Manca il numero legale in consiglio regionale: non passa la caccia in deroga
SALVI GLI UCCELLI UTILI ALL’AGRICOLTURA
Ieri sera il Consiglio Regionale del Veneto, per mancanza del numero legale, non è riuscito ad approvare la legge regionale per la caccia in deroga.
“Si tratta di una sonora bocciatura della legge, voluta dal Presidente Zaia e dalla sua maggioranza, – dice Michele Bertucco Presidente di Legambiente Veneto – perché di fatto non vi saranno i tempi tecnici per una ripresentazione in Consiglio utile alla sua entrata in vigore per la stagione venatoria. Grazie alle migliaia di emendamenti dell’opposizione e grazie ai recenti pronunciamenti della Commissione Europea, arrivati dopo i nostri esposti a Bruxelles contro la caccia in deroga del Veneto, ieri il consiglio Regionale del Veneto ha mandato in archivio, si spera per sempre, la caccia in deroga”.
Ora vigileremo pronti ad impugnare al TAR del Veneto ogni eventuale delibera che la Giunta Regionale approverà per tentare di far rientrare dalla finestra la vergogna veneta della caccia agli uccelli insettivori utili all’agricoltura.
Questa nostra battaglia di legalità ha lo scopo di evitare il massacro di un utilissimo patrimonio naturale protetto di tutti i cittadini e di evitare pesanti condanne da parte della Corte di Giustizia Europea per le violazioni alla Direttiva comunitaria “Uccelli”.
La legge, se approvata, avrebbe consentito ai cacciatori veneti di sparare ad uccelli protetti utili all’agricoltura quali Fringuello, Peppola, Pispola, Prispolone, Storno e Frosone.
Lo scorso 20 luglio LAC, LAV, ENPA, Legambiente, LIPU e WWF sulla questione avevano notificato ai consiglieri regionali una diffida al voto sostenendo fortemente l’illegittimità dell’atto, diffida che in qualche modo ha raggiunto l’obiettivo.
“La caccia in deroga, – ricorda Bertucco – così come proposta, è stata dichiarata illegittima da una sentenza del 15 luglio scorso della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che ha condannato l’Italia al pagamento delle spese. Va inoltre sottolineato scendendo nei contenuti del progetto di legge, che l’ISPRA, istituto scientifico pubblico cui spetta specifico parere in tema, in una nota del 26 luglio scorso lo aveva bocciato sotto tutti i profili (procedurale, scientifico e giuridico) affermando anche che le specie oggetto di caccia in deroga erano in uno stato di conservazione non favorevole”.
“Ormai le vicende della caccia in deroga in Veneto sono patologiche – conclude Bertucco – hanno superato il confine della legalità, si collocano in pieno in quelli della psichiatria. Si chiama “sindrome ossessivo compulsiva“, quella che spinge un individuo in maniera irrefrenabile a compiere ripetutamente gli stessi gesti ossessivamente perché non può più farne a meno. Deve essere questa la spiegazione del comportamento della giunta regionale che ogni anno ripropone il progetto di legge della caccia in deroga”.
Rovigo, 10 settembre 2010
LEGAMBIENTE VENETO
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