Carovana delle Alpi 2010
BANDIERE NERE CONTRO SPECULAZIONI E CEMENTO , VERDI PER PREMIARE I COMUNI E GLI ENTI MONTANI VIRTUOSI
NEL VENETO BANDIERA NERA AL COMUNE DI SANT’ANNA D’ALFAEDO E BANDIERA VERDE AL FILM FESTIVAL DELLA LESSINIA
Fino al mese di ottobre: trekking, escursioni, dibattiti e incontri pubblici
Nove bandiere nere e nove verdi per denunciare le situazioni più significative di degrado e cementificazione e per segnalare le buone pratiche sulle Alpi. Sono questi i riconoscimenti, resi noti oggi da Legambiente, che saranno consegnati dalla IX spedizione della Carovana delle Alpi, la campagna di Legambiente, realizzata in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che ogni anno effettua il “check up” dell’ambiente alpino con un’attenzione particolare al tema della biodiversità. Da oggi, infatti, la Carovana inizia il suo viaggio, invitando tutti i cittadini a partecipare ai trekking che fino ad ottobre si svolgeranno lungo tutto l’arco alpino. La spedizione, oltre a consegnare le bandiere nelle mani degli interessati, continuerà a raccogliere segnalazioni, denunce di degrado, ma anche ad accendere i riflettori sulle possibilità di turismo sostenibile in montagna.
Tra le cause dei vessilli neri, assegnati da Legambiente ai “nemici” delle Alpi resta al primo posto la speculazione edilizia che, in nome del turismo, apre possibilità e spazi per la cementificazione d’alta quota. E’ il caso della Regione Valle D’Aosta che conquista la bandiera nera grazie a scellerate leggi regionali per ampliare di ben il 40%, alberghi, bar e ristoranti, compresi quelli che sorgono in zone tutelate, ma anche di trasformare la ricettività turistica in più banali seconde case. Episodi speculativi sono anche quelli registrati in Lombardia, sempre per un eccesso di “liberismo del cemento”, dove le bandiere nere vanno al Comune di Castione della Presolana (Bg) che ha adottato un PGT con 300.000 mc di aree edificabili, e a Foppolo che ha in animo un enorme investimento in seconde case. Due bandiere nere vengono assegnate anche in Piemonte: al Comune di Acceglio (Cn) per il danno ambientale ed idraulico arrecato al torrente e alla borgata storica di Chiappera e a Casalborgone (To) per aver dato la possibilità di organizzare attività con veicoli fuoristrada in un Sito di Interesse Comunitario (Bosco del Vaj e Bosc Grand). Le bandiere nere arrivano anche in Friuli Venezia Giulia: una è andata alla società Edipower per il progetto di potenziamento della centrale idroelettrica di Somplago che devasterebbe il lago naturale di Cavazzo, mentre l’altra è stata consegnata alla Regione per l’ipotesi di realizzare un’arena da 5mila posti per lo sci di fondo sul Monte Zoncolan, già ampiamente sfruttato. Infine, per il Veneto, la bandiera nera va al comune di Sant’Anna D’Alfaedo (Vr) per l’asfaltatura della storica Strada Aliana all’interno del Parco Naturale Regionale della Lessinia e per aver autorizzato il cambio di destinazione d’uso degli edifici di servizio all’interno delle coltivazioni di cava.
E purtroppo, quest’anno, nell’elenco delle bandiere nere compare anche il nome di un famoso sportivo italiano, Giorgio Di Centa per aver scalato il ghiacciaio del Parco Nazionale dello Stelvio a bordo di un trattore, un atto di scarso rispetto per la montagna.
“La biodiversità alpina è minacciata dagli effetti del cambiamento climatico e delle trasformazioni del territorio – dichiara Michele Bertucco, presidente di Legambiente Veneto – ma fenomeni come il ritorno dei grandi predatori indicano le Alpi come un sistema vivo e dinamico, che richiede appropriate politiche di gestione del territorio. Per questo siamo estremamente preoccupati dai tagli annunciati alle aree protette e pensiamo debbano essere sviluppate strategie territoriali più sostenibili di quelle del recente passato. Occorre investire nel mantenimento e nel sostegno alle attività agricole e d’alpeggio e dire basta al turismo di rapina che ha portato solo tante colate di cemento, favorendo ben poco lo sviluppo dell’impresa turistica“.
