Ancora tagli al trasporto pubblico
LEGAMBIENTE “LA REGIONE VENETO CERCA DI SPREMERE UN LIMONE GIA’ SECCO”
“Vile, tu uccidi un uomo morto”. E’ questa la replica che si merita Luca Zaia che, nel comunicare le linee guida del bilancio della Regione Veneto 2012 annuncia ulteriori tagli al trasporto pubblico.
Come un novello Maramaldo sembra dimenticare che il finanziamento al trasporto pubblico, servizio essenziale per l’economia locale, per la lotta all’inquinamento che affligge la nostra regione è già stato pesantemente ridotto nel corso del 2011.
La Regione Veneto, rispetto al consuntivo 2010, con il bilancio preventivo 2011, ha tagliato oltre 62 milioni di euro, di cui 30 destinati a finanziare il trasporto pubblico locale.
Un vero è proprio salasso, a lungo contrastato dalle organizzazioni dei lavoratori, dagli ambientalisti, dalle associazioni degli utenti e consumatori.
Proteste che si sono prolungate nella primavera scorsa e che avevano strappato all’assessore regionale Renato Chisso una promessa, quella di re-integrare almeno parzialmente le risorse con la manovra di assestamento di autunno.
Ad oggi di quei 10 milioni promessi non se ne vede traccia, mentre il Presidente Zaia e l’Assessore al bilancio Ciambetti annunciano per il 2012 le linee guida che promettono ulteriori tagli al trasporto pubblico.
Nel frattempo c’è stato un aumento tariffario del trasporto ferroviario regionale avvenuto il 1 agosto 2011 e contestualmente la soppressione di 27 treni al giorno dal 4 luglio 2011.
Nel trasporto pubblico locale le cose non vanno meglio. Praticamente tutte le aziende locali a maggio 2011 hanno provveduto ad incrementare il costo dei biglietti, e un secondo aumento è minacciato per il 1 settembre 2011 per portare la tariffa di corsa semplice a 1,30 euro e un incremento anche del costo degli abbonamenti così come indicato dalla Regione Veneto.
A settembre 2011, con la ripresa della scuola e degli orari invernali le sorprese amare che attendono pendolari e studenti non saranno poche: un numero decisamente minore di bus e treni sia negli orari di punta che di morbida, un secondo aumento generalizzato delle tariffe, scadimento totale del servizio. Un grave danno per i 2 milioni di passeggeri che ogni giorno le aziende trasportano, e per la salute dei 5 milioni di cittadini residenti che risentiranno dell’aumento del traffico e dell’inquinamento atmosferico che questo inevitabilmente comporterà.
Eppure i contributi alla gestione del trasporto pubblico rappresentano soltanto l’1% del bilancio regionale, i tagli quindi avranno effetti minimi sui conti, mentre i danni al diritto alla mobilità ed alla salute pubblica saranno gravissimi. Nessuna altra regione in Italia ha tagliato i fondi al settore, anzi, nel resto del Paese nel 2010, l’offerta di trasporto pubblico è cresciuta del 13%, anche in relazione alla crisi economica che spinge i cittadini a contenere i costi per muoversi e raggiungere il posto di lavoro.
La Regione Veneto ha accompagnato i tagli con alcune indicazioni sulle strategie che Enti Locali ed Aziende debbono intraprendere a livello locale. Consigli risibili, inopportuni o impraticabili. Suona demagogico il richiamo regionale a migliorare l’efficienza aziendale e la lotta all’evasione dei biglietti in funzione dei costi, se consideriamo che il Veneto raggiunge la quota record del 42% del recupero dei costi attraverso la vendita dei biglietti, contro una media nazionale del 27% ed un obbligo di legge del 30%.
Sono deboli le indicazioni sul riordino del servizio. Nessun passo avanti rispetto a biglietto unico, fusioni ed integrazioni delle aziende, riordino della rete. Manca sia il coraggio politico sia la capacità di produrre innovazioni che consentano il potenziamento dell’offerta a parità di risorse investite.
Ai Comuni si lascia la patata delle velocità commerciale: un fattore non di poco conto, che può valere fino ad 1 milione di euro di risparmio per ogni 2 km/h di velocità aumentata. Politiche che le amministrazioni locali non hanno il coraggio di imboccare con decisione, spaventate dal riordino viabilistico che dovrebbero intraprendere.
Inoltre la situazione del rilancio del servizio, ad es. il Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale, è definitivamente rinviata vista l’entità dei tagli effettuati sugli investimenti che superano il 50% delle già scarse risorse disponibili, mentre le risorse finanziare per le opere autostradali non mancano mai.