A bordo del Treno Verde presentato il rapporto Comuni Rinnovabili Veneto
Treno Verde, futuro 100% rinnovabile
A bordo del Treno Verde in sosta a Rovigo presentato il rapporto Comuni Rinnovabili:
numeri e storie della diffusione delle energie rinnovabili in Veneto
Sono 261 i comuni veneti 100% rinnovabili per la parte elettrica, in grado, cioè, di produrre più energia elettrica
di quella consumata dalle famiglie residenti
A bordo del convoglio ambientalista premiati anche i “RinnovABILI”,
le realtà regionali che hanno scommesso su nuovi modelli energetici attraverso energia pulita ed efficienza energetica
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In Veneto negli ultimi anni la crescita delle energie rinnovabili è stata significativa sia per quanto riguarda la potenza installata che per la produzione di energia. Oggi il 44% del totale dei consumi complessividi energia è coperta da fonti rinnovabili, grazie ai 100.240 impianti diffusi nel 100% dei comuni. Il dato impressionante è quello della crescita nella produzione del solare fotovoltaico (+1.358%) passando da circa 129,4 GWh/anno (329,7 MW) del 2010 ai 1.886,1 GWh/anno (1.798,8 MW) del 2016 e che si conferma la tecnologia più diffusa in termini numerici con il 99,2% degli impianti, seguita dall’idroelettrico e da impianti alimentati da biomasse che coprono il resto. In termini di produzione è però l’idroelettrico a fornire il maggior contributo di energia elettrica con il 50,3% del totale prodotto da fonti rinnovabili, seguiti dalle bioenergie e fotovoltaico che ricoprono entrambe il 24,7%.
È questo in sintesi il quadro che emerge dall’edizione regionale del rapporto Comuni Rinnovabili di Legambiente, realizzato grazie al contributo di Enel Greenpower, presentato questa mattina a Rovigo in occasione dell’arrivo in città del Treno Verde, il convoglio ambientalista di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, realizzato con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, sta viaggiando lungo i binari d’Italia per chiedere all’Europa e all’Italia maggiori impegni nel Pacchetto Energia e Clima 2030 e traghettare così il nostro Paese verso la totale decarbonizzazione del proprio sistema energetico. Alla presentazione del rapporto hanno partecipato Davide Sabbadin, Portavoce Treno Verde, Giovanni Rocchi, Responsabile Area Nord Est Country Italia Hydro Enel Greenpower, Federica Moretti, Assessore Urbanistica, Ambiente ed Ecologia del comune di Rovigo, Luigi Lazzaro, Presidente Legambiente Veneto.
«Per raggiungere gli obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabili al 2030 e di decarbonizzazione al 2050 è necessario che queste tecnologie tornino a svolgere un ruolo primario nel nostro Paese – dichiara Davide Sabbadin, portavoce del Trenoverde – superando per prima cosa le barriere che incontrano famiglie, condomini e imprese nell’autoproduzione e nella distribuzione locale di energia prodotta da fonti rinnovabili: per realizzare la rivoluzione energetica dal basso delle fonti rinnovabili serve un piano clima ed energia in grado di trasformare lo sviluppo delle fonti pulite, l’efficienza energetica e le azioni di mitigazioni al cambiamento climatico che tutte le città dovranno affrontare nei prossimi anni in un’occasione di rilancio economico dei territori. Siamo pieni di tetti di capannoni che vanno solarizzati per alimentare a basso costo la ripresa economica del nordest».
Tornando ai dati del rapporto, la maggior potenza da fonti rinnovabili installata nella regione è presente nella provincia di Belluno con 664 MW complessivi, seguita da Treviso (655,3 MW) e Verona (571,5 MW). In termini di produzione di energia è sempre la provincia di Belluno (2.177 GWh/anno ) a fornire il maggior contributo da fonti rinnovabili – con idroelettrico a giocare il ruolo da protagonista con 1.925 GWh/anno – seguita da Verona (1.463,1 GWh/anno) e Treviso (1.236,8 Gwh/anno).
«Quella dei cambiamenti climatici è la sfida cruciale dei prossimi decenni – dichiara Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto – finalmente le rinnovabili sono una tecnologia ormai consolidata nel mercato ma è necessario fare di più, utilizzando tutte le leve in mano agli enti locali, cominciando dalla leva fiscale, per incentivare chi fa bene.» «Per la riduzione delle emissioni, un nodo cruciale è quello della mobilità, ovvero il settore più legato e dipendente dalle fonti fossili – prosegue il presidente di Legambiente Veneto – per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione è necessario lavorare in questo settore anche a livello urbano, non solo potenziando il trasporto pubblico, ma anche sviluppando politiche per la mobilità elettrica e su due ruote e di micromobilità elettrica, tutte soluzioni che permetterebbero di ridurre le emissioni e di intervenire significativamente sulla crisi di inquinamento che caratterizza la nostra regione, migliorando la qualità di vita dei cittadini.».
