Motorcity: il 7 luglio 2011 il tar del Veneto decidera’ sul merito dei ricorsi di Legambiente e della provincia di Mantova
LEGAMBIENTE: “ATTO IMPORTANTE PER DIFENDERE IL TERRITORIO VERONESE”
Il Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto ha deciso di unificare la discussione dei 2 ricorsi presentati da Legambiente e dalla Provincia di Mantova contro la realizzazione del progetto “Motorcity”.
Il 7 luglio 2011 davanti al TAR veneto in udienza pubblica i legali di Legambiente e della Provincia di Mantova si confronteranno con gli avvocati della società Autodromo del Veneto SPA, della Regione Veneto, della Provincia di Verona e dei comuni di Vigasio e Trevenzuolo, le controparti che hanno deciso di opporsi al ricorso dell’associazione ambientalista e della provincia virgiliana.
Il ricorso di Legambiente è motivato tra l’altro da:
- la mancata partecipazione alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale di tutti i Comuni e le Province interessati al giudizio di compatibilità ambientale;
- il parere di compatibilità ambientale è stato espresso dalla Regione sulla base del progetto preliminare e non invece sulla base del progetto definitivo (art. 23 del D.Lgs. 152/2006);
- un difetto di istruttoria per la mancata sottoposizione al giudizio di VIA di opere poste quale presupposto per la realizzazione del Motorcity (ad esempio la realizzazione di un nuovo casello autostradale lungo la A22 in Comune di Vigasio e la realizzazione della nuova strada provinciale c.d. “Mediana” in Comune di Trevenzuolo).
Il progetto “Motorcity”, come è noto prevede la realizzazione di un autodromo nei comuni di Vigasio e Trevenzuolo in provincia di Verona e di una serie di strutture complementari ed accessorie che interesseranno una superficie di 450 ettari, comprendente:
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autodromo e kartodromo con un circuito di circa 6.200 metri di sviluppo e dimensionato per ospitare fino ad un massimo di 130.000 spettatori;
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shopping center a supporto dei flussi turistici, con una superficie coperta di 370.000 mq ed una superficie di vendita di più di 190.000 mq;
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parco tematico, ossia un parco divertimenti di 335.000 mq;
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strutture alberghiere, consistenti in un hotel a 5 stelle per 10 piani d’altezza e un hotel a 4 stelle di 11 piani d’altezza per un totale di 1.100 stanze;
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polo tecnologico, occupante una superficie territoriale di 494.200 mq;
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comparto residenziale, occupante una superficie territoriale di 242.500 mq;
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nuova strada extraurbana di collegamento fra il futuro casello di Vigasio e la futura strada “Nuova mediana”, da Nogarole Rocca a Isola della Scala;
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un impianto di depurazione a servizio del comparto del Motorcity con capacità di trattamento complessiva di 17.000 abitanti equivalenti.
Legambiente aveva presentato in sede di Valutazione d’Impatto Ambientale una serie di osservazioni che formulavano precise contestazioni di ordine procedurale e metodologico, concernenti l’impostazione dello studio di impatto ambientale sull’insieme degli impatti anziché sui singoli impatti generati dai singoli interventi, concernenti inoltre la mancata considerazione degli impatti cumulativi generati dall’interazione con altri progetti programmati nella medesima area: inoltre, nel medesimo parere si evidenziavano le gravi ripercussione sul piano ambientale con particolare riguardo alle emissioni in atmosfera, ed agli impatti sul sistema viabilistico veronese e la totale assenza di studi e verifiche in merito agli impatti ed agli effetti sulla rete viabilistica esistente.
Vogliamo anche ricordare come la storia dell’Autodromo del Veneto, previsto con legge del 1999 s’intreccia con la storia recente della crisi internazionale, fatta di bolle immobiliari e finanziarie. Partita con grande enfasi per far correre nel Veneto i campioni della Formula 1, oggi di questo non si parla più, mentre l’attenzione si è concentrata sulla realizzazione di un enorme centro commerciale, di una grande zona produttiva, di un ulteriore parco divertimenti.
Ora la situazione, “il clima”, sembrano cambiati. Ci si rende conto che la politica dello sviluppo sfrenato, senza regole, si dimostra in realtà controproducente: l’occupazione oltre ad un certo limite non cresce in assoluto, ma solo facendo chiudere altri centri e aggravando la crisi dei negozi di vicinato; le costruzioni immobiliari non hanno un mercato infinito, e rischiano di rimanere invendute, in decadimento dopo aver consumato inutilmente il territorio.
Tutti gli Amministratori pubblici a parole sembrano convenire sulla necessità di porre un freno alle disastrose conseguenze sociali ed ambientali dei meccanismi della speculazione immobiliare, meccanismi che non sembrano avere più alcuna diretta relazione in Veneto con l’effettivo fabbisogno espresso dalla domanda abitativa, dalle esigenze del terziario e dalla produzione industriale. La realtà, come abbiamo dimostrato oggi con la vicenda di Motorcity, va esattamente in direzione contraria con un continuo consumo del territorio veneto e un peggioramento delle condizioni di vita dei cittadini.
Lo stesso Zaia, Presidente della Regione Veneto, in un’intervista ad un quotidiano nazionale rilasciata il 30 aprile 2010 dichiarava: “Da noi il problema è già superato dalla regole del mercato. Il calo dei clienti dei centri commerciali è costante. Ma ora le cose stanno cambiando, come per i capannoni industriali: ne hanno costruiti troppi, e ora sono vuoti.”
Alla Regione Veneto chiediamo di essere coerente con le dichiarazioni del suo Presidente e di rivedere un progetto devastante e assurdo.
Verona, 24 giugno 2011
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