I tagli dei finanziamenti e delle sedi periferiche di ARPAV mettono in pericolo i controlli ambientali nel Veneto
LEGAMBIENTE: “VENGANO INDIVIDUATI I RESPONSABILI DEL DISSESTO FINANZIARIO DELL’AGENZIA REGIONALE”
In una recente audizione in Consiglio Regionale del Veneto il nuovo direttore generale dell’ARPAV Carlo Pepe ha anticipato alcuni contenuti del piano di riorganizzazione che l’Agenzia regionale sta mettendo a punto e che prevede, in particolare, la riduzione delle sedi, con la chiusura di 18 delle 45 attualmente operanti.
“Una riduzione – commenta Michele Bertucco, Presidente di Legambiente Veneto – che rischia di mettere in ginocchio i controlli ambientali nella nostra regione. Se il nuovo direttore vuole fare dei tagli, inizi dagli sprechi della passata gestione ed eventualmente tagli i dirigenti in eccesso, ma non tocchi le sedi periferiche che consentono di monitorare il territorio e di intervenire celermente in caso di rischio ambientale”.
La situazione – che è stata presentata in VII Commissione Consiliare – è a rischio insolvenza. Le prime stime quantificano in 60 milioni di euro i soldi necessari per rimettere in ordine i conti di ARPAV. Nelle casse dell’Agenzia mancano all’appello, infatti, 12,4 milioni di euro per la riduzione dello stanziamento nel bilancio regionale 2011, oltre a 22 milioni di debiti verso fornitori, 27.5 milioni di euro di debiti futuri (prossimi tre anni) per le operazioni di acquisto delle nuove sedi di Vicenza e Belluno, del battello oceanografico e per i contratti di global service, 11 milioni di euro di crediti dalla Regione, oltre a 13,8 mln di € di debiti verso il personale.
“Il dissesto dell’ARPAV – ricorda Bertucco – ha però dei responsabili, il primo dei quali è sicuramente l’ex Direttore Generale Drago, ma molte responsabilità stanno in capo a chi doveva vigilare e non l’ha fatto. Dov’era la Giunta regionale quando in ARPAV si facevano scelte immobiliari e non operative o acquisti faraonici come il battello per indagini marine? Chi doveva controllare queste scelte e le modalità con cui si sono attuate?”
“Si rischia – conclude il Presidente di Legambiente Veneto – di mettere a repentaglio una delle migliori agenzie di protezione ambientale d’Italia per quanto riguarda il monitoraggio e la prevenzione e dilapidare questo patrimonio sarebbe una scelta gravissima da parte della Regione. Bisogna tornare allo spirito della legge istitutiva dell’ARPAV (L.R. n. 32 del 1996) che assegnava all’Agenzia in via principale le funzioni di controllo e di monitoraggio del territorio veneto.”
Rovigo, 13 maggio 2011
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