Escludendo il grande idroelettrico, secondo i dati del rapporto sono 261 (il 46%) i comuni veneti che grazie alle fonti rinnovabili producono più energia elettrica di quella consumata dalle famiglie. Bagnolo di Po (RO), Fossalto di Portogruara (VE) e Camisano Vicentino (VI) sono i primi tre comuni che possiamo definire 100% rinnovabili elettrici e che, senza entrare nel merito degli impianti e senza esprimere una parametro di qualità, meglio rispondono, sempre teoricamente, al fabbisogno elettrico dei territori non solo dal punto di vista quantitativo ma anche di mix di impianti. Entrando nel merito delle singole fonti, sono 97 i Comuni che in Veneto producono grazie al fotovoltaico più energia elettrica di quella consumata dalle famiglie residenti. Numeri importanti che si accompagnano ai 36 Comuni in cui gli impianti solari fotovoltaici, sarebbero in grado, se l’energia fosse autoprodotta, di coprire tra l’80 e il 99% dei consumi elettrici domestici, e ai 101 il cui contributo varierebbe tra il 50% e il 79%.
Ci sono anche 569 Comuni con il solare termico, 31 che presentano impianti eolici e 16 con impianti di mini eolico. Ancora, sono 139 i comuni che presentano sul proprio territorio impianti idroelettrici per una potenza complessiva di 1.008 MW , in grado di soddisfare il fabbisogno energetico elettrico di circa 672.000 famiglie; sono invece 128 Comuni della regione Veneto in cui sono presenti invece impianti mini-idro, per una potenza complessiva di 105 MW, che riescono a soddisfare dal 50% al 99% dei propri consumi. Inoltre, sono 55 comuni dove sono presenti impianti di geotermia a bassa entalpia o pompe di calore capaci di soddisfare tutti o parte dei fabbisogni termici di case, scuole, centri commerciali. Sono, infine, 445 i Comuni che possiedono sul proprio territorio un impianto a bioenergie per una potenza complessiva di di 422 MW elettrici e 94 MW termici.
A bordo del Treno Verde nella tappa veneta, Legambiente ha anche premiato “I RinnovABILI”, ovvero realtà che hanno scommesso su nuovi modelli energetici attraverso rinnovabili, efficienza, facendo a meno di petrolio, gas e carbone. Sono realtà che Legambiente presenta come “modelli” per il Veneto dei prossimi anni.
Tra questi l’Azienda Agricola “Gli orticelli di Giulia” nata ad Adria, in provincia di Rovigo, nel 2014, che non solo ha installato due impianti fotovoltaici per un totale di 6 kW ma, per affrontare i cambiamenti climatici in atto, ha anche puntato sulla biodiversità, piantando 200 varietà antiche di alberi da frutto. Tra i premiati troviamo anche il Comune di San Martino Buon Albergo che ha realizzato in provincia di Verona il Parco Casa Pozza di San Martino Buon Albergo: il parco di 20mila metri quadrati produce, grazie a due pensiline fotovoltaiche, 15 MWh di energia all’anno che coprono larga parte del fabbisogno annuale per l’illuminazione pubblica propria e delle tre vie adiacenti e del bar. Presente anche la Mater-Biotech, primo impianto al mondo dedicato alla produzione di bio-butandiolo attraverso la fermentazione degli zuccheri: l’impianto è stato concepito per riutilizzare, grazie a un bio-digestore, i sottoprodotti per il fabbisogno energetico dell’impianto stesso, con una riduzione di circa 16mila tonnellate l’anno di CO2. C’è poi la Società Estense Servizi Ambientali (S.E.S.A.), presente nel territorio dei Comuni di Este ed Ospedaletto che ottiene energia elettrica, energia termica, compost e biometano dalla frazione umida della raccolta differenziata. Altra realtà presentata oggi il Comune di Santorso dove, grazie alla partecipazione attiva di un gruppo di cittadini, è nato nel 2016 lo Sportello Energia e il Gruppo d’Acquisto Solare, che ha permesso di installare 21 impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 92 kW, 5 pompe di calore, 4 condizionatori d’aria, 1 impianto solare termico, ottenendo una riduzione di emissioni CO2 pari a 56 tonnellate. Altro premiato è il Comune di Affi, in provincia di Verona: ha installato nel 2017 due nuovi aerogeneratori che completano l’impianto eolico del vicino Comune di Rivoli, e permetteranno di raggiungere l’obiettivo indicato dal Patto dei Sindaci.
Infine, una menzione speciale viene riconosciuta all’azienda agricola I Sapori di Capolavia di Rovigo e alla Cooperativa WeForGreen Sharing di Verona di che ha permesso, grazie alla promozione e allo sviluppo di un nuovo modello energetico, a centinaia di cittadini di trasformarsi da semplici consumatori in produttori di energia elettrica, attraverso la condivisione di un impianto da fonte rinnovabile già realizzato.
Tra le esperienze salite a bordo del Treno Verde questa mattina – e selezionate dal Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane – c’è la start-up HBI Srl di Treviso che trasforma i rifiuti organici in energia.
Il Treno Verde, inoltre, in ciascuna delle sue tappe, in occasione della proclamazione da parte dei Ministeri delle Politiche agricole alimentari e forestali e dei Beni culturali e del turismo del 2018 Anno nazionale del cibo italiano, ospita a bordo degustazioni di cibi locali.