. Ed anche ora, dicembre 2012, a due anni dal novembre nero e dopo aver rischiato di finire allagati per ben due volte appena un mese fa, non si riesce a pensare ed a proporre nient’altro che una cassa di espansione. Non perchè sia una cosa sbagliata in sè, ma perchè rimane, l’unico approccio al problema della sicurezza della città e delle persone. Ed è ancor più sbagliato se diviene un alibi per non pensare e non fare altro. Da tempo stiamo ed abitiamo in un territorio in cui si è costruito tanto e male, si è costruito lungo i fiumi, e troppo: la cosa migliore sarebbe avviare una seria delocalizzazione. Inoltre c’è da far nascere una nuova cultura, di attenzione e di assunzione di responsabilità nei confronti del territorio, dell’acqua, dei cambiamenti climatici e del rischio idrogeologico.
Ma torniamo alle proposte del circolo. Nel 2011 arriva Operazione Fiumi con un forte carico di vitalità, determinato senza dubbio dalla presenza del coordinamento Nazionale. Si iniziò con la presentazione di Ecosistema Rischio, lo sguardo della nostra associazione su quanto si sta facendo in Veneto per contrastare il rischio idrogeologico. E da qui si scopre che l’85% dei comuni ha nel proprio territorio abitazioni in aree golenali, in prossimità di alvei e in aree a rischio frana, in alcuni casi sono presenti interi quartieri, senza esclusione di strutture e fabbricati industriali. Fatto estremamente grave poiché, in caso di alluvione, sono esposti al rischio sia i dipendenti, sia l’ambiente, per il pericolo di sversamento di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni. Appena tre comuni fra quelli intervistati hanno intrapreso opere di delocalizzazione delle abitazioni e solo in un caso si è provveduto a delocalizzare gli insediamenti industriali dalle aree maggiormente esposte a pericolo. Positivo, invece, il lavoro svolto dalle amministrazioni per l’organizzazione del sistema locale di protezione civile il 96% dei comuni è provvisto di un piano da mettere in atto in caso di frana o alluvione e nel 77% dei casi i piani d’emergenza risultano essere stati aggiornati negli ultimi due anni, fatto estremamente importante giacché disporre di piani vecchi può costituire un grave limite in caso di necessità. Moltissimi comuni inoltre hanno realizzato attività d’informazione rivolte ai cittadini sui rischi che incombono sul territorio. Vicenza in questo rapporto ottiene la qualifica di scarso e per noi è una definizione adeguata allo stato in cui si trova la città.
Aldilà delle analisi teoriche, il circolo ha svolto attività sul fiume. Infatti i volontari di Legambiente e cittadini si sono dati appuntamento lungo le sponde del Bacchiglione per una iniziativa di pulizia e cura di un’area di alto pregio naturalistico. Armati di guanti, sacchi, galosce e con l’ausilio di un gommone per entrare fin nel greto del fiume, hanno raccolto grandi quantità di bottiglie, lattine, sacchetti di plastica e rifiuti ingombranti: copertoni, lamiere, resti di lavori edili e addirittura il cofano di un’auto. La giornata è stata un’occasione importante per svolgere una concreta azione di cura del territorio e del fiume e per sottolineare quanto sia fondamentale, anche nella prevenzione delle esondazioni, che le sponde dei corsi d’acqua, dai grandi fiumi come il Bacchiglione ai corsi d’acqua minori, siano aree tutelate e sottoposte ad una manutenzione costante. Un modo concreto per non ricordarsi dei fiumi solo quando esondano.
Un mese dopo il convegno, ricco di interventi, partecipato, stimolante. Il tentativo di Legambiente è stato di mettere insieme i ragionamenti sul dissesto idrogeologico con quelli sull’urbanizzazione diffusa e disordinata che interessa sia la nostra città che il territorio intorno a essa, non solo, sui cambiamenti climatici e sulla necessità di dare per scontato che l’eccezionalità degli eventi atmosferici particolarmente intensi sta diventando, e lo diverrà sempre più in futuro, ordinarietà. Il convegno è stato anche l’occasione per lanciare a livello nazionale la proposta del servizio civile di prevenzione del rischio idrogeologico, per la predisposizione di Campi di Volontariato specificamente mirati alla manutenzione diffusa del territorio ed alla realizzazione e gestione di nuovi spazi di naturalità in ambito urbano ed extraurbano. Il convegno, se dal punto di vista della concretezza delle politiche cittadine non ha dato quegli esiti che ci aspettavamo, è comunque stato per molti un punto di non ritorno rispetto alle loro valutazioni sull’acqua e sul territorio.
Valentina Dovigo per Legambiente Vicenza
Qui di seguito l’appello di Legambiente per che invita il Governo a rinunciare ad alcune inutili grandi opere dai costi elevatissimi e dagli impatti ambientali enormi – per esempio il progetto del ponte sullo stretto – da cui si possono recuperare risorse necessarie e urgenti per la tutela e la sicurezza del territorio.
Sottoscrivi l’appello: http://www.legambiente.it/maltempo-stop-opere-inutili-salvare-il-paese