“Preapertura della caccia” – in Veneto si spara dal 1 Settembre 2010
Calpestata l’esigenza di tutela della fauna selvatica, regione Veneto succube del mondo venatorio
Anche quest’anno diverse Regioni italiane (compreso il Veneto) anticiperanno l’apertura della caccia (cd. preapertura) nonostante il parere in gran parte negativo dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale).
“Anche nel 2010 la volontà dei politici veneti di esaudire i desideri più estremisti del mondo venatorio ha prevalso su qualsiasi logica di tutela della fauna e di corretta gestione ambientale. Eclatante dimostrazione di questo è l’approvazione da parte della Regione Veneto dell’apertura anticipata della caccia al 1 settembre 2010.” – lo dichiara Michele Bertucco, Presidente di Legambiente Veneto – Infatti, grazie alle previsioni del calendario venatorio, sarà possibile nella nostra regione sparare nelle giornate 1, 2, 4, 5, 11, 12 e 18 settembre 2010 da appostamento alla specie Tortora (Streptopelia turtur) e nelle giornate 4, 5, 11, 12 e 18 settembre 2010 si sparerà da appostamento ad esemplari di fauna selvatica appartenenti alle seguenti specie: Merlo (Turdus merula), Tortora (Streptopelia turtur), Ghiandaia (Garrulus glandarius), Gazza (Pica pica), Cornacchia nera (Corvus corone) e Cornacchia grigia (Corvus corone cornix).
Ben 7 giornate di caccia in più in settembre, rispetto all’apertura generale prevista per legge per la terza domenica di settembre, ovvero i cacciatori cominceranno a praticare la loro attività a stagione turistica ancora in corso, invadendo campi e colture ancora in atto, con tutte le conseguenze del caso, sia in termini di danni alle colture che di rischio per la sicurezza pubblica.
Fortemente critico nei confronti della preapertura – Bertucco -, secondo il quale ”ogni anno ci si ritrova di fronte lo stesso scenario: è stato deciso qualche giorno di caccia in più a carico di alcune specie, che già versano in uno stato precario di conservazione”.
Insomma, le date vengono fissate ”senza alcuna considerazione scientifica dell’impatto sugli animali”.
La preoccupazione di Legambiente è che questo atteggiamento delle regioni possa facilitare la modifica della legge nazionale sulla caccia voluta ”da una parte estremista del mondo venatorio”.
“La logica della tutela della fauna e dell’ambiente – conclude Bertucco – ancora una volta però ha perso. I nostri politici evidentemente preferiscono seguire la logica (del tutto opposta) della rincorsa al voto dei cacciatori, esaudendo qualsiasi loro desiderio a scapito della conservazione della vita selvatica e del diritto di tutti i cittadini a un ambiente integro ed in violazione a tutte le direttive europee che prevedono che la tutela della fauna sia prioritaria rispetto all’esercizio venatorio”.
“E per fortuna – conclude Bertucco – che in Consiglio Regionale si è riusciti ad affossare grazie agli emendamenti delle opposizioni il progetto di legge della Giunta (caccia in deroga) che avrebbe consentito ai cacciatori veneti di sparare ad uccelli protetti utili all’agricoltura quali Fringuello, Peppola, Pispola, Prispolone, Storno e Frosone. Per impedire l’approvazione di una legge che è in contrasto con le normative europee, lo scorso 20 luglio LAC, LAV, ENPA, Legambiente, LIPU e WWF sulla questione avevano notificato ai consiglieri regionali una diffida al voto sostenendo fortemente l’illegittimità dell’atto, diffida che in qualche modo ha raggiunto l’obiettivo. Nell’anno dedicato dalle Nazioni Unite alla biodiversità non poteva esserci miglior notizia di quella dell’affossamento di questo progetto di legge”.
Rovigo, 30 agosto 2010
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