Tra le anguille alla diossina e il carpione a rischio estinzione, quale pesca per il lago di Garda?
Legambiente: “Risalire alla cause dell’inquinamento ed evitare la pesca della specie in estinzione”
Il lago sta soffrendo. È la preoccupazione della Goletta dei Laghi che questa mattina, con una traversata del lago, ha voluto accendere i riflettori sul problema dell’anguilla alla diossina che in questi ultimi mesi ha riportato l’attenzione sui problemi legati alla pesca nel Benaco.
“Le cause di questa situazione – spiega Legambiente – sono riconducibili in gran parte alla gestione inefficiente della rete idrografica superficiale e alle distruzioni degli habitat naturali. Dunque i livelli «ballerini» delle acque per i prelievi irrigui, che lasciano in secca le uova deposte vicino a riva; la cementificazione delle sponde che ha fatto sparire i letti di frega su cui i pesci andavano a riprodursi; la riduzione delle praterie sommerse di alghe e piante acquatiche; le dighe e gli sbarramenti in entrata e uscita da fiumi e torrenti. Situazioni favorite da una grande confusione normativa, dalla frammentazione di competenze e risorse e dalla tardiva o mancata applicazione di direttive internazionali, in particolare la Direttiva quadro acque del 2000 e la Direttiva habitat del ’92, per cui l’Italia è stata già più volte richiamata o condannata dall’Unione Europea”.
Ma a preoccupare l’associazione ambientalista non è solo l’enigma “anguille alla diossina” ma anche quello legato all’estinzione del Carpione del Garda.
Il carpione del Garda (Salmo carpio) è una specie endemica nel lago di Garda ed è presente in tutto il bacino lacustre, occupando principalmente le zone con profondità di 100-200 metri nelle quali svolge l’attività trofica. Il carpione del Garda è però in forte contrazione, tale da correre seri rischi di estinzione; la situazione risulta particolarmente grave perché la specie è costituita da un’unica popolazione. Sottoposto da sempre ad uno “sforzo di pesca” superiore alla sua capacità di riprodursi, nell’arco degli ultimi quarant’anni è sceso dalla media di 200 quintali di pescato all’anno a soli 28 quintali nel 1985. Adesso ancor meno. Ma nonostante questo l’Amministrazione Provinciale di Verona continua imperterrita ad organizzare la pesca in deroga del Carpione durate il periodo di divieto, autorizzando tutti i pescatori professionisti a calare le reti sui letti di frega ove i Carpioni, risaliti dalle profondità del lago si stanno riproducendo, con la motivazione pseudo scientifica della spremitura delle uova da far schiudere nel proprio incubatoio di Bardolino. I pesci, ovviamente morti dopo il trattamento, vengono trasferiti (a titolo di rimborso spese) dai pescatori ai ristoranti gardesani per le costosissime cene di Natale e Capodanno. Ancora adesso il Carpione viene chiamato “l’oro del Garda”.
“Il carpione ha bisogno di tutela – continua Legambiente -, anche dall’Ente che dovrebbe tutelarlo per il bene comune. Ma inspiegabilmente non compare negli elenchi ufficiali delle specie che necessitano di protezione”, pur essendo una specie ittica di “notevole importanza faunistica”. Ed è per questo che risultano urgenti ed indispensabili serie misure per la sua salvaguardia. Per tutelare la specie in estinzione si potrebbe lanciare una campagna per inserire il Carpione tra le specie a rischio estinzione della Direttiva CEE “Habitat” oltre a presentare una richiesta alla Provincia di Brescia e Verona per mettere subito in atto il fermo pesca professionale del pesce di lago a rischio. Del resto, la Regione Veneto, ha già inserito il divieto di pesca nelle Misure di Conservazione della ZPS “Basso Garda”, inserendo il Carpione nelle specie da tutelare anche nel nuovo regolamento regionale sulla pesca nel lago di Garda. Si potrebbe inoltre utilizzare l’incubatorio provinciale di Bardolino, nel Centro Studio dell’Ecosistema e della Biodiversità del Garda, da affidare ad Istituti scientifici e università. Ci appelliamo quindi – conclude Legambiente – all’assessore Venturi affinché revochi immediatamente la pesca in deroga, come atto di responsabilità e buona volontà”.
La Goletta dei Laghi è la campagna nazionale di Legambiente per il monitoraggio delle acque dei maggiori bacini lacustri, realizzata con il contributo del COOU (Consorzio Obbligatorio Oli Usati).
Appuntamento per la stampa domani, domenica 17 luglio alle ore 10.00, al Porto di Pacengo a Lazise (Vr) con l’iniziativa “Scarpe e cervello, pensieri e parole”. L’equipaggio della Goletta dei Laghi percorrerà il lungolago per affrontare il problema degli accessi negati alle spiagge.
I risultati del monitoraggio delle acque del Benaco saranno presentati in conferenza stampa lunedì 18 luglio alle 11.30 a Verona presso la sede di Legambiente Verona e alle 11.30 a Sirmione presso l’ex sala consiliare in Piazza Virgilio 20.