Nel territorio alpino italiano vivono oltre 4 milioni di abitanti, in un ambiente costellato da migliaia di centri abitati. Per il nono anno consecutivo la Carovana delle Alpi di Legambiente si sposterà lungo l’intero arco alpino italiano per sollecitare i cittadini, le forze economiche e le istituzioni a rendersi protagoniste della sfida della qualità ambientale. Il messaggio della Carovana delle Alpi è rivolto a loro, ma guarda anche oltre confine: la tutela della più grande catena montuosa europea non è “affare interno” degli Stati, ma responsabilità della comunità delle nazioni che condividono questa preziosa risorsa di natura e di cultura attraverso la Convenzione Internazionale per la Protezione delle Alpi, che l’Italia ha ratificato nel 1999 ma che, fino ad ora, si è ben guardata dall’attuare.
“Da undici anni in Parlamento assistiamo ad un indecente rimbalzo dei protocolli della Convenzione delle Alpi, ormai siamo l’unico Paese europeo ad essere estraneo al tavolo di lavoro alpino – aggiunge Bertucco -. Purtroppo la politica nostrana continua ad essere lontana dai problemi delle montagne, che restano ostaggio delle lobby: dagli autotrasportatori che intasano i valichi agli operatori dello sfruttamento idroelettrico, ai costruttori di seconde case e agli operatori del turismo invernale, sempre a caccia di finanziamenti pubblici per infrastrutture che deturpano i paesaggi più delicati per riproporre formule di turismo ormai decotte”.
Ma Legambiente non si limita alla denuncia, la Carovana infatti percorre le Alpi anche alla ricerca di quanti sviluppano progetti di tutela e salvaguardia della più grande catena montuosa d’Europa per premiare con le bandiere verdi l’impegno di quanti hanno mosso passi significativi verso uno sviluppo di qualità. E sono nove i riconoscimenti positivi, assegnati quest’anno ai progetti che hanno messo in campo politiche virtuose. In molti di questi casi amministratori e cittadini si sono fatti carico dei bisogni della propria comunità e hanno saputo interpretarli in modo creativo, riuscendo ad incrociare il desiderio di sviluppo sociale e civile con la conservazione degli ambienti naturali più preziosi, quelli che, se preservati, sostengono l’identità e la coesione di una comunità. La bandiera verde più importante è stata consegnata nel Parco Alpi Marittime al Centro Faunistico “Uomini e Lupi”, interamente dedicato al lupo. Il progetto è di enorme rilevanza e non solo perché è il primo a livello italiano, ma soprattutto perché dà la giusta attenzione al rapporto che il predatore ha con l’uomo.
A fregiarsi della bandiera verde nel Veneto il “Film Festival della Lessinia” con la seguente motivazione: ” è l’unico concorso cinematografico internazionale esclusivamente dedicato a cortometraggi, documentari e lungometraggi sulla vita, la storia e le tradizioni in montagna”.
Un’altra bandiera verde che si distingue per l’efficacia del progetto è andata alla Cooperativa “Donne di Montagna” di Ornica (Bg) in Lombardia. Da segnalare i riconoscimenti verdi che sono stati consegnati per il lavoro svolto sul tema delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. A fregiarsi in questo caso della bandiera di Legambiente sono stati, in Valle D’Aosta, il comune di Saint-Denis (Ao), in Lombardia, il comune di Rovetta (Bg) e in Liguria Molini di Triora (Im), ma anche iniziative private, come quella della casa ecologica ‘a km zero’ di Prato Carnico (Ud).
L’elenco completo delle bandiere è online sul sito www.legambiente.it
Rovigo, 30 luglio 2010
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