Costruire Città Sostenibili
Le città alla sfida dei cambiamenti climatici: il ruolo dei Comuni verso gli obiettivi europei al 2020 e gli impegni dal Patto dei Sindaci ai Piani d’Azione.
Legambiente aderisce al Patto dei Sindaci perché la sostenibilità nasce anche dai territori.
Sono moltissime le città europee che hanno firmato il Patto dei Sindaci, impegnandosi così a superare l’obbiettivo del 20-20 sancito dall’Unione europea con l’approvazione nel 2009 del pacchetto energia e clima. Solo in Italia si contano almeno 300 tra Comuni e Province che si sono messe in moto aderendo al Patto e accettando di presentare entro un anno un proprio “piano per il clima” con l’impegno ad aggiornarlo di anno in anno. Legambiente aderisce perché la sostenibilità nasce anche dai territori.
“Le città italiane rappresentano il terreno privilegiato per attivare processi di riduzione delle emissioni di CO2 e per combattere i cambiamenti climatici migliorando la qualità della vita dei cittadini – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza -. Appoggiamo quindi con convinzione la Carta delle città e dei territori, perché lo strumento del Patto dei Sindaci è fondamentale per definire interventi e programmi finalmente concreti e verificabili”.
Legambiente si propone di collaborare con tutte le Amministrazioni che vogliono aderire al Patto dei Sindaci Europeo e ai seri impegni conseguenti in due modi: in primo luogo seguendo passo passo i vari percorsi istituzionali che seguiranno i Comuni e le Provincie italiane, cercando di monitorarlo localmente e nazionalmente, e promuovendo una attenzione del Governo, delle forze sociali e del privarto sociale, come ad esempio le Fondazioni bancarie che vogliono muoversi sull’esempio della Fondazione Cariplo in Lombardia e in Piemonte. Poi, organizzando la partecipazione dei cittadini, delle comunità e dei privati alla riduzione delle proprio emissioni e alla compensazione delle residue, come abbiamo iniziato a fare con il sito www.stopthefever.org.
Il Patto dei Sindaci è un’iniziativa sottoscritta dalle città europee che si impegnano a superare gli obiettivi della politica energetica comunitaria in termini di riduzione delle emissioni di CO2 attraverso una migliore efficienza energetica e una produzione e un utilizzo più sostenibili dell’energia. Tutte le amministrazioni locali che sostengono queste politiche hanno aderito alla Carta delle città e dei Territori per il Clima. Legambiente ha aderito alla Carta delle città e dei Territori per il Clima e ha impostato la propria attività sui principi di partecipazione, responsabilità, sussidiarietà, ispirandosi alla “2.000 watt Society” nata nelle aule del Politecnico Federale di Zurigo nel 1998 e adottata dalla città svizzera il 30 novembre 2008 in seguito a un referendum popolare.
Redigere il piano serve anche a ragionare in termini di costi/benefici e in tempi di crisi delle casse comunali è un passaggio importante: gli Enti Locali hanno così la possibilità di essere il motore di una nuova prosperità, incrementare l’efficienza energetica, aumentare il ricorso alle fonti rinnovabili e fare partecipi i cittadini con azioni e scelte di consumo nuove (abitazioni certificate, ricorso alle rinnovabili, mobilità sostenibile, verde) proiettandoci nella società sostenibile, nel rilancio duraturo dell’economia locale e in una nuova attenzione alla qualità dei territori.
“Proponiamo che tutti i comuni facciano ad esempio Amburgo in Germania – ha dichiarato Andrea Poggio, vice direttore nazionale di Legambiente -. Bastano poche migliaia di euro per co-finanziare al 45% i condomini privati che volessero fare una perizia energetica. Il resto te lo dà lo stato: il 55% dell’investimento può essere, infatti, dedotto dalle tasse. Purtroppo “solo” 300 mila appartamenti all’anno se ne avvalgono in tutta Italia e dovrebbero diventare un milione. Se ciascuno facesse la sua parte si attiverebbero formidabili e convenienti interventi di risparmio energetico da parte dei proprietari privati, capaci di dimezzare i consumi in molte abitazioni e dimezzare l’inquinamento”.
Inoltre, costruire 100 nuove metropolitane e privilegiare il trasporto pubblico urbano è possibile ma bisogna crederci: ci è riuscita persino Bogotà, insieme a molte altre città nel mondo: da città dipendente dall’auto, ha dimostrato come rinunciando per mancanza di risorse a costruire linee di metropolitana ed investendo danaro in un sistema di autobus articolati in sede riservata, si possano rapidamente ottenere risultati importanti. Bisogna quindi proteggere totalmente la corsia degli autobus, dare la precedenza con semafori intelligenti agli incroci, costruire fermate accessibili, comode e riparate. In questo modo si potrebbero sostituire in un paio d’anni decine di migliaia di auto che entrano e circolano a Milano e provincia, tutti i giorni. Questa potrebbe essere una soluzione anche per l’accesso all’area Expo 2015: molto meno costoso sia delle linee metropolitane (una è già saltata) e ovviamente ancor meno costoso e conveniente dell’anti storico tunnel autostradale da Linate alla Fiera.
Il programma completo del convegno su www.mostragreenlife.org.