Veneto Regione Cardine nei Traffici dei Rifiuti
La regione riduce i controlli e facilita i passaggi di rifiuti da una provincia all’altra
Legambiente lancia l’allarme: possibile assist alle ecomafie
Via libera al conferimento fuori provincia e soppressione della figura del terzo controllore per gli impianti di trattamento dei rifiuti: due nuove delibere della Giunta Regionale, pubblicate in questi giorni, promettono di cambiare, in peggio, la gestione dei rifiuti in questa regione.
«Così si allargano le maglie dei controlli e si rende più opaca la gestione: le ecomafie ringraziano» dichiara Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto.
Il Bollettino Ufficiale della Regione Veneto del 5 giugno contiene due delibere riguardanti le gestione dei rifiuti. Potenzialmente esplosive. Con la delibera n. 843 del 15 maggio 2012 la Giunta Regionale azzera il contributo regionale ex art. 38 della legge regionale n. 3 del 2000 da corrispondere in caso di smaltimento di rifiuti urbani in impianti ubicati fuori dagli Ambiti Territoriali Ottimali in cui gli stessi sono stati prodotti.
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“Questo provvedimento – spiega Lazzaro – tradisce lo spirito delle norme comunitarie e di tutta la legislazione nazionale sui rifiuti, che si basa sui principi della prossimità e dell’autosufficienza. Secondo lo spirito della legislazione ogni ambito territoriale dovrebbe puntare a gestire l’intero ciclo dei rifiuti. Con l’eliminazione del disincentivo economico, invece, si favorisce la trasmigrazione dei rifiuti tra una provincia e l’altra. Invece di por mano ad una seria programmazione regionale sulla gestione dei rifiuti che punti sulla riduzione, sul riciclo e sul riutilizzo e renda ciascuna provincia autosufficiente, ci si limita a favorire i traffici dei rifiuti verso gli impianti che garantiranno meno costi.”
E’ da decenni assodato come allungare la rotta dei rifiuti provochi un aumento del rischio di una loro gestione opaca e renda più difficili i controlli.
“Anche concedendo che lo spostamento dei rifiuti verso inceneritori gia’ esistenti sia utile ad evitare la realizzazione di nuovi impianti inutili, vetusti e dannosi per la salute dei cittadini, quale ad esempio l’inceneritore di Ca’ del Bue a Verona – continua Lazzaro – far sparire l’aggravio economico per il trasferimento dei rifiuti fuori provincia contribuisce alla deresponsabilizzazione delle comunità, che pensano di risolvere il problema spostando i rifiuti, ed e’ un chiaro segnale del pensiero che muove le decisioni dell’Assessore Conte.”
Controlli che verranno messi comunque in ginocchio dal secondo provvedimento preso della Giunta Regionale che prevede la soppressione, per la supervisione dei piani di monitoraggio e controllo degli impianti di trattamento dei rifiuti, della figura del cosiddetto «terzo controllore». La legge regionale 3 del 2000 prevedeva, infatti, che «per tutti gli impianti di smaltimento e di recupero di rifiuti costituiti da matrici organiche selezionate, con potenzialità superiore a 100 tonnellate al giorno […] dovrà essere approvato in sede di rilascio del provvedimento di autorizzazione da parte della provincia un programma di controllo» a cui deve provvedere «personale qualificato ed indipendente».
Sull’indipendenza di questa figura, un soggetto privato, ci sarebbe molto da dire, secondo l’Associazione Ambientalista, visto che risulta di fatto pagato dal titolare dell’impianto che è chiamato a controllare. A questo paradosso – unico in tutto il territorio nazionale -, cercò di porre rimedio un provvedimento del 2010 che prevedeva un fondo provinciale, alimentato da una quota del contributo per la gestione dei rifiuti a carico dei gestori, che retribuisse i «terzi controllori». Questo meccanismo non è mai andato a regime e i controllori – «personale qualificato ed indipendente» secondo la definizione della legge – sono rimasti direttamente a libro paga dei controllati. D’altronde i «terzi controllori» sono tenuti a produrre delle relazioni per gli enti pubblici che rimangono accessibili ai cittadini: è questo il risultato migliore e più utile di quel provvedimento normativo e proprio questo patrimonio di conoscenza e trasparenza viene cancellato dal provvedimento regionale. “Invece che garantire l’effettiva autonomia dei «terzi controllori» – continua Lazzaro – , la Giunta ha visto bene di eliminarli lasciando all’Arpav – la cui operatività è stata pesantemente ridimensionata con gli ultimi tagli – l’onere dei controlli. Controlli che avverranno una volta all’anno e previo avviso ai controllati: in pratica ci si affiderà all’autocertificazione. Ci saremo aspettati che, data l’eliminazione dei controlli effettuati dai privati, si decidesse un investimento adeguato per rafforzare i controlli pubblici e la struttura regionale di ARPA, invece nulla di nulla”.
“Legambiente è impegnata in prima fila contro le ecomafie – sottolinea Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto – e ha promosso in queste settimane un Osservatorio «ambiente e legalità», già operativo, in collaborazione con il comune di Venezia e il 6 luglio presenterà, sempre a Venezia, il Rapporto 2012 sulla criminalità ambientale, ma dopo la pubblicazione di queste delibere – conclude – ci domandiamo quale sia la sensibilità e l’impegno su questi temi di chi amministra la nostra Regione”.