Legambiente: “L’Ecosistema deltizio messo in pericolo dal fiume e dal mare”
OPERAZIONE PO 2010
L’ASSOCIAZIONE AMBIENTALISTA OFFRE UN PERCORSO FORMATIVO D’ ECCELLENZA NELLA GESTIONE DELLA MARINE POLLUTION
“Il tratto terminale del fiume Po rappresenta un ambiente di particolare pregio e valore, molto complesso e in continua evoluzione e proprio per queste caratteristiche molto fragile e sensibile alle variazioni introdotte dall’azione antropica. Si tratta di una zona umida di rilevanza internazionale e rappresenta un elemento strategico per la rete ecologica del bacino del Po. Studiando il delta è possibile ottenere un quadro di sintesi dello stato di salute ambientale dell’intero bacino“.
Partendo da questa considerazione Legambiente Veneto è categorica nell’affermare la necessità di politiche di tutela del fiume concertate a livello di intero bacino idrografico. Il delta padano, infatti, subisce pesantemente le conseguenze di decisioni ed interventi effettuati lungo l’intera asta del fiume e sui suoi affluenti, ove l’impatto della popolazione umana va sommato a quello determinato dagli allevamenti intensivi e dalle attività agricole, per un carico inquinante complessivo di ben 114 milioni di abitanti equivalenti: è come se nel bacino del Po vivessero, e scaricassero, il doppio degli abitanti dell’Italia intera.
Questo in condizioni di “normalità”. A ciò si aggiungono gli apporti di inquinanti non previsti e non prevedibili.
“E’ ancora fresca la memoria del disastro ambientale del febbraio scorso – afferma Michele Bertucco, presidente di Legambiente Veneto – quando dalle cisterne delle Lombarda Petroli sono fuoriusciti oltre 3 mila metri cubi di idrocarburi che, attraverso il Lambro, hanno raggiunto l’asta del Grande Fiume. Ciò ha messo in rilievo – prosegue Bertucco – l’insufficienza di provvedimenti di prevenzione dei rischi industriali. Purtroppo l’Italia si è rivelata impreparata ad affrontare simili disastri e solo la buona volontà della Protezione Civile Locale ha consentito che quanto accaduto non avesse conseguenze peggiori”.
Dati ufficiali rivelano che, a seguito dell’incidente, sono stati sversati 3.000 metri cubi di petrolio, cioè 2.600 tonnellate di idrocarburi di cui 1.800 di gasolio e 800 di oli combustibili. Gli interventi di contenimento hanno fatto sì che 1.250 tonnellate venissero bloccate dal depuratore di Monza, 300 nel piazzale della Lombarda Petroli, 200 fermate lungo il Lambro e 450 arrestate dalla diga di Isola Serafini. Delle 400 tonnellate che mancano all’appello, quantità imprecisate sono evaporate o si sono depositate sulle sponde, e dunque solo una frazione, circa il 10% dello sversamento, ha raggiunto il delta e da qui l’Adriatico.
E questo è solo un’ esempio dei rischi per l’ecosistema deltizio.
“Il delta padano è quotidianamente minacciato da fonti inquinanti di diverso tipo – spiega Giorgia Businaro, responsabile della campagna per Legambiente Veneto. I rischi provengono dall’intero territorio coperto dal bacino del Po: quasi 75.000 km quadrati densamente antropizzati, su cui insistono attività lavorative che producono il 40% del PIL nazionale.”
Ma il rischio può provenire anche dal mare.
“infatti – prosegue Businaro – in Italia sono collocati i principali porti petroliferi del Mediterraneo: 170 milioni di tonnellate annue di petrolio raggiungono i nostri porti. Venezia, in particolare, vede il transito di ben 27 milioni di tonnellate. Ciò costituisce un pericolo rilevante per la sopravvivenza delle nostre coste, in particolare di ecosistemi fragili come il delta del Po.”
Partendo da queste considerazioni Legambiente Veneto ha creato, grazie ad un corso di formazione finanziato dal Centro Servizi per il Volontariato di Rovigo, un gruppo di Volontari di Protezione Civile specializzato in interventi di bonifica delle coste dalla Marine Pollution.
“È nostra intenzione – asserisce Luigi Lazzaro, responsabile settore volontariato per Legambiente Veneto – preparare al meglio i nostri volontari, ma soprattutto vogliamo continuare ad estendere la nostra proposta di formazione in questo settore, con l’obiettivo di creare dei nuovi gruppi specializzati ed ovviamente fornire adeguata preparazione ai gruppi provinciali e comunali già esistenti. Così facendo metteremo a disposizione del Dipartimento di Protezione Civile Nazionale e Regionale, nuove e indispensabili competenze, utili in questi casi di inquinamento. Il corso di formazione offerto da Legambiente rappresenta una formazione d’eccellenza non compresa nei programmi formativi della Protezione Civile Nazionale. Per questo da anni la nostra associazione collabora con il Dipartimento di Protezione Civile Nazionale e interviene tempestivamente in caso di emergenza”.
E proprio per migliorare le competenze acquisite il gruppo di Protezione Civile di Legambiente Veneto sarà impegnato, insieme al gruppo di Protezione Civile di Legambiente Reggio Emilia e agli istruttori di Legambiente Nazionale in una esercitazione pratica che si svolgerà sabato 30 ottobre, dalle ore 10.00 alle ore 14.00, presso la Spiaggia delle Conchiglie gentilmente messa a disposizione dell’associazione dalla direzione di Villaggio Barricata SpA., nel comune di Porto Tolle.
L’Ufficio Stampa
Legambiente Volontariato Veneto
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