Da Legambiente l’appello alle amministrazioni comunali: “Ridate il libero accesso al lago”
Legambiente: una pratica illegale che va fermata!
Cancelli, sbarramenti, paletti, recinzioni. Esistono molte maniere per impedire l’accesso al lago di Garda. In comune hanno un unico elemento: sono illegali.
“Nel mese di luglio in occasione della tappa della Goletta dei Laghi sul Garda, con una passeggiata di protesta a Lazise, avevamo denunciato l’inaccessibilità degli spazi demaniali in riva al lago. Un fenomeno diffuso lungo tutto il lago che limita la libertà di turisti e residenti” – dichiara Michele Bertucco, presidente di Legambiente Venetowortavoce della Goletta dei Laghi. -
Da Pacengo al centro di Lazise non esistono accessi pubblici al lago e alla spiaggia, beni demaniali di cui tutti dovrebbero poter godere: l’unico modo per accedervi, anche per un residente, è pagare il costo della piazzola al campeggio.
Tutta la materia è disciplinata da precise norme di legge. La prima norma è del 1939 (Legge 1497) ripresa successivamente dalla Legge Galasso e poi inserita nelle previsioni del cosiddetto “Decreto Urbani” (D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, “Codice dei beni culturali e del paesaggio”)
L’art. 142, comma 1, lettera b) del suddetto Decreto Legislativo definisce infatti come oggetto di tutela e valorizzazione per il loro interesse paesaggistico: “i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 m dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi”.
“Negare l’accesso al lago è un atto illegale ma frequente. – aggiunge Lorenzo Albi, presidente di Legambiente Verona – Molto spesso sono proprio le attività dei campeggi, non controllate e regolamentate a dovere, a farla da padrone a scapito della legge italiana e del bene collettivo. Se dal lago si vuol ritornare verso la Statale Gardesana Orientale, si rischia una denuncia per violazione di domicilio, essendo il campeggio una proprietà privata e non esistendo passaggi pubblici tra un campeggio e l’altro. Per non parlare dei numerosi tratti di spiaggia pubblica e battigia occupati abusivamente da esercizi commerciali, bar, depositi abusivi di imbarcazioni, baracche per il noleggio di barche e pedalò”.