Nuovo Dossier: frane e alluvioni, disastri innaturali
Una gestione sbagliata del territorio e la scarsa considerazione delle aree considerate ad elevato rischio idrogeologico, la mancanza di adeguati sistemi di allertamento e piani di emergenza per mettere in salvo la popolazione, insieme ad un territorio che non è più in grado di ricevere precipitazioni così intense, sono i fattori che trasformato un violento temporale in tragedia. Leggi il dossier Frane e alluvioni: disastri innaturali.
In 232 comuni liguri sono presenti aree ad elevata criticità idrogeologica. Le aree soggette a pericolo di frane o alluvioni raggiungono i 470 chilometri quadrati, l’8,7% del territorio ligure. Dati – fonte Ministero dell’Ambiente – che mettono in luce chiaramente la fragilità di un territorio dove anche semplici temporali, per quanto intensi, possono provocare, nel migliore dei casi, allagamenti e disagi per la popolazione.
In Sicilia sono ben 273 i comuni in cui sono presenti aree esposte a rischio idrogeologico. Praticamente sette su dieci, di cui 200 a rischio frana, 23 a rischio alluvione e 50 a rischio sia di frane che di alluvioni.
In Veneto sono 327 i comuni a rischio.
In Campania le zone ad elevata criticità idrogeologica sono presenti in 504 comuni. L’estensione di tali aree esposte a rischio è pari a oltre 2.597 kmq, cioè circa il 19% della superficie dell’intera regione.
Tutti i 92 comuni umbri sono stati classificati a rischio idrogeologico. Tra questi 40 sono a rischio frana, uno a rischio alluvione e 51 a rischio sia di frana che di alluvione.
Sono alcuni dei dati che fotografano la presenza di aree di elevato rischio idrogeologico nei comuni italiani, questione che abbiamo affrontato nel corso della nostra campagna Operazione Fiumi. Stiamo elaborando uno studio completo con informazioni su tutte le regioni.