Porto Tolle e Procura di Rovigo
PORTO TOLLE: LA PROCURA DI ROVIGO PROSEGUE NELLA SUA AZIONE NON SUBALTERNA A GARANZIA DELLA SALUTE E DEL TERRITORIO
Non sarà stata certo la felice uscita dell’on. Violante ad innescare l’ultima iniziativa della Procura di Rovigo contro i vertici dell’Enel, è certo però che essa giunge come inevitabile risposta alla infelice “censura” che l’on. Violante aveva fatto 20 giorni fa, quando invitava il Ministro a legare le mani alla Procura. Invito prontamente raccolto dal Ministro, pur affaccendato in altre proposte di legge impegnative. Segno evidente che le pressioni di Enel erano arrivate a segno: su Violante, presidente della Fondazione “Italia Decide” che ha fra i soci fondatori proprio Enel; sul Ministro perché mettesse in opera il piano. Altrettanta attenzione non ha avuto la dirigenza del PD per la nostra segnalazione sulla pericolosità dell’azione di Violante, che avveniva ai danni della verità, verità molto carente nei progetti per il carbone di Enel, così come sottolineato dai periti della Procura di Rovigo.
Questa ultima indagine nasce dalla volontà della Procura di Rovigo, ben manifesta già in passato, di non assoggettarsi alle scelte dei poteri forti: la scelta di cancellare gli effetti sulla salute dei cittadini del Delta per l’attività trascorsa della centrale e la scelta di occultare l’impatto negativo che la conversione a carbone avrebbe.
“Questi impatti – ricorda Michele Bertucco, Presidente di Legambiente Veneto – sono sempre stati messi in rilievo dalle associazioni ambientaliste, fin da quando Enel 26 anni fa cancellò l’impegno da essa stessa preso di effettuare indagini epidemiologiche periodiche volte ad accertare gli effetti sanitari dell’attività della centrale”.
Oggi Enel “sottovaluta e sottostima l’impatto sul territorio del carbone rispetto ad altre alternative” come dice il documento della Procura.
Legambiente dichiara il proprio appoggio all’iniziativa in atto da parte del Tribunale di Rovigo e attende fiduciosa gli esiti del ricorso al TAR del Lazio e il ricorso straordinario al Capo dello Stato che le associazioni ambientaliste hanno presentato lo scorso novembre.
“Forte attenzione – conclude Michele Bertucco – dovremo porre al rapporto fra carbone e nucleare in Polesine. Intravediamo il pericolo che un eventuale bocciatura del carbone, sulla scorta dei pericoli di inquinamento dell’aria, sia compensata dal via libera in Polesine a una centrale nucleare, che secondo altri mentitori produrrebbe energia pulita”
Rovigo, 28 gennaio 2010
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