Traffico e smaltimento illecito, prende il via il processo C&C
Prende il via lunedì 25 giugno il processo d’appello, presso l’aula bunker di Mestre, del caso C&C di Malcontenta [Ve] e Pernumia [Pd], uno dei più clamorosi casi di traffico illecito di rifiuti pericolosi in tutto il nordest.
Una vera e propria corsa contro il tempo: ad agosto di quest’anno scatta la tagliola della prescrizione. «E’ importante che questo processo si concluda perché serva di monito per tutti i trafficanti di veleni che continuano ad avvelenare la nostra terra» commenta Luigi Lazzaro presidente di Legambiente Veneto che nel processo è parte civile. Il 6 luglio a Venezia verrà presentato il Rapporto Ecomafie 2012
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I rifiuti che uscivano dalla C&C servivano per imbottire i sottofondi stradali e ferroviari: conglomerati cementizi, ricavati da rifiuti industriali altamente nocivi, sono stati utilizzati in numerosi cantieri tra cui quello di Arino di Dolo per la realizzazione dei lavori alla linea ferroviaria dell’Alta Velocità fino al 2005, quello di Padova per il cavalcavia di via Camerini e altri a Pernumia e Mira.
I reati di traffico e smaltimento illecito di materiali pericolosi sono stati accertati dal Corpo Forestale dello Stato di Treviso e dalla Procura della Repubblica di Venezia nel corso dell’articolata indagine, coordinata dal pubblico ministero Giorgio Gava, denominata “Mercante di rifiuti” iniziata nel 2001.
Negli stabilimenti della C&C e della Digamma, altra società in capo a F. C. , amministratore delegato dell’azienda, venivano ricevuti rifiuti, anche estremamente pericolosi, che mai, stando alle autorizzazioni, sarebbero potuti entrare. Una volta arrivato il materiale, non venivano trattati i rifiuti, se non in maniera sporadica e assolutamente insufficiente, bensì i loro codici CER (non corrispondenti al reale contenuto dei carichi) che prima di partire per ulteriori destinazioni si trasformavano in codici CER ancora più favorevoli o perfino DDT, come se si trattasse di un bene e non più di materiale pericoloso.
Ogni genere di rifiuto veniva reimmesso nel mercato come conglomerato e ceduto a chi si occupava, ad esempio, di sottofondi stradali. Il segno evidente, oltre alle analisi di laboratorio, che quanto ceduto non era materia prima secondaria ma rifiuto è che la C&C non veniva compensata (come in una normale attività imprenditoriale) ma pagava chi riceveva il conglocem.
Nel frattempo da quasi 10 anni molti cittadini residenti nei Comuni di Pernumia, Battaglia Terme e Due Carrare convivono con un potenziale concreto pericolo per la loro salute a causa di 52mila tonnellate di rifiuti pericolosi ammassati presso un capannone industriale di proprietà della ditta Cedro srl mentre a Mira, dopo che il Comune ha smaltito quasi mille tonnellate di fanghi provenienti da impianti di depurazione, rimangono altri rifiuti sigillati all’interno dei capannoni.
Venerdì 6 luglio nel corso di un convegno, promosso dall’Osservatorio Ambiente e legalità di Legambiente, a Cà Farsetti a Venezia verrà presentato il Rapporto Ecomafia 2012 che promette di mettere in luce come i traffici di veleni a nordest non conoscano sosta.